La verità sulle scorie nucleari e la qualità del pesce che mangeremo

24 Ago 2023, 15:00 | a cura di
Il tonno che mangiamo in Italia è a rischio per lo sversamento in mare delle acque della centrale di Fukushima? Gli scienziati dicono di no. E lo dice anche Valentina Tepedino, veterinaria ed esperta, che ci racconta come funziona il mercato in Ue e in Italia.

Ha avuto inizio il rilascio controllato di acqua contenuta nelle cisterne dello stabilimento nucleare di Fukushima. Ma non comporterebbe rischi per l'ambiente o per la salute umana: lodice Alessandro Dodaro, direttore del Dipartimento Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare dell'Enea, che condivide la posizione già espressa all'unanimità dalla comunità scientifica internazionale e le scelte fatte dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Il pensiero va immediatamente al pesce che in quelle acque vive e in particolare ai tonni che finiscono nelle scatolette di consumo quotidiano. La Cina è in allarme. Abbiamo chiesto a Valentina Tepedino, veterinaria specializzata in prodotti ittici e direttrice del periodico Eurofishmarket, di raccontarci da dove viene il tonno che si consuma in Italia e se ci sono o meno rischi diretti per i consumatori.

Il  tonno in Italia non è giapponese

Attualmente l’Europa non è tra i mercati di riferimento per i prodotti ittici giapponesi le cui specie più esportate sono lo sgombro e i molluschi destinati ad altri paesi asiatici, in particolare alla Cina, alla Repubblica di Corea, ad Hong Kong e a Taiwan e gli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni di filetti congelati di pesci (dati Eumofa 2021). Quando si parla di Giappone quasi immediatamente viene in mente il “tonno” o meglio il tonno rosso (Thunnus thynnus) la specie per loro più pregiata della famiglia sgombridae. Questa specie vive anche nel nostro mare e anche per noi italiani ed europei è considerata la specie di “tonno” di maggior valore. Attualmente il tonno rosso rientra tra i primi 10 principali prodotti ittici di allevamento in Europa per valore e per volumi grazie a tre paesi europei protagonisti: Croazia, Malta e Spagna rispettivamente per il 57% della produzione fornita da Malta, il 30% dalla Spagna con e il 13% dalla Croazia ( dati EUMOFA 2020).

Valentina Tepedino

Valentina Tepedino

Non solo pesca e non solo tonno rosso

Il fatto che il tonno rosso possa derivare da allevamento è poco conosciuto dagli acquirenti che tendono a considerare sotto la denominazione generica di “tonno” diverse specie della famiglia scombridae e anche ad immaginarlo solo ed esclusivamente di pesca. In etichetta invece, alla vendita sia all’ingrosso che al dettaglio, è possibile informarsi in modo corretto perché sia la denominazione obbligatoria che l’origine che il metodo di produzione devono essere indicati per legge in etichetta. Dunque è possibile leggere se si tratta di tonno a pinne gialle o di tonno rosso o di tonno obeso o Alalunga o altro così come è possibile verificare l’oceano o le acque di origine o se pescato o allevato. L’Italia commercializza pochissimo il proprio tonno rosso fresco a livello nazionale preferendo venderlo soprattutto vivo ai produttori maltesi o spagnoli che si occuperanno dunque di portarlo a taglia commerciale nei loro allevamenti. Parte di questo pregiatissimo tonno torna anche in Italia già lavorato in tranci e filoni e pronto all’uso soprattutto richiesto dall’alta ristorazione.

Francia e Spagna prime per la pesca

Per quanto riguarda l'UE, infatti, si consuma prevalentemente tonno d’importazione, e solo in misura minore tonno prodotto internamente, che consiste principalmente in tonni catturati dalle flotte spagnola e francese. Per tonno si intende sempre le specie della famiglia scombridae ed in particolare Tonno a pinne gialle e Tonno rosso.

Sashimi di tonno rosso

Sashimi di tonno rosso servito in una lattina. Foto di Jonathan Forage. In apertura foto di Beth Macdonald/Unsplash

Il mercato del tonno in scatola

Per quanto riguarda il tonno in scatola ossia le conserve di “tonno” anche queste possono comprendere varie specie della famiglia scombridae. In questo caso per legge non è obbligatorio indicare né la specie specifica e neppure l’origine del pesce anche se la maggioranza dei produttori lo fa. Anche per il mercato delle conserve nel nostro Paese non è il tonno rosso il protagonista. In Italia consumiamo prevalentemente conserve della specie “tonno a pinne gialle”, la stessa che prevale anche in commercio sia fresca che congelata sia nelle nostre pescherie che nei nostri ristoranti. Quest’ultimo non è una specie che vive nel nostro Mar Mediterraneo e per quanto riguarda il mercato europeo delle conserve viene prevalentemente catturato e sbarcato dalle flotte spagnole e francesi in località nei pressi delle zone di pesca di Ecuador, Cina, El Salvador, Guatemala, Seychelles, Papua Nuova Guinea, Costa d’Avorio e Ghana, dove subisce processi di lavorazione e/o trasformazione per poi essere reimportato nell’UE sotto forma di prodotti preparati e conservati (Report EUMOFA 2022). L’Italia è il secondo produttore europeo di conserve di tonno dopo la Spagna: questo significa che si trasforma nel nostro Paese il tonno (in particolare tonno a pinne gialle) di importazione.

 

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