Gourmet-Expoforum report. Prima giornata al Lingotto di Torino

23 Nov 2015, 12:00 | a cura di

Prima giornata della prima edizione di Gourmet Expoforum: ragioniamo di critica gastronomica e dintorni. Ecco cosa รจ emerso dal panel sulle guide gastronomiche moderato da Massimiliano Tonelli. 

Gourmet Expoforum atto primo: qui si fa la vita reale. Non c'รจ filosofia astratta, nรฉ metafisica. E neanche lo star system del cibo sempre piรน soffocato da fanatismi. Nessun autografo da firmare, pochi o nulli i selfie, zero groupie. Perchรฉ il forum che si tiene fino al 24 novembre al Lingotto di Torino รจ creato appositamente per rispondere ai molti quesiti che quotidianamente i professionisti del mondo del food&beverage si trovano ad affrontare. Il forno da scegliere e le lievitazioni da controllare, la gestione imprenditoriale e le nuove opportunitร  del web, il cestino del pane, la carta dei vini, la pasticceria gluten free, l'emergenza sala, l'analisi sensoriale dei grandi salumi, gli abbinamenti con cocktail o vino. Si rivolge a chi, di questo mondo, non vuole le chiacchiere ma cerca analisi e soluzioni.

Il critico: l'altra metร  del mondo (gastronomico)

Gli attori della scena gastronomica sono tanti: chi produce materie prime e chi le distribuisce, chi costruisce strumenti e chi impara a usarli. Cuochi, barman, sommelier, panificatori, direttori di sala. E anche l'altra faccia dell'universo del cibo: ovvero critici e giornalisti gastronomici. Frequentatori professionisti di ristoranti, di cui sono giudici e interpreti. Su loro, sul loro ruolo e il loro destino abbiamo voluto ragionare insieme. L'editoria, soprattutto quella cosiddetta โ€œguidarolaโ€, vive un momento di profonda crisi. E coloro che sono chiamati all'analisi di dove stia andando la ristorazione non riescono a guardare con altrettanta luciditร  se stessi, indagando dove e come dovrebbe muoversi la critica. Stiamo ancora cercando di formulare le domande giuste: โ€œdal 2009 dico che il modello di guida classica รจ in crisi, ma oggi sento dire le cose che sentivo alloraโ€ dice Massimo Bernardi (Dissapore)

La crisi del modello di guida tradizionale

Le guide rischiano di non svolgere piรน la propria funzione. Perchรฉ diminuiscono i lettori come per tutta la carta stampata. Perchรฉ sono uno strumento uguale a come era 40 anni fa, mentre la cucina negli ultimi 15 anni si รจ trasformata e ha conquistato maggiore consapevolezza. Perchรฉ soffrono di un vuoto di mappature nella stagione estiva, quando si lavora in redazione (si chiede Alberto Cauzzi di Passione Gourmet se non si possa ragionare in termini di collezioni, come nell'alta moda). Perchรฉ i ristoranti cambiano di continuo (indirizzo, personale di sala e cucina, numero di coperti, offerta gastronomica) mentre un prodotto cartaceo รจ, per sua natura, immobile: dato il โ€œVisto si stampiโ€ inizia ad invecchiare.

Un ruolo ancora valido?

Nonostante tutto le guide si continuano a pubblicare: nonostante la loro endemica vecchiezza, nonostante l'impossibilitร  di essere sostenibili da un punto di vista economico, nonostante la rivoluzione del web che dando a tutti la possibilitร  di fare critica, mette in discussione il ruolo di chi la fa di professione, senza realmente riuscire a spodestarlo. Segnala Valentina Marino (Gambero Rosso): โ€œnelle recensioni amatoriali d'assalto non si contempla la tutela del ristoratoreโ€. Un aspetto legato alla deontologia, che implica valutazione e non vessazione, obiettivitร  e non livori, onestร  (troll e concorrenti scorretti sono sempre in agguato) rispetto e comprensione della professionalitร  del cuoco. Con la democratizzazione del diritto di critica รจ passata l'incultura generalizzata e il livellamento verso il basso del dibattuto gastronomico. Ora che tutti possono scrivere, si grida. La qualitร  delle voci (sempre piรน agguerrite sui social network dove si รจ spostato il dibattito) รจ inversamente proporzionale alla loro quantitร . Alberto Lupini (Italia a Tavola: quotidiano, mensile, newletter, web tv, app di informazione sul cibo) lamenta quanto siano discordanti le valutazioni delle guide, vedendo nella pluralitร  di giudizi la mancanza di una voce comune forte, soprattutto verso l'estero. Ma ci sono da considerare metodi di valutazione diversi, per esempio cantina, servizio, ambiente per qualcuno (come il Gambero) hanno un peso esplicito sul giudizio finale, per altri no.

Online

A fronte di tutti questi โ€œmaโ€ emerge con forza l'esigenza di individuare figure autorevoli, colte e competenti. Ma servono anche i numeri. Senza i quali non si va da nessuna parte a meno di dirottarsi verso un'editoria di lusso, come puรฒ essere quella della recente guida Louis Vuitton. Ma una guida ristoranti รจ uno strumento da consultare: ha senso che sia un luxury book? E ha senso che sia ancora un volume e non, per esempio, una app?

Identitร  Golose รจ stata netta: ha eliminato il cartaceo (e con esso i costi di stampa) rispondendo alle logiche dell'informazione veloce (non della valutazione perchรฉ non ha giudizi, anche se Marco Trabucco dell'Espresso sostiene che โ€œLe guide senza voti non vendonoโ€) e degli aggiornamenti in tempo reale: โ€œla nostra ora รจ una guida liquidaโ€ dice Gabriele Zanatta. Altissimi risultati in termini di click, e un passaggio pari a quello โ€œdalla xilografia ai caratteri mobili di Gutenbergโ€ dice, ammettendo perรฒ che certe trasformazioni ci vuole tempo per digerirle โ€œma si deve fare il passo e tagliare un ramoโ€. Al polo opposto l'Espresso, che per ora non si lancia nell'online pur avendone tutti gli strumenti.

La nicchia e gli esempi dall'estero

L'altra risposta รจ quella prospettata da Alberto Cauzzi: โ€œspecializzazioneโ€. Individuare la propria nicchia (nel caso della sua guida online, Passione Gourmet, l'alta cucina) e spingere su quella per avere un target specifico di pubblico e possibili sponsor. โ€œAlzare il tiro e diminuire il numero di locali recensiti, limitandosi solo all'alta ristorazione รจ una strada percorribileโ€ conferma Trabucco โ€œse non ci specializziamo moriamoโ€. รˆ ciรฒ che Lorenza Fumelli di Agrodolce individua nel modello Michelin che valuta una selezione ridotta di ristoranti (ma non dimentichiamo i Bib Gourmand e le Forchette, cosรฌ come i Tre Gamberi, i Tre Boccali, e le altre categorie del Gambero, a disegnare un panorama molto piรน articolato della sola top list). Ma se dal punto di vista dell'autorevolezza la Rossa funziona, non si puรฒ dire altrettanto da quello imprenditoriale. Inoltre, รจ l'avviso di Lupini, la Michelin in Italia รจ fortemente condizionata dalla concorrenza tra i due paesi nel mercato agroalimentare internazionale, โ€œbasta pensare che in tutta Italia ci sono meno Tre Stelle della sola Tokyoโ€. Ma la nicchia puรฒ anche tanti volti, e la Fumelli fa l'esempio di Le Fooding: informale, unconventional e di carattere. Un progetto efficace e riconoscibile che include anche altre derive, come la manifestazione omonima. Oppure il modello di critica partecipata e ad alto tasso di fruibilitร  di Zagat.

Ma in Italia al momento da una parte c'รจ la critica tradizionale, dall'altra quella incontrollata di Tripadvisor. In mezzo nulla. E forse รจ questo vuoto che bisogna andare a riempire. Da quali modelli prendere spunto? Si nomina Monocle, il magazine di Tyler Brรปlรฉ che รจ voce e riferimento degli influencer mondiali o aspiranti tali. Un raro caso editoriale che รจ anche un caso imprenditoriale. In cui le copie, non tantissime in fondo, hanno un valore commerciale enorme.

I rischi della specializzazione

Ma attenzione al rischio โ€œsinistra del PDโ€ per usare le parole di Massimo Bernardi: ovvero la nicchia della nicchia. Le cose si fanno per vendere, per avere lettori e produrre ricavi. Perchรฉ la grande crisi della carta stampata si scontra con un web che ancora non riesce a mettere a fuoco le modalitร  della raccolta pubblicitaria. Accantonati banner, in aspettativa i pop up, si passa da pubblicitร  nativa a formule di sponsorizzazione che potrebbero giovarsi si un canale con un bacino di utenti molto selezionato. Sarebbe il caso di Passione Gourmet se non fosse un progetto di โ€œgentleman writerโ€ che nella vita fanno altro e hanno l'alta cucina (e il suo racconto) come hobby. โ€œAbbiamo un vantaggioโ€ dice Cauzzi โ€œstiamo in piedi comunque. Abbiamo due sponsor adesso e crediamo che sia meglio anche per loro che manteniamo lo stesso profiloโ€. Fare guide costa, e tanto. E l'unica che ha ispettori a tempo pieno รจ la Michelin.

Gourmet | Expoforum | Horeca Food & Beverage | 22-24 novembre 2015 | Lingotto Fiere Torino | www.gourmetforum.it


Il report della seconda giornata

 

a cura di Antonella De Santis

 

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