La cucina thailandese è la più occidentalizzata tra le cucine asiatiche. Le peculiarità delle fondamenta di questa cucina sono quelle di racchiudere nelle stesso piatto note dolci, salate, amare e piccanti; un mix di sapori, di aromi, un’esplosione di colori e di gusti che raramente lascia indifferenti. Parte del piacere viene dalla presentazione, è un popolo che ama far mangiare anche con gli occhi, non a caso, il taglio della frutta e della verdura spesso porta a creare qualcosa che ha più le sembianze di un’opera di uno scultore piuttosto che il piatto di un cuoco.
La freschezza dello zenzero e della citronella, dosi massicce di spezie come il curry, portate a braccetto da peperoncino e aglio, ma anche erbe aromatiche a noi più familiari come il basilico e l’erba cipollina; ogni piatto ha un’impronta forte e ben definita, spesso viene accompagnato da riso che fa le veci del pane, a volte anche per dare un maggiore equilibrio al piatto.
In questa occasione la sperimentazione era la protagonista assoluta, il menu è stato pensato e realizzato per far sì che ogni piatto racchiudesse elementi della cucina orientale thailandese e della cucina mediterranea italiana. Una sfida non facile ma decisamente superata e vinta grazie ai due attori principali ovvero lo chef di casa Alessandro Oliveri dello Starhotel Rosa e lo chef ospite Sathit Srijettanont.
I due hanno avuto la possibilità di conoscersi per qualche giorno, hanno così potuto approfondire e apprezzare i rispettivi approcci alla cucina, gli ingredienti “amici”, le caratteristiche e le tecniche.
Sathit Srijettanont, ‘Joe’ per gli amici, è l’executive chef del ristorante Blue Elephant di Bruxelles, una catena di ristoranti presente non solo in Europa, ma soprattutto in Asia, dal vicino all’estremo Oriente. Si occupa anche del catering associato a questa catena e dello sviluppo di alcuni prodotti, in particolare salse.
Questo primo assaggio in vista dell’esposizione universale ha fatto venire l’acquolina in bocca, ora non resta che attendere.
A cura di Paolo Pojano