Da Iyo a Iyo Aalto
È la capacità imprenditoriale riconosciuta a Claudio Liu il primo motivo di interesse che ci porta a guardare con attenzione al nuovo ristorante nato nel segno del brand Iyo. Il progetto di ristorazione incentrato sulla valorizzazione della cucina giapponese, intesa come punto di partenza per confrontarsi con il contesto milanese, e costantemente aggiornata sulle suggestioni della gastronomia internazionale, è stato pioniere, a Milano, nell'esplorare le possibilità di interpretare cucine di forte matrice identitaria in modo personale, creativo, di alto profilo. Pur nell'approcciare una tradizione legata a tecniche e rituali precisi, com'è quella giapponese.
Così Iyo ha raggiunto traguardi lusinghieri (come i Tre Mappamondi del Gambero Rosso), ergendosi a modello da imitare. E da qualche settimana ha raddoppiato in uno spazio decisamente fuori dal comune, al primo piano della Torre Solaria.
La bellezza del progetto architettonico, a cura di Maurizio Lai, è l'altra faccia della medaglia – perfettamente coerente con l'anima concettuale e gastronomica di Iyo Aalto – che invita a soffermarsi sul debutto di questo ristorante giapponese tanto particolare. Ospitato all'interno del grattacielo residenziale più alto d'Italia, Iyo Aalto affaccia sull' antistante piazza Alvar Aalto, con grandi vetrate aperte sulla città.
Iyo Aalto. Il progetto di Maurizio Lai
L'idea che uniforma gli ambienti, ciascuno caratterizzato a suo modo, è l'eleganza di un'interpretazione dell'estetica giapponese che rifugge gli stereotipi di maniera. Innanzitutto, calando materiali di pregio all'interno di ambienti puliti, preziosi nel loro minimalismo, che lasciano spazio alla luce e alla bellezza della materia, tra legno di noce, porfido, ottone, pelle.
Nel complesso 320 metri quadri di superficie a disposizione per articolare un'offerta bipartita, tra sushi bar (Sushi Banco, per il percorso omakase di Masashi Suzuki) e ristorante “classico” (il Ristorante Gastronomico, percorsi degustazione da 120 a 150, e menu alla carta, con la cucina di Domenico Zizzi), che sono le due anime complementari dell'approccio alla cucina giapponese di Iyo: tradizione edomae di Tokyo da un lato, ricerca sui sapori del Giappone contemporaneo dall'altra. E modernissimo è anche l'approccio all'allestimento di sala, banco e cucina, con largo impiego di soluzioni tecnologiche all'avanguardia, che però convivono con l'evocazione del mestiere artigiano (intarsi e code di rondine in ottone, e molteplici lavorazioni del legno). Brevemente, prima di lasciare spazio alle immagini, descriviamo l'articolazione del locale.
I materiali e l'articolazione dello spazio
Partendo dal corridoio d'ingresso, che attraverso un gioco di trasparenze e riflessi invita a calarsi nell'esperienza, lasciando il mondo fuori per qualche ora. In fondo un desk, in porfido e ottone, per l'accoglienza. Poi la piccola sala di Sushi Banco, 8 coperti per vivere l'esperienza dell'edomae zushi, con la sequenza di nigiri preparati davanti all'ospite. L'affaccio è sul Bosco Verticale e sulla Biblioteca degli Alberi, mentre all'interno, una teca in vetro che espone botti di sake lascia intravedere la sala del ristorante. Qui, in un ambiente rivestito in legno con “finto” soffitto a cassettoni, evocati da un disegno in lamine di vetro - sono 38 i coperti.
E poi c'è la cantina a parete, anch'essa scenografica e funzionale (come la cucina, racchiusa in una teca di vetro, visibile anche da piazza Alvar Aalto) con sei diverse zone di temperatura, per ospitare fino a 1600 bottiglie.
Iyo Aalto – Milano – Torre Solaria, piazza Alvar Aalto - iyo.it/aalto/
foto di Andrea Martiradonna