La valvola di sicurezza che si trova nella caraffa inferiore esiste per un motivo ben preciso: se si ottura, si possono passare guai seri. Ma come fa una moka a esplodere? A spiegarlo nel dettaglio è un esperto in materia, Lucio Del Piccolo, collezionista di caffettiere da anni impegnato tra eventi e concorsi, prima anche con il blog Caffettiere e Macchine da Caffè: con lui, abbiamo scritto una guida al corretto utilizzo della moka, ma ora cerchiamo di capirne i potenziali pericoli.
Moka che scoppia, questione di termodinamica
«Se la valvola di sicurezza si ottura, la moka potrebbe gonfiarsi e scoppiare» spiega Lucio. È quello che accadeva fino a un centinaio di anni fa, «la valvola non c'è sempre stata, è un'invenzione degli anni '30, le caffettiere di una volta sono tutte gonfie nella parte inferiore». Questo avviene per un principio di termodinamica, la legge dei gas perfetti, ch recita che il prodotto tra pressione e volume di un gas ideale è pari al prodotto tra il numero di moli, la costante dei gas ideali e la temperatura.
In poche parole, «fornendo calore, si aumenta la pressione nella caffettiera. Quando diventa troppo alta, la valvola fa fuoriuscire il vapore senza causare danni, ma nel caso di otturazione, la pressione continuerà ad aumentare a parità di volume».
Come evitare di otturare la valvola
Ma come si ottura la valvola? «Bisogna controllare periodicamente che funzioni. Basta spingere un elemento appuntito – magari non uno stecchino di legno, che potrebbe spezzarsi – all’interno per controllare che la molla tenga bene il tutto». Ricordiamo, inoltre, che è meglio tenere il livello di acqua al di sotto della valvola, che serve a sfiatare vapore, «se la si copre, verrà otturata e farà fuoriuscire solamente acqua bollente, che può essere pericolosa».
Tutto questo avviene con una scarsa manutenzione della moka. «Il calcare, per esempio, ma più in generale il mancato igiene. La caffettiera va lavata sempre con l’acqua, e in più consiglio di strofinarla quando è ancora umida con della carta da cucina ogni due/tre giorni per rimuovere tutti i depositi di grasso derivati dal caffè». Basta con il mito della moka «consumata», da non lavare mai: senza un’adeguata manutenzione, qualsiasi strumento può dare problemi.
Pulizia delle guarnizioni
La guarnizione, invece, deve essere morbida ed elastica, meglio se in silicone, «più durevole rispetto alla gomma e più facile da avvitare», e va sostituita nel momento in cui inizia a seccarsi, «dopo circa quattro anni, due per quella in gomma». Ogni tre mesi, però, va tolta per pulire bene anche il filtro. Per quanto riguarda la caffettiera, non occorre cambiarla, specialmente se in acciaio, «quella in alluminio va sostituita, ma molto raramente». A patto, però, di pulirla con costanza. «L’accumulo di grasso nel tempo può andare a otturare i fori del filtro superiore».
La giusta macinatura del caffè
Altro errore che spesso si commette e che può portare a conseguenze spiacevoli è la macinatura del caffè (che, per questioni di gusto, consigliamo di fare al momento, per non perdere aromi e profumi del prodotto). Quella classica per la moka dovrebbe essere «simile al sale fino»: assolutamente da evitare il caffè macinato per espresso, «troppo sottile, quasi impalpabile. Una polvere così fina non viene attraversata facilmente dall’acqua, rischiando di ottenere un caffè bruciato, o nel peggiore dei casi di far scoppiare la moka per la tanta resistenza».