The Filet, il primo trancio di salmone vegano stampato in 3D arriverà presto sugli scaffali dei supermercati

21 Set 2023, 16:10 | a cura di
È il primo prodotto ittico vegano stampato in 3d, creato in Austria dalla start up Revo Food all'insegna dello slogan: “Your grandma won't believe they're plant-based”

Sulla confezione si legge “The Filet - inspired by salmon”, e dice bene: ispirato perché del noto salmon ha il colore e gli Omega-3. È il primo prodotto ittico vegano stampato in 3d che andrà sugli scaffali dei supermercati. Perché la carne 3D già esiste, l’avevamo provata in un ristorante romano.

Come nasce The Filet

The Filet è l’ultima produzione di Revo Food, startup nata nel 2020 con sede a Vienna che si occupa della creazione di cibi vegani ispirati ai pesci più comuni sulle nostre tavole; prima di The Filet infatti sono nati: il “salmone affumicato”, il “mousse di tonno” e il “mousse di salmone”, tutti ovviamente vegani. Il wannabe trancio di salmone è però il primo a essere stato stampato. L’ingrediente principale sono gli albuminoidi, microproteine fungine con alto valore nutritivo e una consistenza naturalmente simile a quella della carne, e a queste viene aggiunta anche una buona dose di acidi grassi Omega 3 per fornire un prodotto a sotto tutti gli aspetti vegano ma con proprietà nutritive il più possibile simili all’originale carnivoro. The Filet per ora è in vendita in Austria e Germania, per il resto d'Europa bisognerà aspettare il primo ottobre. Il costo per una porzione di 130 grammi sarà di 6,99. Per gustarlo al meglio i creatori suggeriscono un passaggio in padella, in forno o nella friggitrice ad aria e come sostiene il claim della società: “Your grandma won't believe they're plant-based.”

 

 

L'urgente necessità di prodotti ittici sostenibili

L’urgenza della produzione di cibi non solo vegani ma che possano essere creati in base alla richiesta e senza alterare l’equilibrio dell’ecosistema oceanico è il vero motore che ha portato alla fondazione di Revo Food. Dichiara infatti, sul sito della start up, l’ad Robin Simsa: "Con il traguardo della stampa alimentare 3D su scala industriale, stiamo entrando in una rivoluzione alimentare creativa, un'era in cui il cibo viene realizzato esattamente in base alle esigenze del cliente. Non stiamo solo creando un'alternativa vegana; stiamo plasmando il futuro del cibo stesso".

Dunque la possibilità di creare frutti di mare vegani potrebbe essere una soluzione promettente per soddisfare la sempre più crescente richiesta dei consumatori senza contribuire nella drammatica perdita di barriere coralline e l’aumento di livelli di tossine e microplastiche che contaminano i pesci.

Si legge sul sito della start up che l’evoluzione raggiunta con la stampante 3D è stato possibile grazie al contributo di 1,5 milioni di euro di finanziamenti europei. Come era già successo per la carne 3D.

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