La notizia è di pochi giorni ma destinata ad avere ripercussioni nei mercati quantomeno europei. Carrefour, la famosa catena di supermercati francese, il quarto più grande gruppo della gdo presente in 30 Paesi, per un totale di oltre 14mila punti vendita (di cui circa 1.500 in Italia), non commercializzerà più in Francia i prodotti della multinazionale statunitense PepsiCo.
Motivo: “rincari inaccettabili”. Dagli scaffali sono scomparsi non solo Pepsi, 7Up, Gatorade e tè freddo Lipton, ma anche le patatine Lay's, gli snack Cheetos e Doritos, i succhi e nettari Looza, i cereali da colazione Quaker. Al loro posto spazi vuoti e un cartello con la spiegazione della loro assenza: “Prix trop élevés”, prezzi troppo alti. Mentre in Francia la battaglia contro il colosso americano è in corso, Carrefour ha annunciato che smetterà di vendere i prodotti dei brand del colosso americano anche in Italia, Spagna e Belgio.
Non è l’unica voce di dissenso Oltralpe. Michel-Edouard Leclerc, presidente di E.Leclerc, la principale catena di supermercati in Francia, ha dichiarato che le grandi aziende alimentari hanno aumentato i prezzi per i distributori fra il 6 e il 10%, e perfino del 20% in alcuni casi, e che sta valutando di boicottare alcuni prodotti.
La battaglia tra distribuzione e i produttori
La decisione del grande player francese della gdo va inquadrato all’interno di un conflitto in corso tra la distribuzione e i produttori di beni di largo consumo, accusati di aver alzato i prezzi per aumentare i profitti, trascurando l’impatto sui consumatori e lasciando a negozi e supermercati l'onere di non scaricare sui clienti gli eccessivi rincari. I numeri parlano da soli: nel primo semestre del 2023 il margine di redditività di Carrefour è rimasto stabile a 1,9 miliardi di euro, mentre PepsiCo tra giugno e settembre ha alzato i listini in media dell'11%, accettando un calo di volumi di vendita del 2,5%, con ulteriori rincari previsti per il 2024.
I casi di boicottaggio in Germania
La decisione di Carrefour in Francia non è un caso isolato. Sempre a causa dei prezzi troppo alti anche in Germania due importanti protagonisti della grande distribuzione, Edeka e Rewe, hanno interrotto temporaneamente i contratti di fornitura con Mars, Kellogg's, PepsiCo e Coca Cola.
In Italia non si registrano risposte analoghe a quelle in corso in Francia e in Germania, ma può essere una conseguenza il Trimestre Anti-Inflazione, promosso dal Mimit, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tra i mesi di ottobre e dicembre del 2023 per “favorire il contenimento dei prezzi e tutelare il potere di acquisto dei consumatori, specialmente delle famiglie, al fine di contrastare la spinta inflazionistica ed evitare che diventi strutturale”.
In Italia il Trimestre Anti-Inflazione
Il Trimestre Anti-Inflazione è un'iniziativa del Governo per contenere i prezzi dei beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo, compresi i prodotti per l’infanzia e la cura della persona. Un patto al quale hanno aderito i principali attori della filiera, 32 associazioni che vanno dalla distribuzione moderna e classica al mondo delle cooperative, delle farmacie e parafarmacie, dell’industria, della produzione, dell’artigianato e agricoltura. Tra queste Coop e Conad per quanto riguarda il settore della distribuzione, Coldiretti, Confragricoltura e Cia per la parte della produzione e trasformazione. Negli ultimi mesi del 2023 le imprese della distribuzione che hanno aderito all'iniziativa si sono impegnate a offrire a prezzi contenuti una selezione di prodotti, soprattutto quelli di uso quotidiano. Cosa accadrà nel 2024?