Metti un giorno a pranzo tra formaggi, sigari e Chianti: è la proposta davvero insolita che il Consorzio del Chianti ha deciso di far testare a un gruppo di giornalisti in preparazione della cena di gala che chiuderà il Festival Habanos, previsto a L’Avana dal 27 febbraio al 3 marzo, la kermesse che vede protagonisti gli operatori di sigari premium. La collaborazione fra il Consorzio Vino Chianti e Habanos nasce nel 2014. Nel 2015 inizia la prima 'alianza' con Habanos Sa e la scelta del Consorzio come partner ufficiale per condurre il seminario più rilevante della manifestazione. Nel 2016 una prima degustazione di Vin Santi del Chianti con il Cohiba, il sigaro più prestigioso, in occasione del suo 50°esimo anniversario. Quest’anno il sigaro prescelto è l’Habanos Montecristo, i formaggi appartengono alle migliori DOP Italiane e il vino è il Chianti Riserva, per far capire la capacità di essere protagonista grazie alla versatilità che lo rende adatto ad una cucina internazionale e “mariages” eccellenti ma non scontati.
Sigari, formaggio e vino. Matrimonio d'autore
“L'abbinamento fra Chianti Riserva, formaggi e sigaro, è studiato come un climax di intensità e complessità e dunque le consistenze, le trame, gli aromi e i sapori sono pensati per compensarsi ed esaltarsi reciprocamente.” Così presenta il progetto Luca Alves, responsabile eventi del Consorzio: “Esattamente tre fasi, perché accademicamente la fumata di un sigaro si divide virtualmente in tre terzi, detti “tercios”, durante i quali l’evoluzione e la combustione del manufatto varia e cresce di intensità. Sinteticamente la prima è abbastanza semplice e morbida, la seconda dal volume piuttosto pieno e robusto, la terza intensa e persistente”.
Ma come si procede per centrare l'abbinamento perfetto? “Montecristo è una marca dal gusto tradizionalmente medio forte. Abbiamo scelto di abbinare Il Chianti Riserva, inteso come categoria, che ha per qualità, caratteristiche organolettiche, versatilità, la virtù di potersi abbinare con una vasta gamma di formaggi ed esaltare certe triangolazioni col sigaro cubano.”
Lo scopo è quello di trovare alternative divertenti e fuori degli schemi classici dell’abbinamento. E alla prova, i risultati sono indubbiamente accattivanti: la lentezza della fumata, circa un’ora e un quarto per un sigaro, che si può tranquillamente allungare, permette di trovare combinazioni organolettiche delle più varie, con una temperatura che ben si sposa a quella degli alimenti, senza creare accostamenti azzardati ma in perfetta armonia. Ecco che il sigaro potrebbe diventare, in cene a tema, l’ingrediente che non c’è di un piatto, ad accompagnarlo appunto come se fosse un vino abbinato.
a cura di Leonardo Romanelli
Foto di Alessandro Fibbi