Non è la situazione di fine 2022 e 2023 ma l’Italia conta ancora nel 2024 un eccesso di vino nelle cantine sparse sul territorio italiano. Non si tratta tutto di prodotto invenduto, tuttavia il dato di Cantina Italia è utile a fornire una misura dell’andamento del mercato dal lato dell’offerta. E al 31 dicembre 2024, quando normalmente ci si avvicina al picco annuale delle giacenze, si contano 57 milioni di ettolitri di vino, a cui vanno aggiunti 6,6 mln di ettolitri di mosti e 2,1 mln di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione, secondo l’ultimo report dell’Icqrf. Significa che nella pancia italiana ci sono a fine 2024 oltre 65 milioni di ettolitri. In cantina c’è il quantitativo di una vendemmia e mezza.
Questo pone degli interrogativi sul 2025 e sull’andamento dei consumi. Se l’export di vino Made in Italy, infatti, sembra aver dato segnali di ripresa nel 2024, dopo un difficile 2023, la vera sfida è legata alla ripartenza dei consumi interni (sia nel fuori casa sia nella Gdo), con tutte le incognite del caso collegate agli effetti del nuovo Codice della strada così come alle scelte di un consumatore moderato, che preferisce oscillare tra prodotti alternativi piuttosto che affezionarsi a una sola categoria di bevande, specie nelle fasce più giovani.
Il vino, in particolare, registra un incremento degli stock del 16% su novembre 2024 (+7,8 mln/hl) e un calo del 3,9% rispetto al dicembre 2023 (-2,3 mln/hl). Una diminuzione, su base annua, ancora troppo esigua, se si pensa che il 2023 è stato un anno caratterizzato da un raccolto molto scarso, con perdite di circa il 24%, e che la vendemmia 2024 (+8% a circa 41 mln/hl, dato da confermare) non può affatto essere definita abbondante. Oltre metà del vino nelle cantine italiane è a Dop (55,1%) mentre il 26,6% è a Igp; i vini senza denominazione pesano il 17,1% e quelli varietali appena l’1,3 per cento.
In diminuzione – ma contenuta a un 4,3% – le giacenze su base annuale dei vini a Dop, con i rossi a -5% (14,5 mln/hl), i bianchi a -3,9% e i rosati a -1%; più sensibili quelle dei vini Igp rossi (-8,5% a 8,2 mln/hl) e rosati (-4,7%) mentre salgono i quantitativi dei vini bianchi Igp (+1,9% a oltre 6,2 mln/hl). I vini da tavola perdono appena il 2,5% in un anno (9,7 mln/hl) e i mosti sono sostanzialmente stabili a 6,6 mln di ettolitri, con Puglia (38,8% dei volumi), Emilia Romagna (25,5%), Piemonte (14,5%) e Veneto (9,1%) che sono le principali regioni detentrici della categoria.
Tra i vini a denominazione d’origine protetta e indicazione geografica protetta, il Veneto occupa il 30,4% delle quote, seguito da Toscana (11,4%) e Puglia (9,3%). Tra le denominazioni, il Prosecco Dop (5,8 mln/hl) risulta ampiamente il vino di qualità più presente, seguito da tre vini Igp: Puglia (2 mln/hl), Toscana (1,6 mln/hl) e Veneto Igp (,55 mln/hl). Nella classifica anche la Dop delle Venezie (1,54 mln/hl, che comprende il Pinot grigio), la Igp Salento (1,44 mln/hl), la Dop Sicilia (1,39 mln/hl) e la Igp Terre Siciliane (1,35 mln/hl).
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