Ferrari compra il 50% di Bisol. Intervista a Matteo Lunelli

11 Apr 2014, 15:41 | a cura di Gianluca Atzeni
Matteo Lunelli, ad del Gruppo omonimo, punta a costituire un aggregatore di marchi d'eccellenza italiani. E gradualmente ci sta arrivando. La regola รจ: "Forti basi territoriali e struttura di una multinazionale". E cosรฌ il capo dello Spumante Ferrari si รจ comprato il 50% del prosecco Bisol.
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Da alcuni anni Matteo Lunelli, 40 anni, ad dell'omonimo Gruppo, osservava il mondo del prosecco in forte crescita, in cerca di un'azienda in vendita. Il candidato ideale doveva avere requisiti molto precisi: non troppo grande, solide basi familiari, lunga tradizione, un certo blasone nel proprio settore e un marchio giร  noto all'estero. Pochi mesi fa, l'occasione si รจ presentata con Bisol: sono partite le trattative e si รจ arrivati alla partnership, quella lanciata al Vinitaly, che nelle intenzioni dei protagonisti, Matteo Lunelli e Gianluca Bisol, dovrebbe consentire a entrambi a un salto in avanti. Per il Gruppo trentino, l'ingresso nel capitale della storica casa spumantistica di Valdobbiadene, proprietaria di vigneti tra i piรน esclusivi della collina del Cartizze, farร  salire da 65 a 80 milioni di euro il fatturato aggregato (considerate le Cantine Ferrari, i marchi Surgiva e Segnana, le Tenute Podernovo e Castelbuono); per la Desiderio Bisol & Figli (1,8 milioni di bottiglie e un fatturato da 17 milioni di euro, 70% estero) si aprono nuove strade nella valorizzazione del marchio di qualitร  della Docg Prosecco, soprattutto all'estero dove si punta a raggiungere il 90% di quota export in 5 anni, ma anche una nuova cantina a Valdobbiadene da 10 milioni di euro entro il 2015. รˆ lo stesso Matteo Lunelli, che assumerร  la vicepresidenza in Bisol, a spiegare al Gambero Rosso le prospettive di questa operazione (cifra non resa nota), nata innanzitutto da una "condivisione di valori" e da una "profonda stima" che Gianluca nutre nei confronti di Cantine Ferrari quando, giovanissimo, conobbe Gino Lunelli, zio di Matteo, rimanendo colpito dalla cantina trentina. Stima che ha fatto sรฌ che non cedesse a cinesi, americani o alle richieste del gruppo Lvmh.

Perchรฉ i Lunelli hanno scelto proprio Bisol?
รˆ un marchio che esprime una lunga tradizione, legato saldamente al territorio di Valdobbiadene. L'operazione (ndr: advisor Avvocatidiimpresa per il Gruppo Lunelli e Luciano Favero consulting e lโ€™avvocato Carlo Rossi Chauvenet per Bisol) consente di mantenere in sella la famiglia, con le anime dell'azienda Gianluca e Desiderio, che resteranno presidente e direttore di produzione.

Avete acquisito il 50% del capitale. Quali sono i vantaggi di questa formula?
Permette di ottenere quei benefici che alla Bisol puรฒ portare lo stare in un gruppo come il nostro. Noi proseguiamo con il nostro progetto di creazione di un gruppo dell'eccellenza del bere italiano, perchรฉ intorno al marchio Ferrari vogliamo affiancarne altri che rappresentino il meglio della viticoltura made in Italy.

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Cercavate un'azienda in vendita ma non perchรฉ questa era in difficoltร ?
La Bisol non stava male. Lo scorso anno sono cresciuti del 15%. Anche Gianluca e Desiderio, che hanno fatto tanto per la Bisol, facendole raggiungere traguardi importanti, si sono resi conto che per andare oltre in termini di qualitร  e sviluppo commerciale occorre una struttura diversa. La loro scelta dimostra grande fiducia nei nostri confronti.

Secondo l'accordo i terreni resteranno ai Bisol. Su cosa lavorerete?
Il primo tema si lega alla qualitร  dei vini e delle uve: costruiremo un protocollo di agricoltura sostenibile per migliorare la qualitร  delle uve dei vigneti Bisol e di quelle che finora loro acquistano da terzi. La lunga esperienza di Ferrari con i conferitori di uve (ndr: quasi 500), basata su precisi protocolli di collaborazione, rappresentano un know how importante. Altro tema รจ quello del marketing: oggi si valorizza molto la comunicazione in rete e noi stiamo assumendo anche un digital marketing manager. Pertanto, mettere a fattore comune queste risorse ci porterร  dei vantaggi e anche risparmi attraverso delle economie di scala.

Le reti di vendita resteranno separate?
Si, per ora. Ma le collaborazioni e le sinergie nasceranno in tutto il mondo. Entrambi i marchi hanno persone in vari Paesi chiamate a comunicare i due brand. Noi, per esempio, abbiamo collaboratori che parlano il cinese e pertanto sarร  possibile per loro promuovere piรน marchi. Tengo a dire che non vogliamo fare alcuna rivoluzione, la Bisol va giร  bene e vogliamo capire cosa si puรฒ migliorare. Di sicuro Bisol ha grandi potenzialitร  negli Usa, ma anche in tutta l'Asia. Cantine Ferrari, che oggi esporta il 20% della produzione, lavorerร  con il suo team export per far sรฌ che l'estero conti di piรน.

A Vinitaly dopo l'annuncio cosa รจ successo di concreto?
Abbiamo avuto occasione di presentare alla Bisol alcuni nostri operatori e buyer. Abbiamo anche scoperto di essere entrambi partner di alcune realtร  importanti dell'hotellerie internazionale. In ogni modo, Cantine Ferrari potrร  dare una mano soprattutto nel canale Horeca. E senza rischio di sovrapposizioni: possiamo coesistere benissimo, ognuno con la propria identitร .

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Facciamo il punto: avete base a Trento, avete acquistato in Umbria e in Toscana, ora vi siete orientati a est con il prosecco. Vi manca un marchio del sud Italia, sull'Etna, e magari una bollicina del Piemonte...
Perchรฉ no? Sono un grande amante del Piemonte. E l'Etna รจ un luogo affascinante. Ma la sfida con Bisol รจ appena partita, occupiamoci di questo. รˆ chiaro che se guardo al Gruppo Lunelli in futuro vedo un aggregatore di marchi e vini di eccellenza italiani. Noi ci candidiamo per assumere questo ruolo per raccontare la diversitร  dei territori italiani. Le aziende del vino sono chiamate, da un lato, ad avere le radici solide e, dall'altro, devono essere multinazionali che vendono in tutto il mondo.

Intanto รจ partita la sfida sul prosecco.
Si. Vogliamo fare con Bisol la qualitร  e l'eccellenza. Assieme ad altri produttori abbiamo l'ambizione di portare avanti il marchio del prosecco di qualitร . Nel mondo, purtroppo la peculiaritร  della Docg non รจ riconosciuta e sono pochi i marchi ben identificati e richiesti dai consumatori. Un prosecco percepito come generico, "unbranded", porta la competizione solo sul prezzo. E questo mette a rischio la qualitร . Noi invece la vogliamo portare avanti e dobbiamo lavorare per costruire la consapevolezza dell'esistenza della Docg.

Agli altri produttori di prosecco, il vostro ingresso in Bisol come azienda di riferimento del Trento Doc sarร  sembrato un'invasione di campo. Come vi hanno accolto?
Ci hanno accolto bene. Ci sono stati messggi di stima. Hanno percepito che vogliamo costruire qualcosa che vada a vantaggio di tutto il territorio. E anche in Trentino la nostra mossa รจ stata capita. Noi siamo molto ottimisti e consapevoli che il valore aggiunto in questa operazione ci sarร : uno piรน uno non farร  due, ma farร  tre.

a cura di Gianluca Atzeni

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