Tre giorni di porte aperte al Lingotto (Padiglione 1) per imparare, fare, assaggiare, comprare in compagnia di volti noti della ristorazione e grandi artigiani del gusto. Parliamo di Gourmet Food Festival. Cosa aspettarsi dall'evento? C'è il mercato del gusto, dove piccoli produttori italiani e internazionali presentano le proprie specialità, disponibili per l'acquisto. C'è l'Agorà, un grande palco tematico allestito al centro del Padiglione 1, riservaato alla formazione e all'intrattenimento. E, poi, c'è un vasto programma dedicato al vino che, stavolta, abbiamo interpretato in modo un po' ludico. Giocare con il vino: è questa l'idea che guiderà il ricco programma di appuntamenti nella città sabauda. Ci allontaneremo, quindi, dalla classica degustazione tecnica per coinvolgere il pubblico e renderlo protagonista attivo dell'analisi sensoriale di un calice.
Berebene 2018. Le novità
La tre giorni di Torino, sarà l'occasione per la presentazione di Berebene 2018, la guida che premia i vini italiani dal miglior rapporto qualità prezzo, quest'anno giunta alla sua ventottesima edizione. Protagonisti sono, appunto, quei vini che acquistiamo in enoteca o al supermercato tenendo conto del loro valore e del loro costo, che deve rimanere sotto la soglia dei 13 euro. Fortunatamente in Italia non si fa nessuna fatica a trovare prodotti con queste caratteristiche, molti provenienti dalle denominazioni più blasonate, realizzati da grandi cantine cooperative come da piccole realtà. È così che, in questa edizione, abbiamo premiato ben 773 vini - con un incremento notevole rispetto alla passata edizione in cui se ne contavano 718 - tra cui anche delle bollicine, escluse nelle passate pubblicazioni. Inoltre, ogni territorio può sfoggiare un premio regionale, assegnato al vino che più degli altri rappresenta la regione di appartenenza, per adesione al territorio e valorizzazione dei vitigni. Infine ci sono i Premi Nazionali, nove in totale, suddivisi tra Nord, Centro e Sud, e tra bianchi, rosati e rossi: sono vini che rappresentano la quintessenza e riassumono lo spirito di questa pubblicazione. Vini straordinari, convenienti e facili da reperire. A questi ultimi, verrà dedicata una speciale degustazione (18 Novembre 2017 dalle 11:30 alle 13:00) guidata dai curatori della pubblicazione Stefania Annese e William Pregentelli. Sarà possibile, invece, assaggiare gli altri premiati in un wine tasting che si svolgerà il domenica 19 dalle 18 alle 21 in Sala Gialla.
Il Nebbiolo e le sue Denominazioni
E iniziamo con gli appuntamenti pù ludici. Per farlo partiamo dal "padrone di casa", Sua Maestà il Nebbiolo, vitigno piemontese per antonomasia. Dalla provincia di Cuneo, immerso nella Langa e nell'Albese, proviene questa varietà in grado di dare vita ad alcuni dei rossi più prestigiosi d'Italia. Il nome sembrerebbe avere un legame intimo con il luogo che gli fa da culla e rimanderebbe a quelle nebbie che si levano sulle colline di Langa nel periodo di piena maturazione del vitigno, in autunno inoltrato. I vini che ne derivano sono tra i più apprezzati al mondo, merito di una ricchezza di zuccheri, acidi e polifenoli davvero rara, in grado di trasformarsi in prodotti eleganti e affascinanti quando accarezzati dal tempo, dinamici e freschi in gioventù. "Il nebbiolo ha un grande fascino perché si è acclimatato perfettamente solo in Piemonte e in poche altre regioni del Nord Italia” conferma Luca Trivellato, export manager di Bel Colle, storica azienda delle Langhe fondata nel 1974 dalle famiglie Priola e Pontiglione e oggi di proprietà della famiglia Bosio. I vigneti da cui nascono i loro vini – protagonisti della degustazione – insistono prevalentemente sul territorio di Verduno, comune da cui nascono prodotti fini ed eleganti.
Le denominazioni del nebbiolo di Langa non hanno bisogno di presentazioni: Barolo e Barbaresco ne rappresentano gli apici qualitativi, ma anche le versioni meno blasonate, come il Nebbiolo d'Alba o il Langhe Nebbiolo riescono a dare vini molto interessanti. "Il nostro Langhe Nebbiolo nasce sulle sabbie delle colline del Roero; è un vino fresco e fruttato, di facile beva, generalmente d'annata" spiega Luca "mentre il Nebbiolo d'Alba, anch'esso dal Roero, è robusto e ampio, e proviene dalle colline più alte e meglio esposte al sole". Il gioco, in questo appuntamento, sarà proprio quello di riconoscere la denominazione esatta dei cinque vini in degustazione alla cieca, tra cui anche un cru di Barolo, il Monvigliero, “tra le migliori zone di Verduno, da vigne di circa 30 anni”, un Barolo assemblaggio di diversi vigneti, e un Barbaresco, un modo divertente e stimolante per approfondire la conoscenza di una gemma del nostro patrimonio vitivinicolo.
Bertani, l'Amarone e la Valpolicella
Lasciando per un attimo la dimensione ludica, ci sarà modo anche per approfondire le varie facce della Valpolicella, attraverso i vini di Bertani, nome storico del vino veneto. L'azienda di Grezzana negli ultimi anni ha avviato un progetto di rinnovamento e valorizzazione del grande patrimonio viticolo che possiede. Duecento ettari di vigneto in alcune delle zone più belle e vocate della Valpolicella, spesso circondate da boschi, inserite in contesti di rara bellezza che meritano di essere visitati. In cantina tutto procede con i ritmi di un tempo, con una produzione fedelmente legata alla tradizione e con un percorso di riscoperta dell’essenza dei vini di questa terra.
Bollicine e salumi
Il sabato, protagonisti saranno i salumi del Salumificio Pedrazzoli di San Giovanni del Dosso, in provincia di Mantova, e le bollicine di Tosti. Conosciuta perlopiù per il Moscato d'Asti, da poco l'azienda ha iniziato a produrne anche la versione secca, che nei mesi passati è stata protagonista di vivaci polemiche legate al nome, Asti Secco, che sembrerebbe troppo simile a Prosecco. La degustazione sarà il banco di prova di questo nuovo prodotto e della sua versatilità negli abbinamenti. Ma Tosti non è solo moscato. Insieme ai profumi di quest'ultimo, verrà dato spazio anche alle bollicine metodo classico dell'azienda astigiana che si misura anche con una denominazione, l'Alta Langa, troppo poco conosciuta, spesso scrigno di belle sorprese.
I rossi e i bianchi protagonisti di due appuntamenti ludici
Il programma ludico-enoico continua con la degustazione alla cieca dei rossi. Scopo del gioco? Distinguere un vino che viene dal Nord da uno che proviene invece dal Meriodione. E poi con i bianchi, con l'intento di riconoscere (sempre alla cieca) il vitigno nel calice. Tutti i vini in assaggio sono provenienti dalla vasta gamma di Mezzacorona, azienda trentina che vanta un grande parco vigneti: "coltiviamo 2800 ettari di vigna di proprietà di 1600 soci conferitori della cooperativa" racconta Davide Semenzato, brand ambassador della casa vinicola. "Calcolando una media, si parla di circa un ettaro e mezzo a testa, quasi la superficie di un giardino, praticamente. I vigneti sono allevati per il 90% con la classica pergola trentina, doppia in pianura e singola in collina. Per il restante 10% delle vigne si usa la forma di allevamento a spalliera. Coltiviamo tutti gli autoctoni trentini, più vitigni internazionali, vinificati quasi tutti come monovarietali". E tra i vini in degustazione ci sarà anche una nosiola in purezza: "è un vitigno molto interessante, in Trentino se ne coltivano due cloni diversi. Uno è quello utilizzato da noi nella zona nord del Trentino, perfetto per produrre vini bianchi secchi molto fragranti con buona acidità; l’altro, dal grappolo molto più spargolo, è un clone coltivato prevalentemente in Valle dei Laghi, utilizzato per la produzione del Trentino Vino Santo: essendo spargolo si presta meglio all’appassimento sui graticci". E conclude con una piccola curiosità: "la nosiola è chiamata uva di vetro; infatti o spessore della buccia è davvero molto sottile, tanto che si riesce a vedere attraverso".
Gourmet Food Festival | Torino | Lingotto Fiere, via Nizza, 294 | dal 17 al 19 novembre 2017, venerdì dalle 17 alle 23, sabato dalle 10 alle 23, domenica dalle 10 alle 20 | www.gourmetfoodfestival.it
Per info sugli altri appuntamenti: www.gamberorosso.it/it/gourmet-food-festival
a cura di William Pregentelli