APRILE
MERIDIO
Gaetano Luca e Gianni Salafia sono due geologi. Cosa c’è sotto, quando si parla di vite e vino, loro, una volta tanto, lo sanno. E non per dietrologia all’italiana. Ma per scienza. A Chiaramonte Gulfi, location del Ragusano che nel panorama articolato del vino italiano di rango il suo posto al sole se lo è già strameritato, il duo ha scelto dunque di produrre il suo. Inserendosi in un sistema, qualcosa di più di una modalità produttiva, quasi una filosofia, compendiata nella sentenza icastica: “l’ingrediente più importante di un vino è l’onestà di chi lo produce”. Il sistema (e la frase) sono firmati entrambi da Salvo Foti, profeta di buona parte della rinata viniviticoltura sicula di qualità. Il brand “Vigneri” sotto cui lavora la sua squadra è ormai una certezza. E a questa certezza hanno deciso di agganciare il loro lavoro Gaetano e Gianni. La piccola azienda si chiama Meridio: la forma di coltivazione e di conduzione del vigneto è l’unica ammissibile in questo loro mondo: l’alberello, tirato su a 350 metri di quota, su un terreno che i due maestri del ramo descrivono come “bruno, ciottoloso, calcareo, roccioso calcarenitico con substrato marnoso”. Dire che quel suolo è uno degli “ingredienti” fondamentali del loro prodotto (il cui nome deriva da una parola celtica che significa “acqua”) potrebbe sembrare, nel contesto, far vieta retorica. Ma è l’assaggio (vedi scheda) a dire che non è così. E che oltre all’onestà (fondamentale, certo) sono anche la sapienza e la capacità dei vignaioli a far la differenza. Sempre…
ARUNDO
Alicante, col suo fascino mediterraneo; Nero d’Avola, perché siamo qui, e questa è la bandiera e la sostanza; e Frappato, a tirar su la danza col floreale e il frutto fresco che ne sono il timbro. Fusi in un unicum, con il rispetto e la cautela di chi preventivamente (e solennemente) dichiara: “Ogni anno si ha un vino unico, ottenuto senza i sotterfugi della chimica. Così ogni vino ha la sua storia, che è anche la storia dei vignaioli che operano per un risultato carico di emozioni”. Arundo, emozione di due vignaioli-geologi puri, è un vino amico e versatile (vivo, materico, terroso, e insieme etereo e festoso, da pesce serio a 14°, da… tutto a temperatura classica). Una scoperta, e un bel brindisi alla primavera. Prezzo 21 euro. Valutazione: 83/100
Meridio | Chiaramonte Gulfi (RG) | c.da Cirito, 1 | tel. 339 487 3123 | www.vignameridio.it
MAGGIO
DE ANGELIS CORVI
Il rischio a primo impatto è di scambiarne l’atteggiamento per bruschezza, perfino per una certa quota di reticenza. E invece, è solo questione di tempo, e di tempi. Parlare con Corrado De Angelis Corvi di vino, dei suoi vini e di come fare vino in generale, fa assonanza con il titolo di un grande libro: “Elogio della lentezza”. Non può esserci fretta, né ha senso sparar lì sentenze a mille all’ora su un argomento che riguarda piante che devi attendere minimo tre-quattro-cinque anni solo per sapere se potrai davvero farci quello che speravi. Riflessione, rispetto, pacatezza; e prove, prove, prove, senza arrendersi né alle vecchie abitudini (leggi: scorciatoie) cantiniere, né ai Corani e ai dogmi improvvisati dei nuovi ayatollah del “naturale” strillato col megafono. Messer Corrado la sua terra (otto ettari di cui due a uve bianche) e la sua uva le ama. E dunque, le protegge. Anche dalla tentazione dell’improvvisazione. Per cui, lui che è stato ed è un antesignano della viniviticoltura totalmente ecocompatibile (e il cui approdo al biologico è stato un fatto dunque più che naturale, come amare il mare per un nuotatore) sta facendo invece più di un passo indietro e di un “sospendo” rispetto a pratiche ormai abituali e/o semiesoteriche “vendute” da più d’uno come un must. Intanto, i suoi Elevito (Montepulciano di punta e d’ambizione), il Trebbiano, e il rosso “entry” Fonte Raviliano guadagnano consensi e innamorati. Un po’ fuori dal coro, ma anzi per completarlo, chi scrive ha scelto di raccontarne il Cerasuolo: riassaggiato di recente, è oggi un altro fiore aggiunto a un già gran bel mazzo.
CERASUOLO SUPERIORE DOC 2013
È rubricato come il mese delle rose. Non ci pare gran sforzo, allora, proporvi a maggio anche un rosé. Senza bolle, però. E serio. Robustino. Da tavola oltre che da sfizio. Un Cerasuolo d’Abruzzo fatto da un produttore che sta cercando con pazienza (e trovando con soddisfazione) l’armonia più accurata e meno invasiva col territorio in cui opera (rigorosamente in bio da tempo, ma già oltre in realtà, pur senza talebanismi, da un paio d’anni). Avvolgente nella tessitura, appagante in bocca, ma fragrante di ciliegia piccola, dal colore non timido, ma dal naso non totalizzante, e non vinoso in modo arbitrario, e un vino da bere fresco per godere; e a temperatura di cantina con il cibo. Prezzo 9 euro. Valutazione: 81/100.
De Angelis Corvi | Controguerra (TE) | c.da Pignotto | tel. 0861 89475 | www.deangeliscorvi.it
GIUGNO
SOLIVE
Una famiglia, i Bariselli, ormai alla quarta generazione, e un “concept” franciacortino articolato, che compendia un approccio insieme territoriale e risolutamente contemporaneo nel proporre il mondo vino e le sue possibili emanazioni. Qui c’è storia lunga (tanto più se rapportata a quella complessiva dell’area vinicola), visto che l’insediamento primario della famiglia risale agli ultimissimi anni dell’Ottocento, e i primi vigneti “moderni” (siamo, per intenderci e per chi conosce meglio i luoghi, in zona Bellavista) già al 1975, con i filari poi espansi fino ai 30 ettari attuali e ripartiti come dislocazione tra Torbiato, Adro e Corte Franca. Ma, insieme, è propria del progetto Solive una visione, come detto, decisamente moderna e olistica dell’azienda, che ha portato via via, e in ordinata successione, al varo prima di un’attività agrituristica e di ristorazione, alla costruzione poi di una nuova, adeguata cantina, alla parallela progettazione e realizzazione di un museo contadino, e infine alla proposta nell’attuale veste, dopo l’adesione al Consorzio della Docg (un passo fatto nel 1996), della “collezione Solive”: una gamma completa (e ambiziosa, fin dalla “veste”) di Franciacorta che include, oltre al Pas Dosé che vi raccontiamo e schediamo a parte, due millesimati (uno è il préstige di famiglia), un rosé, un Satèn, e anche un rosso e un bianco fermi (oltre all’extravergine che fa parte integrante dell’offerta produttiva della cascina).
FRANCIACORTA PAS DOSÉ
Un blanc des blancs al novanta per cento e oltre, dove il “soffio” del Pinot Nero è una nuance, un ricordo, e la marca dello Chardonnay di Franciacorta e dei suoi colli morenici è quella che fa i giochi. Non dosato, perché assolutamente non serve (anzi…), il Solive in questa versione naviga in armonioso bilico tra la soffice capacità di accoglienza tipica dei vini dell’area e la maggior tensione derivatagli dalla “nudità” scelta per lui da chi l’ha progettato. I 30 mesi sui lieviti regalano finezza e pérlage appropriati: eleganza qui non è una parola spesa a caso. Un brindisi perfetto all’estate in arrivo. Prezzo 26 euro. Valutazione: 84/100.
Solive | Erbusco (BS) | via Bellavista | tel. 0363.397432 | www.solive.it
a cura di Antonio Paolini
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Articolo uscito sul numero di Gennaio 2015 del Gambero Rosso. Per abbonarti clicca qui