Matelica, il Verdicchio che nasce tra i monti. Vigneto, storia, territorio

16 Giu 2022, 11:30 | a cura di
Ci lasciamo alle spalle il blu del mare, il clima solare e il respiro delle sapide brezze iodate, per addentrarci nel profondo entroterra delle Marche. La vallata di Matelica si distende ampia allo sguardo, luminosa e accogliente, culla di un Verdicchio che nasce tra i monti, senza vedere il mare.

Nel mensile di giugno del Gambero Rosso ci siamo addentrati nell’area di Matelica la cui storia antichissima risale all’epoca del Paleolitico e al successivo insediamento, in queste terre, di popolazioni picene e umbre. La vallata fu colonizzata dai Romani nel corso del III secolo a.C. mentre l’antico municipium romano di Matelica fu fondato nel I secolo a.C.; nel centro storico del borgo è possibile ritrovare le vestigia della Roma antica. Oltre ai tracciati del cardo e del decumano, si possono ammirare uno splendido pavimento musivo policromo, a motivi geometrici e figure di animali, di una domus del I-II secolo d.C. e i resti delle antiche terme, rinvenuti sotto il Teatro Comunale. Antica è anche la coltivazione della vite che a Matelica ha una vocazione millenaria, ma non abbiamo, invece, notizie certe sulle origini del vitigno principe del territorio. Tuttavia, la strettissima parentela genetica del verdicchio con il trebbiano di Soave e con il trebbiano di Lugana lo mette in stretta relazione con l’area veneta.

La valle di Matelica

La valle di Matelica rappresenta un unicum nel territorio delle Marche. Si tratta di un profondo e ampio solco tra i rilievi montuosi dell’Appennino, orientato sull’asse nord-sud, dalla conformazione assolutamente anomala. L’orografia della regione è disegnata da vallate che scendono dai monti verso il mare, seguendo il percorso da ovest verso est. La vallata di Matelica si estende per una quindicina di chilometri, da Cerreto d’Esi a Castelraimondo, a un’altitudine di circa 350 metri sul livello del mare. Il suo profilo è delimitato da due catene montuose parallele, che convergono a sud verso le vette dei Monti Sibillini. La presenza del massiccio del Monte San Vicino, con i suoi 1.480 metri, impedisce alle brezze del mare di raggiungere la valle, che gode di un clima tipicamente continentale, caratterizzato da estati molto calde, inverni freddi e spesso accompagnati da nevicate.

I vigneti e il verdicchio di Matelica

I vigneti sono coltivati tra i 400 e i 700 metri, in una zona di alta collina, con splendide esposizioni orientate da nord-est e sud-ovest. Le vigne si trovano in un ambiente naturale caratterizzato da una ricca biodiversità. Siamo lontani da regioni completamente stravolte dalla monocultura della vite. I filari occupano solo le parcelle più vocate, lasciando il fondovalle alla coltivazione di grano, girasole, mais, legumi e le zone più alte e impervie a fitti boschi, che salgono fino alla sommità dei monti. Durante i mesi estivi, le escursioni termiche sono notevoli, con differenze di oltre 20 °C tra le temperature del giorno e della notte. Il particolare microclima favorisce una maturazione molto lenta del verdicchio, che viene vendemmiato a ottobre inoltrato. I grappoli hanno il tempo di sviluppare e fissare aromi intensi e arrivano a piena maturazione conservando un’elevata freschezza e un’alta percentuale di acido malico.

Le caratteristiche del suolo

Da un punto di vista geologico, la vallata di Matelica fa parte di un’ampia area tra le montagne dell’Appennino, un tempo occupata dal mare e successivamente da un lago salato. Le origini marine hanno lasciato in eredità terreni di tessitura fine, composti da sedimenti di limo, sabbie, argille e calcare, molto ricchi di sostanze minerali, che insistono su una roccia madre di arenaria e di scisti argillosi. Nelle zone più alte, dilavate dagli agenti atmosferici, affiorano terre bianche composte da sabbie e calcare. Grazie alla presenza di argille profonde, i suoli garantiscono ottime riserve d’acqua, che aiutano la vite di affrontare periodi di siccità senza troppi problemi. Le caratteristiche pedoclimatiche dell’area di Matelica consentono al verdicchio d’esprimere bianchi di grande personalità, caratterizzati da freschezza, sapidità e notevole longevità.

La valle di Matelica. Le tre aree del verdicchio

Per raccontarvi al meglio i vini di questa valle, abbiamo diviso l'area in tre zone: nord, centro e sud. Cominciamo dal nord, da Cerreto d’Esi a Matelica.

Attraversata la stretta gola tra le montagne, la parte settentrionale dell’Alta Vallesina ospita alcune delle cantine più importanti del territorio. I vigneti sono situati sul versante orientale della valle, con esposizione prevalente rivolta a sud, sud-ovest. Qui il verdicchio ha trovato l’habitat ideale nella zona collinare compresa tra i 350 e i 450 metri sul livello del mare, alle pendici del massiccio del Monte San Vicino.

La cantina Marco Gatti si trova nei pressi di Cerreto d’Esi e coltiva sette ettari di vigne suddivisi in molte parcelle. I terreni sono di medio impasto, composti da argille, limo e sabbie, con presenza di calcare nelle zone più alte. Oltre alla coltivazione del verdicchio, Marco Gatti è impegnato nel recupero di vecchie viti di vernaccia cerretana, un antico vitigno autoctono a bacca rossa, spesso presente tra i filari dei vecchi vigneti della zona. Lo stile dei suoi vini è classico, fresco e semplice, con vinificazioni e affinamenti in acciaio, senza svolgimento della malolattica. Interpreta perfettamente questa topologia di bianco il Verdicchio di Matelica Casale Venza 2019. Più armonioso e morbido il Verdicchio di Matelica Villa Marilla 2019, che seduce con eleganti profumi floreali e agrumati, fragranti note di mela Golden e pesca bianca. Più intenso, caldo e persistente, il Verdicchio di Matelica Riserva Millo 2018.

La cantina Bisci rappresenta una delle migliori eccellenze del territorio. Fondata nel 1972, dal 2016 è gestita in biologico. I vini sono caratterizzati da un profilo di tagliente freschezza, teso e verticale, che punta soprattutto a esaltare l’affilata tensione espressiva del vitigno. Il Verdicchio di Matelica ‘20 è citrino ed essenziale, con profumi di scorza di lime, pompelmo e mela Granny Smith. Il Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano ‘18 nasce da vigne di oltre 40 anni e rappresenta una delle espressioni più limpide ed eleganti della denominazione. Un lama d’agrumi impreziosita da sfumature floreali di zagara, biancospino, aromi di mela verde, pesca bianca, anice stellato e zenzero, che conducono a un finale di vibrante freschezza. Sullo stesso versante della valle, solo pochi chilometri più a sud, troviamo un altro nome che ha fatto la storia dei grandi vini di Matelica.

La Monacesca è stata fondata nel 1966, ma le sue origini sono antichissime. La cantina si trova in un piccolo borgo creato da un insediamento di monaci benedettini nel 900 d.C. Le vigne sono piantate su terreni di matrice prevalentemente argillosa, con esposizione rivolta a sud. Lo stile è improntato alla ricerca di complessità e ricchezza. Tutti i vini svolgono la malolattica, che dona al sorso maturità e ampiezza. Il Verdicchio di Matelica ‘19 è figlio di una splendida annata ed esprime una straordinaria armonia, con aromi di scorza di cedro, agrumi canditi, sfumature di anice ed erbe aromatiche, su un sottofondo maturo di frutta gialla, ben bilanciato da freschezza e sapidità. Il Verdicchio di Matelica Riserva Mirum ‘19 nasce da una vendemmia leggermente tardiva e si affina per 18 mesi in acciaio sulle fecce fini. Realizzato solo nelle migliori annate, il Verdicchio di Matelica Terra di Mezzo ‘15 è il frutto di una rigorosa selezione delle migliori uve della tenuta e di un lungo affinamento in acciaio. Il risultato è un vino ampio e ricco, dalle suadenti note di frutta gialla matura, ananas, pesca, miele d’acacia, sfumature di pietra focaia, anice e cenni d’idrocarburo.

a cura di Alessio Turazza

infografiche di Alessandro Naldi

QUESTO È NULLA…

Nel mensile di giugno del Gambero Rosso trovate altri assaggi di vino, rigorosamente di Verdicchio di Matelica. Vi portiamo nel cuore della valle: dall’azienda agricola Maraviglia alla cantina Cavalieri. E ancora, più a sud, l’azienda agricola Le Stroppigliose, dove degustiamo il Verdicchio di Matelica Arpia ’19 e il Verdicchio di Matelica Cavallo ’18, tante le etichette proposte, di cui vi regaliamo un elenco dei migliori assaggi. Gli abbinamenti di Moreno Cedroni de La Madonnina del Pescatore a Senigallia, con antipasti e primi a base di pesce: scampo marinato all’arancia con vinaigrette ai pomodori o la sfiziosa lasagnetta ai frutti di mare rosa con salsa di cocco prezzemolo e lime. Ci siamo confrontati con Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, per discutere sulla denominazione del Verdicchio di Matelica e del cambiamento del nome. All’interno del nuovo numero del Gambero Rosso un itinerario completo delle cantine e le tavole da non perdere a Matelica e dintorni.

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