Il consumo del cibo, nell’Italia segnata dalla pandemia, si muove su due (o quattro) ruote, cosรฌ si moltiplicano le piattaforme di delivery indipendenti nelle grandi come nelle piccole cittร , fioriscono societร di consegna etiche (a Bologna come a Roma, dove lo storico Moovenda rinasce puntando su una sostenibilitร e un’offerta di fascia alta, come fa giร Cosaporto), nascono esperienze frutto della collaborazione di professionisti con competenze diverse, o che si inseriscono in specifici segmenti di mercato, mentre qualcuno โ chef o pasticcere โ decide di organizzarsi in autonomia, magari stringendo sodalizi con un’altra categoria messa in crisi dalla pandemia, i tassisti. In questo panorama, qualcosa sembra muoversi anche tra le grandi piattaforme delle consegne a domicilio. Dopo un tira e molla che in autunno ha infuocato gli animi, con tanto di sciopero nazionale (il 30 ottobre) Just Eat segna una svolta che pare essere epocale, annunciando la contrattualizzazione โ in Italia โ di 3mila riders entro l’anno. Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia, parla di una scelta etica e di responsabilitร , โin linea con la strategia che il Gruppo porta avanti con successo giร in altri paesi europeiโ.
Just Eat Takeaway.com – nato dalla fusione tra Just Eat e Take Away nell’estate del 2019 โ รจ il piรน grande gruppo del settore, con un valore di oltre 70 miliardi di euro; alla sua nascita contava su oltre 355 milioni di ordini, per oltre 7 miliardi l’anno. Oggi nel nostro paese รจ presente in piรน di 1200 comuni e oltre 20.000 ristoranti partner che si avvalgono della piattaforma solo come marketplace (trasportando in autonomia il cibo), oppure sfruttano anche il servizio di consegna.
La novitร รจ data dalla definizione di un contratto di lavoro dipendente, un enorme passo in avanti nel riconoscimento dei diritti dei fattorini. โUn segnale positivoโ lo definisce Cristian Sesena (Responsabile Area Contrattazione CGIL nazionale), โabbiamo sempre detto che i riders non possono essere considerati come lavoratori autonomi pagati un tanto a consegna, ma devono avere tutti i diritti e le tutele dei lavoratori dipendenti: ferie, tredicesima, malattie o infortuni sul lavoroโ. Sinora Just Eat รจ l’unico colosso a spingersi in questa direzione, nel panorama tricolore del food delivery (entrato ormai nelle abitudini degli italiani), e potrebbe fare da modello per gli sviluppi futuri del settore, โfino a ora, tutto il sistema del food delivery si regge sull’abbattimento del costo lavoro a scapito dei riders che vivono condizioni sfavorevoli e precarieโ.
Le cose sembrano sul punto di cambiare. โJust Eat dร un segnale chiaro, voluto dal management internazionale: una scelta etica che va in aperta controtendenza con il panorama circostanteโ continua Sesena. Del resto la regolamentazione dei food delivery รจ un tema caldo in tutto il mondo, sia per quanto riguarda il trattamento dei riders (non sempre con esiti a loro favore) o sia per i costi per i ristoranti che anche in Italia non sono certo contenuti.
Nonostante l’apprezzamento da parte dei sindacati, la piena soddisfazione รจ rimandata: โancora non รจ stato chiarito quale sarร il contratto collettivo nazionale di riferimento. Questoโ spiega Sesena โรจ un fattore derimenteโ. I sindacati spingono per โlogistica e merci: per noi รจ il riferimento naturale per questo tipo di fattorinoโ, ma nell’attesa che si apra la discussione, giudizio sospeso, pur con l’auspicio che sarร possibile trovare una soluzione condivisa che tenga conto delle istanze delle parti in causa.
Per ora il contratto di riferimento segue le linee guida giร applicate dall’azienda in 12 paesi dal gruppo – oltre 140 cittร e piรน di 19.000 riders – ovviamente adeguato alla normativa italiana, secondo un modello chiamato Scoober: โI rider saranno a tutti gli effetti dipendenti, tutelati e assicurati, e avranno contratti di lavoro con paga orariaโ รจ la dichiarazione di Just Eat โper garantire migliori condizioni di lavoro, pur conservando la sua caratteristica flessibilitร , per operare combinando studio o altre attivitร โ. Il contratto (full time, part time o a chiamata) prevede ferie, malattia, maternitร /paternitร , indennitร per lavoro notturno e festivo e per lavoro straordinario, coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria e tutele previdenziali. Non solo: sono previste indennitร per lโutilizzo del proprio mezzo per le consegne.
La paga: circa 9 euro l’ora, indipendentemente dai delivery effettuati, con un possibile bonus legato al numero di consegne,ย โuna cifra non condivisa con noiโ puntualizza Sesena, e che quindi potrebbe essere aggetto di modifiche a seguito della trattativa con i sindacati.
Intanto le prime assunzioni โ circa 50 – partiranno a marzo nella zona di Monza, โsi preferisce iniziare con una cittร piรน piccola per testare e valutare il modello e il funzionamento del servizioโ spiegano. Seguiranno Brescia, Verona, Parma e Reggio Emilia e altre cittร dellโEmilia Romagna, per poi arrivare a Milano ad aprile, con la nascita del primo hub e un obiettivo stimato di circa 1000 assunzioni nei primi due mesi, fino a completare il piano in 23 cittร nel corso del 2021. Fino a che non sarร trovato un accordo con i sindacati, si farร riferimento al contratto aziendale internazionale, poi adeguato all’esito delle trattative in corso.
I prossimi passi si muoveranno su un doppio binario: nelle piccole cittร i riders continueranno a operare con mezzi propri e materiali (indumenti, zaini per le consegne e altri dispositivi) forniti dalla piattaforma, sulla falsariga di quanto accade ora. Nelle grandi cittร -Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli – i riders avranno in dotazione mezzi sostenibili, bici e scooter elettrici forniti dall’azienda, ritirare presso dei luoghi fisici, โveri e propri hubโ li chiamano da Just Eat, in cui il modello della gig economy subisce una importante trasformazione entrando ancora di piรน nel mondo reale con dei centri logistici e punti di incontro nel centro delle cittร . Una novitร significativa e un grande investimento, che sembra voler aprire un dialogo con le cittร e aumentare โ attraverso la spazio offline โ la presenza sul territorio.
Si verrร cosรฌ a creare una nuova realtร all’interno del gruppo, una societร che si occuperร del coordinamento e della gestione dei riders, sia a livello operativo sia contrattuale, con oltre 100 nuove assunzioni impegnate su questo nuovo modello aziendale nel rapporto con i dipendenti e a supporto dei fattorini โSi tratta di un grande investimento, economico e sulle persone, che ci permetterร di operare con rider tutelati dal punto di vista contrattuale e anche di supportare ulteriormente lo sviluppo del servizio in Italia, offrendo unโesperienza di food delivery sempre piรน completa ed efficiente per i consumatori e i nostri ristorantiโ chiosa Contini. Rimane da capire se e come questo potrร ricadere sugli utenti, ristoranti o consumatori.
a cura di Antonella De Santis
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