Carlo Ratti
Italiano, ma alla direzione del MIT Senseable City Lab del Massachusetts, architetto e ingegnere affascinato dalle potenzialità della tecnologia, e non nuovo alla progettazione di spazi destinati al cibo. Già nel 2008 Carlo Ratti aveva realizzato a Saragozza il Digital Water Pavilion, e poi ancora in occasione di Expo2015 a Milano l'innovativo Future Food District, un complesso rivoluzionario, un padiglione di 2500 metri quadri adibito a supermarket con la grande piazza antistante di 4500 metri quadri, e pensato per approfondire le potenzialità delle tecnologia in grado di modificare l'interazione del consumatore con la catena alimentare. Questa volta, in attesa di rivoluzionare tutta l'area dove si è svolta Expo, lo studio Ratti Associati si dedica alla costruzione della sede centrale dell'azienda Mutti, noto brand di conserve alimentari che ha intenzione di aprire le porte dello stabilimento di Parma anche al pubblico.
Il nuovo centro aperto al pubblico
Muri costruiti con migliaia di boccacci di salsa, e una terrazza pubblica per consentire ai visitatori di ammirare i campi e il processo di lavorazione dei pomodori: questo il progetto del novo centro che verrà messo a punto da Ratti (l'avvio dei lavori di costruzione è previsto per il 2018), vincitore del concorso internazionale indetto da Mutti. Uno spazio di 250mila metri quadri, che ripensa il legame dell'azienda con il territorio e il paesaggio circostante, e si propone di rendere Montechiarugolo, la località in provincia di Parma dove ha sede la realtà, una destinazione gastronomica degna del circuito della food valley. I muri semi trasparenti, 120x7metri, si ergeranno nel bel mezzo della campagna, e saranno dotati di illuminazioni notturne.
Il parco della biodiversità
Un centro per i visitatori a tutti gli effetti, che ospiterà, inoltre, una serie di attività, eventi, degustazioni e incontri, oltre a visite guidate per adulti e studenti. “Ci siamo ispirati alla poesia di Pablo Neruda, “Ode al Pomodoro”, che è anche uno degli slogan di Mutti”, spiega l'architetto: “La strada piena di pomodori” della poesia è un modo per mostrare a tutti che l'azienda ha voglia di aprirsi verso l'esterno”. Lo stabilimento è stato, infatti, immaginato dalla squadra come “un grande teatro a cielo aperto”, perfettamente inserito nella natura circostante. Altro punto chiave del progetto è appunto la valorizzazione del territorio: un nuovo parco della biodiversità di ben 24mila metri quadri prenderà vita attorno all'impianto aziendale, andando ad assottigliare sempre di più la distinzione netta fra industria e natura.
Il rispetto per il territorio
Ma non finisce qui: il piano di Ratti prevede, inoltre, nuovi spazi destinati al lavoro, nel bel mezzo della limonia: “La nostra azienda si trova proprio nel cuore della food valley, e ha un forte legame con il territorio, che ci impegniamo ad amare e rispettare”, commenta Francesco Mutti, CEO della Mutti S.p.a. e presidente della giuria del concorso di design. E aggiunge: “Ecco perché la nostra ambizione è quella di creare un modello in cui sia gli individui che il territorio e tutta la filiera vivano in armonia con con la nostra attività”.
a cura di Michela Becchi