A Milano una cuoca ha aperto l’unico ristorante mauriziano d’Italia. La storia di Vima Narrainen

25 Mar 2024, 18:15 | a cura di
Tutti conoscono la destinazione, pochi sanno qualcosa della sua cucina, dalle molteplici influenze ma, alla fine, che non somiglia a nessun altra, ci racconta la cuoca mauriziana che ha aperto un suo ristorante dopo una carriera nel backstage di tante trasmissioni televisive

Prima di tutto togliamoci il sassolino: si dice Mauritius non “le Mauritius". Tutti conoscono l’isola dell'Africa orientale nota per le spiagge sconfinate, mari pescosi e interni verdissimi e fioriti, molti ci sono anche stati in vacanza. Ma se poi volevano gustare in Italia quei coloratissimi e gustosi street food, godere dei profumi delle sue zuppe, risi e curry avvolgenti, non avrebbero trovato dhal puri per i loro denti. Non fino a quando Vima due anni fa decise di aprire il suo ristorantino in un quartiere residenziale di Milano.

Vima Narrainen: dalla tv ai fornelli

Siamo di fronte alla “solita” cucina africana (e per inciso ricordiamoci che stiamo parlando di un continente con 54 stati e centinaia di culture diverse) speziata, estrema, “strana”? Ecco, se avete un’idea preconcetta di come dovrebbe essere una cuoca mauriziana, a togliervela ci penserà Vima Narrainen. Donna colta, dai mille interessi, che ha lavorato in televisione, nella redazione di varie trasmissioni di cucina come Bake Off: «Seguivo le ricette e i concorrenti, specie i bambini, ancora adesso che sono cresciuti vengono a salutarmi» ed Hell’s Kitchen ma ha lavorato anche con Borghese, ha seguito corsi di nutrizione culinaria e antiaging. «La cucina mauriziana è frutto di tantissime influenze: indiana, cinese, africana ed europea, ha tanti richiami ma alla fine non somiglia a nessun’altra», dice. Un sincretismo e un mix di culture e sapori e religioni che nell’isola convivono armonicamente e si esprimono proprio in quegli street food gustosi e in certo modo inclusivi anziché estremi, non respingenti per eccesso di spezie o piccantezze.

Cresciuta con papà chef e mamma e nonna cuoca, Vima arriva in Italia nel 1989. E dei sapori e i profumi della sua rigogliosissima isola, a quel tempo, non c’era nulla. «Fu uno choc, non trovavo nemmeno il riso se non quello per risotti, le spezie, le melanzane giganti me le dovevo far spedire, ho fatto davvero fatica ad abituarmi. Ora è cambiato tutto, due anni fa a Mauritius mia mamma si lamentava che non aveva un ingrediente e le ho chiesto se glie lo dovevo portare io! Perché ormai a Milano trovo anche le foglie di curry, al mercato di via Papiniano mi sembra di essere in Africa, ci sono tante spezie, trovi di tutto».

Ma il viaggio dalla tv al ristorante come avviene? Vima racconta come nel 2014 lavorando a progetto e avendo tanto tempo a casa inizia un’attività di catering proponendo le ricette di Mauritius. «Poi, durante la pandemia, hanno lasciato a casa molte persone tra cui me e mio figlio Ivan che lavorava già in un ristorante italiano, così abbiamo organizzato un delivery dalla cucina di casa, promuovendoci attraverso il blog che avevo creato e i social. Ha funzionato, così abbiamo cercato un posto per aprire un piccolo locale nella mia zona, dove tanti clienti già ci conoscevano (via Giovio è una traversa di corso Vercelli, via dello shopping a ovest del centro di Milano, ndr). Molti apprezzano la cucina che è molto mista, c’è un po’ di tutto: vegano, vegetariano ma anche carne e pesce. Spesso vengono dopo essere stati a Mauritius in vacanza, non è una cucina forte come immagine rispetto ad altre, anche perché siamo gli unici in Italia a proporla».

Dhal puri, le “piadine” mauriziane

Dovendo scegliere la ricetta più identitaria, Vima non ha dubbi: è il dhal puri “uno street food che a Mauritius trovi a ogni angolo di strada”, una sottilissima piadina (quasi una crêpe) fatta con piselli gialli spezzati che si mettono a bollire con la curcuma e si frullano mentre l’acqua di cottura è usata per impastare, proposta ripiena con patate al curry e fagioli cannellini, chutney di burro di arachidi e salsa rossa rougaille. Quest’ultima è una ricetta creola che può essere più o meno piccante a base di pomodoro, zenzero, timo e peperoncino. La salade composé è invece un’insalata con frutta e verdura di stagione e semi misti condita con sala di senape al miele, succo d’arancia e lime che piacerà ai salutisti. Poi ci sono i noodles, anche in brodo stile ramen, e il Bol renversé, ciotola “rovesciata” di riso basmati con pollo e verdure saltati in salsa di soia e uovo al tegamino. Cosa non piace proprio agli italiani? “Chiodi di garofano e cumino, e molti preferiscono evitare il coriandolo».

Aperitivo nel dehors

In questo ristorantino con una manciata di tavoli, allargati nella stagione grazie a un dehors, si sperimenta con piacere quel culto dell’ospitalità e quella capacità tipica dei mauriziani di accogliere per cui sono noti in tutta l’Africa. Da sperimentare anche all’ora dell’aperitivo (dalle 18,30 alle 20) con un piacevole cocktail a base di rum mauriziano, ananas e frutto della passione preparato da Ivan e accompagnato da buns, samoosa e gateuax piments (polpettine di piselli gialli e semi di finocchio). Si pasteggia con una selezione di birre ma perché l’esperienza sia completa va provato il particolarissimo tè al cardamomo. Di Mauritius, of course, et naturellment.

Vima’s Food - Mauritian cuisine & more -  Via Paolo Giovio, 1 - Milano

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