Promozione del territorio. L'esempio (ottimo) del Canton Ticino e la cucina dei grotti

5 Ott 2017, 13:00 | a cura di

Una strategia integrata che punta tutto su sinergia, incentivi e investimenti. Accessibilità e valorizzazione delle risorse culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche nel futuro del Canton Ticino. 


Il sistema turistico integrato

Agevolare per incentivare: se si dovesse riassumere con due parole la strategia che il Canton Ticino ha messo in campo per promuovere il turismo sul proprio territorio, sarebbe esattamente questa la formula. D'altra parte i paradigmi su cui si basa sono semplici e chiari. Primo: per promuovere un territorio è indispensabile facilitarne l'accesso. Secondo: una volta sul posto, bisogna semplificare gli spostamenti. Terzo: è indispensabile agevolare la fruibilità ai luoghi di interesse artistico, culturale, storico, paesaggistico e, perché no, enogastronomico.

Ed è esattamente quello che sta facendo il più italiano tra i 26 Cantoni che compongono la Svizzera. L’apertura di una linea aerea diretta Fiumicino – Lugano (che sarà Capitale dell'enogastronomia Svizzera 2018, con la creazione di nuovi percorsi turistici e gastronomici) permette di diminuire notevolmente i tempi di viaggio, atterrando, dopo poco più di un'ora dal decollo, nel piccolo aeroporto che si trova a pochi minuti dal centro di Lugano. Una volta giunti nella struttura ricettiva sarà la reception a consegnare, insieme alle chiavi della stanza, un ticket valido per tutto il periodo della permanenza che oltre alla libera circolazione su tutti i mezzi di trasporto pubblico del Cantone, garantisce a chi pernotta in un albergo, in un ostello della gioventù o in un campeggio, agevolazioni sugli impianti di risalita, la navigazione e le principali attrattive turistiche. L'idea, per arrivare preparati all'appuntamento del prossimo anno, è quella di creare nuovi percorsi enogastronomici sfruttando sentieri già esistenti, pensati prevalentemente per essere vissuti a piedi o in bici, ma percorribili anche a cavallo. E a supporto, una rete di strutture bike friendly per la sosta e il noleggio di mountain bike. Oltre a una guida gastronomica che raccoglierà i migliori indirizzi del Ticino.

Insomma, la strategia di promozione del Canton Ticino ha tutte le carte in regola per diventare un esempio virtuoso e, soprattutto, replicabile.

L'enogastronomia del Canton Ticino. I grotti

Attraversata dal fiume che le ha dato il nome, e che arrivava ad alimentare alcuni dei navigli di Milano, questa area alpina si incunea in Italia portando con sé i confini della Svizzera. Si tratta di un punto di passaggio che nella storia è stato attraversato da così tanti mercanti ed eserciti da meritarsi l’appellativo di “porta nelle Alpi”.

Il concetto di accoglienza si fonda quindi su forti radici culturali che hanno permesso ai segni di un fiorente passato di rimanere inalterati fino ai giorni nostri. Si parla di ‘grotti’, castelli, natura incontaminata e tanta arte. I ristoranti tipici del Cantone si chiamano ‘grotti’ proprio per le loro peculiarità. Anticamente erano punti di ristoro scavati nella roccia o all’interno dei bastioni dei castelli. Oggi sono attività moderne con un’offerta rispettosa della tradizione. In carta si trovano i piatti tipici come polenta, ossobuco, brasati, risotti e maialino in tutte le salse. Formaggi d’alpeggio a latte crudo e salumi per tutti i gusti. Particolarmente suggestivo, tra questi, il Grotto di San Michele. Oltre alla terrazza panoramica sul complesso dei castelli di Bellinzona e situato proprio sulla salita al più imponente di essi – Castelgrande – vanta anche una particolarità: si tratta di un ristorante – scuola, in cui organizzazione e servizio è a opera dei giovani allievi della scuola alberghiera. Il posto ideale per rifocillarsi dopo la lunga passeggiata che unisce il complesso di mura e castelli, attraversando lo storico mercato nel centro di Bellinzona.

Non manca l’offerta gastronomica più ricercata del pluripremiato Frank Oerthle, chef del ristorante Arté al lago, costola gourmet del Grand Hotel Villa Castagnola di Lugano. E molto altro ancora.

Una menzione speciale è da dedicare ai vini del territorio. La viticultura in queste zone riguarda principalmente il merlot. Declinato nelle versioni bianco, rosso e rosè, ha da quest’anno guadagnato un posto nella Guida Vini d’Italia 2018. Delle 22 mila etichette presenti, 115 provengono da circa trenta aziende ticinesi e a due di esse è stato conferito il massimo riconoscimento dei Tre Bicchieri.

 

a cura di Saverio De Luca

 

 

 

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