Palacio Chiado. La storia
Palacio Chiado è il nome odierno dello storico Palazzo Quintela realizzato alla fine del Settecento nel centro di Lisbona, tra i più eleganti edifici residenziali dell'epoca nella capitale portoghese. Uno spazio che deve il suo carisma a quasi 250 anni di vicissitudini e avvenimenti passati alla storia, Luogo di banchetti e feste aristocratiche, incontri ufficiosi e ufficiali, e molti passaggi di proprietà. Nel 2014 un gruppo di tre imprenditori ha rilevato il palazzo con l'obiettivo di aprirlo al pubblico nel rispetto del suo passato. Per due anni l'architetto Frederico Valsassina ha lavorato al cantiere per restaurare le storiche decorazioni e ripensare gli spazi secondo le esigenze moderne. E nel 2016 il palazzo dove “dove aristocratici, bohémien e bons vivants si davano appuntamento per balli, feste sontuose e mostre d’arte senza precedenti” (come recita l'inizio di questa storia sul sito del progetto), ha riaperto le porte al pubblico in veste di concept restaurant, proprio nel cuore della città. Così quello che il Portogallo tutela come monumento storico nazionale ha cambiato volto per merito dei fratelli Gustavo e Antonio Duarte, che hanno finanziato la ristrutturazione mirata a restituire lustro alle antiche stanze, recuperando, tra l'altro, il bel ciclo di affreschi con allegorie mitologiche che oggi si apprezza sulle pareti e sulle volte.
Il progetto gastronomico. Dal restauro alla riapertura
Al progetto di Valsassina ha fatto da contraltare l'intervento dell'interior designer Catarina Cabral, che ha lavorato sulla nuova identità dei diversi ambienti, in origine sette format gastronomici tematici, dal fast food gourmet alla steakhouse di respiro internazionale, passando per la cucina tradizionale lusitana servita al Pateo no Palacio. E ancora un oyster bar, il banco delle tapas, il sushi bar e la spumanteria. L'autunno scorso, però, ha portato diverse novità nell'assetto di quello che si conferma essere uno dei più originali e affascinanti spazi gastronomici di Lisbona. Dopo due anni di attività, la proprietà ha scelto di rinnovare i concept di ristorazione riuniti sotto lo stesso tetto, sempre nel segno di una continuità spaziale garantita dalla magnificenza di affreschi, stucchi e soffitti riccamente decorati. A supervisionare il lavoro di tutte le cucine è arrivato lo chef Manuel Boia (già al Beco di Josè Avillez), che segue personalmente la linea del ristorante gourmet, ma coordina l'offerta di tutti e sei i ristoranti che definiscono la nuova proposta gastronomica del Palazzo, ora più coesa anche in termini di standard qualitativi.
I menu. Cucina lusitana, cocktail e un po' di Italia
Nella sala principale, in cima allo scalone monumentale che dal cocktail bar conduce al piano superiore, un grande leone alato dorato volteggia sui commensali; ma si può mangiare anche a la “barra”- per un aperitivo o un pranzo veloce – scoprire la pasticceria tipica (ma anche il gelato italiano di Davvero di Filippo Licitra) nella Confetairia del palazzo proprio accanto all'ingresso principale, bere un drink al lounge bar, sperimentare la cucina di mare di Azimuth e persino i piatti di ispirazione italiana di Rosmarino, che ha rimpiazzato la quota “esotica” del sushi bar, tra un risotto al tartufo e un piatto di tagliolini al nero di seppia. Tra le novità anche l'healty food di Seed, che cerca di intercettare una tendenza alimentare sempre più diffusa nel mondo, con proposte vegane (la bistecca di seitan, l'insalata di tabulè con tofu) e piatti che strizzano l'occhio alle specialità più in voga, come il poke. Ma il rinnovamento ha coinvolto prima di tutto il servizio: ora, in tutte le aree del Palazzo, il cliente può ordinare da un menu unico, scegliendo se consumare un pranzo veloce, un aperitivo o un pasto completo coccolato dalle attenzioni del menu gourmet, di carne o pesce, comunque a prezzi accessibili (a meno di non ordinare l'aragosta in salsa di champagne di Azimuth, venduta a 57 euro o il tomahawk alla brace per due persone, a 78 euro).
Palazzo Chiado – Lisbona – Rua do Alecrim, 70 – www.palaciochiado.pt
a cura di Livia Montagnoli