Dove mangiare ad Aruba: ristoranti (e non solo) dell’isola caraibica più multietnica del mondo

29 Ott 2023, 17:21 | a cura di
Siamo stati ad Aruba, isola dei Caraibi, e abbiamo provato ristoranti, caffetterie, bar e non solo. Ecco una miniguida gastronomica all'isola per scoprire cosa bere e mangiare

Aruba è una piccola isola caraibica appartenente al Regno dei Paesi Bassi e che oggi conta circa 110mila abitanti con un’estensione di 180 km quadrati. Per intenderci: è “grande” più o meno come l’isola d’Elba. Rispetto alle altre isole caraibiche come Curaçao, Cuba, Puerto Rico non è meta molto nota agli italiani, se non nordeuropei che da Amsterdam possono raggiungerla con un volo diretto.

Aruba e la sua cucina

L’isola è un melting pot di culture che convivono in piena libertà. Fra le strade è possibile trovare mulatti, persone di colore o dai tratti nordici che parlano inglese, olandese e papiamento, lingua creola ufficiale del posto che altro non poteva essere che una mescolanza di altri quattro idiomi: portoghese, spagnolo, olandese e africano occidentale. La dimostrazione di questa identità multietnica è proprio la cucina. Le influenze che si possono trovare in un piatto sono varie, sia va da quella latinoamericana e caraibica, fino a quella europea, in particolar modo olandese ma anche un po’ italiana.

Sì, perché sull’isola è presente una folta comunità di nostri connazionali che misero radici durante l’età dell’oro. Ed è in quel momento che si presume sia giunta la polenta sulle tavole degli arubani. Polenta che gli abitanti del posto chiamano funchi servita anche fritta a fette e condita con formaggio gouda tipico olandese. Salse e note piccanti prevalgono nei piatti, insieme a pesci bianchi come il red snapper, il mahi mahi, ma anche barracuda. Gli ortaggi più consumati sono le patate, la zucca che si accompagnano a platano e banana serviti spesso fritti.

Dove mangiare ad Aruba: i ristoranti

Eduardo’s Hideaway

È uno dei punti di riferimento sull’isola per gli amanti dell’healthy. Il dehor è il pezzo forte del posto: è immerso nel verde di decine di piante, e la sensazione è quella di mangiare in un giardino tropicale. Fare colazione con un avo smash è il must-do. Il menu spazia fra pietanze per la colazione salata e dolce e quelle per il pranzo e cena. La giornata può cominciare con una bowl di yogurt, frutta secca, frutti dai mille benefici: tra le più gettonate la classica acai bowl e la Eduardo’s special fatta con granola homemade. Per gli amanti del salato non si può rinunciare alla Chickpea omelet con cipolla caramellata, funghi, spinaci e maionese al chipotle (peperoncino).

Questo posto nasconde un laboratorio in cui si producono kombucha imbottigliata direttamente lì, cookies giganti al cioccolato e pane con lievito madre, usato per molte preparazioni come il Sourdough trio (avo smash, con hummus di barbabietola e salmone affumicato).

Avo smash

Avo Smash

Wilhelmina

Al ristorante dello chef Dennis van Daatselaar l’esperienza è triplice. Varcata la porta si entra da Olivia Mediterranean per un’esperienza gastronomica più sciolta. Attraversato il ristorante si finisce in un giardino tropicale per godere della cucina del Wilhelmina, dove va assaggiato il catch of the day, magari (con un pizzico di fortuna) un barracuda! Per gli amanti del fine dining, proseguire il cammino e sedersi allo chef’s table di Carta Blanche. Il main restaurant, però, è proprio il Wilhelmina dove, oltre a chevice, balchi di pisca – palline di pesce bianco fritte tipiche del posto – è possibile trovare anche piatti che incontrano le culture coreana, ad esempio con il kimchi presente in menu in versione insalata; oppure italiana: si può ordinare un risotto di funghi o dei ravioli; o ancora mediorientale: vengono serviti felafel con formaggio olandese gouda.

Nusa

La mescolanza di culture in cucina ad Aruba ammette anche quella indonesiana. L’esperienza migliore è da Nusa, che si trova ad Orenjestad, nella parta più urban dell’isola. Condivisione è la parola d’ordine in questo ristorante. Si mangiano tante pietanze e in comunità con i propri commensali (ove gradito, ovviamente!). Qui si possono assaggiare i piatti tipici indonesiani come il lumpia, una sorta di involtini primavera da provare sia in versione vegetariana che in quella con carne di pollo. A cena non può mancare il sateh, spiedini di carne (no, non proprio come i nostri arrosticini!) uniti a cipolle e cetrioli e serviti con riso in accompagnamento. Abbinamento strano, ma sfizioso quello con una piña colada, magari da sorseggiare in chiusura pasto.

tavola indonesiana da Nusa

Tavola indonesiana da Nusa

Infini

Per gli amanti del fine dining, da non perdere la cucina rock ‘n roll dello chef Urvin Croes da Infini, che si spinge oltre i limiti proponendo abbinamenti di piatti e cocktail davvero audaci. Nell’esperienza chef’s table da segnare l’assaggio del piatto “Lechuga” dove la protagonista è semplicemente una foglia di lattuga arricchita da yuzu kosho, lime, nocciole, avocado, moringa e fiore di sambuco. Una volta seduti al tavolo bisogna essere consapevoli di mettere da parte le regole e capire che qui tutto è concesso. Anche che la soia si abbini con il rum nello stesso cocktail. Tra piatti che uniscono il pesce ai vegetali, l’esperienza è audace. Si passa da capesante abbinate a mela verde, per arrivare a gamberi preparati con mandarino e zafferano, sino a strizzare l’occhio alla cucina olandese con una versione spinta dell’Hutspot, piatto tipico del paese europeo che si prepara tradizionalmente con patate, carote e cipolle bollite.
Pane homemade aromatizzato alla cannella servito caldo da provare assolutamente, sembrerà di mangiare il nostro pane casereccio. Nella carta dei vini non mancano quelli italiani come Amarone della Valpolicella, il Moscato D’Asti o Nero D’Avola.

Taste My Aruba

Questo è il posto dove provare la vera cucina arubana. Quando si parla di preparazioni povere, il gusto è semplice e minimal. Da Taste My Aruba si possono assaggiare i tipici pastechi, dei calzoni di pasta ripieni di formaggi e fritti o anche il riso con pollo, uova e verdure accompagnato da un platano fritto spettacolare.

Addentare una cashew cake, torta di anacardi tradizionale dell’isola, è l’ultima cosa da fare prima di alzarsi da tavola. Il posto è accogliente e rigenerativo. La proposta dei drink al bancone è ricca e presta molta attenzione all’artigianalità. Qui i cocktail si preparano con frutta macerata e infusi di erbe e fiori.

Taste My Aruba

Piatto tipico

O’ Niel

Un ristorante che non può mancare nella lista dei foodies che visiteranno Aruba è O’Niel in cui provare la cucina caraibico-giamaicana. Piatto da non perdere, ackee e saltfish, un piatto unico servito con riso e pesce; frutti giamaicani (ackee) della consistenza dei lupini, ma dal sapore che ricorda leggermente l’avocado con una nota grassa che tende al dolce; varie tipologie di patate lesse come quella viola, gialla e a americana e lo yucca. L’esperienza da O’Niel è d’obbligo, sembrerà di essere in uno di quei ristoranti dell’America Latina in cui refrigerarsi con ventilatore da soffitto e sorseggiare una Balashi in attesa dei piatti. La cucina è davvero popolare e gustosa, con sapori semplici e i piatti non sono stressati da piccantezza o salse, che si possono aggiungere a parte a piacimento.

Ristoranti italiani ad Aruba

Ad Aruba è presente una folta comunità di italiani che sull’isola ha messo radici dedicandosi spesso alla ristorazione. È il caso della storia di Maurizio Ferrara, imprenditore dell’azienda Gianni’s Group approdato ad Aruba più di trent’anni fa e che ha costruito un impero: ha aperto nove ristoranti (non solo di cucina italiana) e una pizzeria napoletana, ha messo su una gelateria in un autobus, una bakery che produce pane, dolci e gelato distribuiti nei supermercati e si è comprato anche una piazza!

Portabandiera del gruppo è il ristorante Gianni’s in cui si respira aria italiana ovunque: dai prosciutti di Parma appesi al soffitto alle forme di Parmigiano scavate, in cui vengono serviti spaghetti al pomodoro. Nella pizzeria Amore mio, invece, la pizza è lavorata rigorosamente da un pizzaiolo napoletano. Non è da meno la storia di Mauro De Palma, torinese di nascita e latinoamericano di adozione. Dopo anni spesi nella ristorazione in Venezuela, con la moglie Maria (venezuelana) si trasferisce ad Aruba e apre il ristorante Italy in the World in un cunucu – casa storica dell’isola – in cui tra una pasta all’Alfredo gradita agli americani, campeggiano risotto alla milanese con ossobuco, lasagna e carbonara. Il ristorante ha le sembianze di un piccolo appartamentino e la cantina è ben assortita con vini provenienti da tutta Italia; Piemonte, Puglia e molto altro. A breve da Mauro e Maria si sfornerà anche pizza napoletana, dopo l’acquisto di un forno elettrico e i corsi che Maria, venezuelana, ha frequentato proprio in Italia.

Cosa (e dove) bere ad Aruba

Strano ma vero, ad Aruba si può bere un discreto caffè. Non aspettatevi l’espresso più buono del mondo, ma l’isola importa delle ottime varietà dalla Colombia che un po’ trattiene e un po’ riesporta. Per gli amanti del caffè americano, la tappa obbligata è da Santos. Per chi preferisce l’espresso la fermata obbligatoria è da Nicolaas Store, storica caffetteria nel quartiere San Nicolaas noto per i suoi coloratissimi murales. Il segreto del buon caffè sta anche nell’acqua: qui si beve acqua di mare desalinizzata e depurata, anche direttamente dal rubinetto. Il vantaggio di avere un’acqua così ha permesso di produrre una delle birre più buone dei Caraibi, la Balashi che viene consumata da tutti gli abitanti del luogo. Leggera e fresca, è adatta alle temperature costantemente estive (ad Aruba è sempre estate, la temperatura è di 28 gradi circa) e prende il nome dall’impianto in cui l’acqua viene depurata.

 

Aruba Ariba cocktail

 

Dici Aruba e ti viene subito in mente Ariba. L’Aruba Ariba è il cocktail per eccellenza consumato sull’isola a tutte le ore come se fosse uno Spritz. Di grande bevibilità, il drink si fa con vodka, rum, coecoei (liquore rosso che si ottiene dall’agave), crème de banane, succo di arancia, ananas e mirtillo, granatina e Grand Marnier. Dove bere il migliore? Da Taste my Aruba, dove approfittare per sorseggiare anche un ottimo Blueberry lemon drop Martini e un My Carribbean. Provare per credere!

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