Ristoranti

La trattoria di Centocelle a Roma dove si mangiano solo prodotti di piccoli contadini del Lazio

Parliamo di Proloco Centocelle, da 10 anni lโ€™unica insegna romana (insieme alla gemella di Trastevere) che a pranzo e a cena propone tutti e solamente ingredienti del Lazio

  • 13 Maggio, 2024

Cโ€™รจ un posto a Centocelle dove il solo varcare lโ€™ingresso รจ un poโ€™ come regalarsi una vacanzettaโ€ฆ รˆ un poโ€™ decidere di fare il turista intorno a Roma, concedersi una gita fuori porta e godersi i sapori di una regione che sa bene come allettare palati robusti e desiderosi di emozioni forti. Parliamo di Proloco Centocelle, da 10 anni lโ€™unica insegna romana (insieme alla gemella di Trastevere e alla prima nata Proloco Pinciano)Proloco Pinciano) che a pranzo e a cena propone tutti e solamente ingredienti del Lazio forniti, non a caso, da Dol (acronimo per Di Origine Laziale) che รจ a sua volta lโ€™unico distributore per lโ€™horeca che seleziona e commercializza e solo ed esclusivamente ingredienti e prodotti artigianali della regione. Fosse perรฒ solo per i prodotti, non basterebbe a giustificare lโ€™immagine della vacanza golosa. In piรน, adesso, cโ€™รจ da segnalare il โ€œritornoโ€ a casa di Vincenzo Mancino (il titolare del locale e di Dol) e lโ€™ingresso in squadra di un nuovo cuoco, Carlo Fiorini, che viene dallโ€™esperienza di una osteria Slow a Veroli e che ha le mani e lโ€™esperienza giuste per trattare i materiali a disposizione. Poi, basta la vista immediata dei sette metri di bancone dove ruotano in alternanza le chicche di almeno una quarantina di aziende laziali, per lasciare che olfatto e vista restino appagati e ci spingano a concedersi questa vacanzetta, questo piccolo ma intenso viaggio nei sapori della Cittร  Eterna e della campagna romana che la circonda e la nutre dai tempi di Romolo e Remo.

Vincenzo Mancino e il bancone di 7 metri. In apertura, insieme allo chef Carlo Fiorini

Dalla BioOsteria a Proloco

Anche se vorremmo evitare di cadere nel trappolone dellโ€™antico adagio โ€œexcusatio non petitaโ€ฆโ€, crediamo sia giusto motivare una per una le affermazioni di cui vi inondiamo e dunque il prologo al racconto di questa esperienza ha preso un poโ€™ di spazio. Uno spazio che รจ anche un poโ€™ filosofico, oseremmo dire. Perchรฉ quella che sta alla base della vita, dellโ€™azione, della professionalitร  di Vincenzo Mancino รจ un poโ€™ filosofia e un poโ€™ ideologia, condite da una bella dose di idealitร . Tutte caratteristiche โ€“ unite a una certa ruvidezza e a un mood poco โ€œpoliteโ€ o politically correct โ€“ che rendono il personaggio (Mancino) poco incline alla simpatia generalizzata (o lo si ama o lo si odiaโ€ฆ oppure โ€“ ma risulta meno facile in un mondo in cui la gran parte delle frequentazioni e delle โ€œamicizieโ€ avviene via social โ€“ semplicemente lo si puรฒ stimare per quello che fa riconoscendone il senso) e poco avvezzo allโ€™uso della comunicazione online. Insomma, potremmo definirlo poco mediatico; e anche per questo in giro e nei circoletti gourmet se ne parla poco. Eppure, il suo Proloco รจ sempre pieno e la gente esce da lรฌ con lineamenti rilassati e appagati.

Incuriositi sia dal ritorno di uno che a Roma era arrivato come studente dalla natia Basilicata e poi si era affermato come cuoco, una ventina e piรน di anni fa, nella โ€œBioOsteriaโ€ del Casale Occupato di Centocelle (segno dei tempi!), sia dal nuovo cuoco, ci siamo fatti un giretto a Proloco.

Pajata di vitello allevato nel Reatino, cotta alla cacciatora

Nel piatto la campagna romana

Lโ€™impatto iniziale รจ godurioso con le โ€œpolpette garofolateโ€ di Veroli, aromatizzate ai chiodi di garofano: fatte col castrato cotto nel pomodoro, tritato e assemblato in una pallotta che viene fritta in bianco e poi servita con il sugo di castrato iniziale. Una goduria vera che ci introduce immediatamente nella patria delle polpette e del castrato, tradizionali sapori cari ai romani, almeno a quelli che hanno una certa etร . In realtร , queste polpette sono in grado di conquistare anche palati piรน giovani e meno avvezzi: basta che si tratti di ragazzi curiosi: il resto lo fa lโ€™eleganza e la leggerezza della mano di Carlo Fiorini che riesce a trattare con una gentilezza estrema anche un piatto โ€œignoranteโ€ come la pajata alla cacciatora. Davvero da estasi. E giร  stiamo esplorando diversi territori intorno a una Capitale che per la regione intera รจ un fortissimo nodo di attrazione, di omologazione, ma anche di ispirazione: siamo sugli altopiani di Arcinazzo dove nasce il castrato. Siamo nel cuore di Veroli, centro della Ciociaria storicamente sentinella e avamposto per lโ€™agro romano, nel cui territorio troviamo anche la cistercense abbazia di Casamari. Siamo negli allevamenti bovini del Reatino. E ci stiamo avvicinando alla Sabina, da cui proviene la carne (fantastica) di agnelli di razza Lacaune protagonista del piatto in arrivo, lโ€™agnello brodettato, ricetta antica e molto molto rara da trovare in giro (non solo a Roma). Per inciso, difficilissimo trovare anche la carne di agnelli o pecore Lacaune, razza francese che produce un latte di altissimo pregio e dalla carne molto profumata.

Comunque la Carbonara c’รจ: questa รจ quella di Proloco Centocelle

La tradizione romanesca, oltre la Carbonara

Il resto della cena ci porta invece tra gli artigiani della Capitale: incontriamo un grande protagonista del gusto romano, Mauro Secondi con la sua pasta fresca e ripiena, con un raviolo di broccolo romanesco (altro ingrediente centrale che la tradizione romanesca declina in tanti modi diversi, tra cui la classica minestra con lโ€™arzilla) condito con stracciatella e burro della Frisona di Segni e alici di Gaeta, pescate nel mare del litorale pontino. Ecco, sapori di una Roma lontana dai soliti clichรฉ di carbonara e amatriciana che invece strapopolano i social.

Le animelle di agnello fritte

Una vacanza intorno al tavolo

Ecco, la vacanzetta romana puรฒ ritenersi soddisfacente, specialmente ricordando di averla annaffiata con un due buoni ancestrali (giusto per sottolineare che i โ€œnaturaliโ€ ormai spopolano a Roma): il rosato Podere 769 della cantina Santa Maria nel comune di Latina, e il bianco frizzante di Casale Nibbi di Amatrice. E anche qui siamo nella campagna piena e autentica che circonda la metropoli che รจ il comune agricolo piรน grande dโ€™Europa โ€œsia per estensione, sia per quantitร  e qualitร  dei prodotti della terra e puรฒ essere definita la Capitale europea dellโ€™Agricolturaโ€, scrive un documento dellโ€™Universitร  Roma Tre in occasione del trentennale della sua fondazione. Torniamo a casa soddisfatti. Non senza aver ceduto, perรฒ, alla tentazione di far due chiacchiere con Vincenzo, la nostra guida in questa saporita escursione nel Lazio.

I ravioli di broccolo romanesco con stracciatella, burro artigianale e alici di Gaeta

Ristoratori paladini del territorio

Accennavamo alla filosofia e allโ€™ideologia di Mancino e anche alla sua idealitร . ยซLa ristorazione รจ a un bivio โ€“ argomenta lui โ€“ Sempre piรน la socialitร  si sposta nel fuori-casa, in una convivialitร  che si svolge nei locali, bar, pizzerie o ristoranti che siano. Dunque, la ristorazione avrร  un ruolo e un peso sempre piรน importanti sia a livello sociale che a livello economico: o ci convinciamo che i ristoratori devono essere i primi alleati degli agricoltori e basare il proprio lavoro sulla qualitร  e sullโ€™artigianalitร  delle materie prime, o tutti i luoghi che abbiamo visitato nei piatti di questa sera scompariranno: chi porterร  piรน mucche, agnelli e pecore al pascolo? Chi terrร  in ordine la collina e le terre interne? Chi terrร  pulita la campagna? Se vince lโ€™industria, il made in Italy gastronomico scompare: avremo materie prime solo dallโ€™estero e qui lโ€™industria le lavorerร . Ma non รจ piรน made in Italy. Non solo: i territori chi li terrร  in ordine? Chi si occuperร  dellโ€™ambiente, del paesaggio? Ecco, la ristorazione deve diventare lo snodo di queste tematiche e farsi alfiere, paladino, difensore della nostra biodiversitร ยป. Come dargli torto?

ps. Piccola coda: un applauso al giovanissimo Riccardo Fontana (nella foto) che a 19 anni ha deciso di impegnarsi in sala e ci crede. Un augurio a lui di crescere sempre e di non stancarsi. Di avere la consapevolezza di essere un “animale raro” e di perseverare…ย ย 

Proloco Centocelle – Roma – via D. Panaroli, 35 – 06 2430 0765 – @prolocodolcentocelle

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