L’eccellenza italiana tradita dal ministero, nel Liceo (made in Italy) non si studierà né vino e né cibo

28 Mag 2023, 11:58 | a cura di
Nel testo al momento non figurano materie legate al food&wine. La bozza del ddl prevede anche un bollino per i ristoranti italiani all’estero e una giornata dedicata al Made in Italy

Un mese e mezzo fa, nell’edizione di Vinitaly più affollata di politici della storia, la premier Giorgia Meloni tirava fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro del suo mandato: il Liceo del Made in Italy. Bagni di folla e applausi a “fiera aperta”. Ma di cosa si tratta davvero?

Abbiamo provato a capirlo leggendo la bozza del decreto “Disposizioni organiche per la valorizzazione, promozione e tutela del Made in Italy”.

Cosa si studierà nel nuovo Liceo

Il debutto è fissato per l’anno accademico 2024/2025, quando l’indirizzo economico sociale del Liceo delle Scienze Umane confluirà nel percorso liceale Made in Italy. Il percorso di studio prevede lezioni di economia e diritto, ma anche di imprenditoria per capire come valorizzare al massimo le potenzialità del Made in Italy, con due lingue straniere obbligatorie.

Non si fa accenno, almeno nella bozza, a materie legate all’enogastronomia, come in molti si auguravano. Niente materie agronomiche, storia della cucina italiana, percorsi gastronomici, corsi di enologia o di approfondimento sul sistema delle Doc, e nemmeno nulla che riguardi il turismo enogastronomico: una dimenticanza o una precisa volontà?

Dove è finita l’enogastronomia?

Eppure, l’annuncio in pompa magna fatto a Vinitaly dalla Premier di fronte agli studenti degli Istituti Agrari aveva fatto presagire la nascita, se non di una sorta di Liceo dell’enogastronomia, per lo meno qualcosa di molto simile.

"Faccio i complimenti a questi ragazzi, siete stati molto lungimiranti” aveva detto in quell’occasione la Premier “dimentichiamo che in questi Istituti c'è una capacità di sbocco professionale molto più alta di altri percorsi. Questo per me è il liceo", con tanto di frecciatina alla Sinistra da sempre sostenitrice, secondo Meloni, di una cultura fine a sé stessa. Se la si vede in quest’ottica, quindi, la scelta del nome Liceo per il nuovo percorso di studi sul Made in Italy suona come una provocazione. O almeno si spera lo sia, altrimenti saremmo di fronte a un evidente caso di strabismo politico.

Strano però che a confluire nel nuovo percorso di studi non sia l’Istituto Agrario o quello Alberghiero, bensì il Liceo delle Scienze Umane. Solo un cambio di nome, dunque? I dubbi restano. Ma ci sarà tempo per scioglierli dopo il Consiglio dei Ministri.

In generale il ddl spazia tra vari settori del Made in Italy: dal sistema fieristico al design, dall’artigianato alla nautica. D’altronde, pochi giorni dopo Vinitaly, la Premier aveva annunciato il nuovo Liceo anche al Salone del Mobile, sottolineando che “Il marchio è la cosa più preziosa che abbiamo a patto di essere in grado di difenderlo e valorizzarlo”.

Salone che vai, Liceo che trovi, dunque. Ad ogni modo, viste le premesse, era abbastanza prevedibile che dentro ci finisse un po’ di tutto. La questione da porre è, piuttosto, un’altra: può un Liceo così generalista avviare davvero i giovani al mondo del lavoro?

Un bollino per i ristoranti italiani nel mondo

Continuando a leggere la proposta di legge, le novità non sono finite. Tornando sul food&wine, all’articolo 36 si fa riferimento a una certificazione distintiva di qualità della ristorazione italiana all’estero. Una sorta di bollino ad hoc da richiedere a un ente certificatore accreditato. Inoltre, per i ristoratori segnalati è previsto un contributo da definire per l’acquisto di prodotti italiani di origine protetta.

“Un modo” si legge del testo “per contrastare l’utilizzo speculativo dell’italian sounding nel mondo”. Bene che ci sia dietro anche un ente certificatore a garanzia, ma siamo sicuri che basti questo a selezionare il miglior Made in Italy nel mondo? In quanto Gambero Rosso qualcosa ci dice che non è esattamente così.

Arriva la giornata del Made in Italy

Last but not least, dentro al nuovo decreto c’è anche l’istituzione di una giornata dedicata al Made in Italy - il 15 aprile – per celebrare la creatività e l’eccellenza italiana presso le istituzioni, le scuole e i luoghi di produzione.

In un calendario già così affollato di giornate del vattelapesca, la cosa potrebbe anche non essere una notizia. Lo è, piuttosto, il fatto che dopo la trovata della sanzione amministrativa per chi utilizzerà forestierismi nella pubblica amministrazione (proposta di legge presentata dall’esponente di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli), il Governo, proprio nel celebrare il meglio della sua produzione interna, si affidi al forestierismo per eccellenza: “Made in”.

Ma questa è l’Italia. Sempre e ancora quella dove, come disse qualcuno, “i treni più lenti si chiamano accelerati e il Corriere della Sera esce al mattino”.

 

 

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