I succhi di frutta senza zuccheri fanno ingrassare, dice uno studio

21 Gen 2024, 12:53 | a cura di
I più autorevoli centri di ricerca degli Stati Uniti hanno accertato clinicamente una correlazione fra consumo di succhi di frutta (al 100%) e aumento di peso. Lo studio è stato condotto osservando anche l'indice di massa corporea (IMC)

Succhi di frutta, tanto amati dai bambini quanto sconsigliati dagli esperti. Soprattutto in certe quantità. Assumere infatti ogni giorno un bicchiere o più di succo di frutta al 100% comporta un aumento di peso nei più piccoli così come negli adulti. È questa una delle conclusioni in merito agli effetti negativi di quella che viene chiamata "frutta raffinata" cui sono giunti diversi studiosi dei centri di ricerca più accreditati negli Stati Uniti, paese in cui il consumo di succhi e bibite colorate è piuttosto elevato.

Gli effetti dei succhi di frutta sul fisico

Un resoconto scientifico di questo tipo può disorientare qualcuno; data per assodata la salubrità della frutta, alcune persone ritengono che anche i succhi estratti al 100% lo siano. Eppure, fra le due cose vi è una differenza non trascurabile. La frutta intera, dunque non sottoposta a processi di "estrazione" e consumata al suo stato naturale, non aumenta i livelli di zucchero nel sangue poiché il fruttosio, ovvero lo zucchero naturale contenuto per esempio in una mela, viene rilasciato nel flusso sanguigno gradualmente.

Al contrario, quando si beve un succo di frutta, il fruttosio entra in circolo in modo quasi veemente. Mette in guardia da questa questo tipo di metabolizzazione degli zuccheri la dottoressa Tamara Hannon, membro del comitato sulla nutrizione dell’American Academy of Pediatrics (AAP): "Il sangue non può essere zuccherino. È pericoloso per gli organi, quindi il corpo dispone di molti meccanismi per eliminare rapidamente lo zucchero e mantenere il livello di zucchero nel sangue normale. Così il fegato, che metabolizza gli zuccheri, converte gran parte di quelle calorie in un grasso che può essere immagazzinato facilmente e tenuto fuori dal sangue".

Una differenza spiegata dall’endocrinologa pediatrica con il fatto che, senza le fibre e le altre componenti strutturali che caratterizzano naturalmente la frutta intera, "il nostro corpo digerisce e metabolizza in modo diverso (da come dovrebbe)" il cibo e i suoi nutrienti (minerali, vitamine, carboidrati, grassi, proteine), "tenuti insieme" proprio dalle fibre. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone Vasanti Malik, ricercatore presso il dipartimento di nutrizione della Harvard TH Chan School of Public Health: "Quando si consumano calorie in forma solida, il cervello è in grado di registrarle meglio e adattare l’assunzione di cibo di conseguenza". Lo studioso, intercettato dalla Cnn, ha considerato poi anche un altro aspetto: "Se bevete quelle calorie, potreste non sentirvi sazi e ricominciare a mangiare".

Una questione di quantità

Assumere la propria dose giornaliera di frutta attraverso i succhi può così rappresentare un problema. Un problema di quantità: una sorta di overdose di calorie e glucosio. E, a lungo andare, troppo zucchero nel sangue può determinare oltre che obesità anche diabete, resistenza all’insulina, malattie cardiache e altre patologie croniche. Non ha alcun dubbio sulla rilevanza delle porzioni assunte uno dei massimi esperti statunitensi in materia di nutrizione, il dottor Walter Willett, anche professore di medicina presso la Harvard Medical School di Boston: "Un problema fondamentale con il succo è la quantità. Ad esempio, quanto spesso mangiamo tre arance? Eppure, un bicchiere di succo d’arancia equivale a circa tre arance che può essere consumato in un minuto o due, e possiamo tornare indietro a prenderne un altro" e così via, aggiungendo in questo modo calorie e glucosio superflui.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Pediatrics, condotto a partire dall’analisi di 42 case studies (17 su bambini e 25 su adulti) e considerando il BMI (Body Mass Index), ovvero l’indice di massa corporea, nei bambini ogni porzione aggiuntiva al giorno di succo di frutta al 100% è stata associata a una variazione dell’indice maggiore di 0,03%; mentre negli adulti dello 0,02%. Percentuali di variazione apparentemente minime per persona, ma come spiega Hannon "quando si osserva una piccola quantità nell’intera popolazione mondiale, l’impatto è enorme, soprattutto perché la maggior parte delle persone non beve 4 oz (circa 118 ml) di succo al giorno, che è una porzione standard […] (bensì) bevono 16, 20, 24 oz (nell’ultimo caso sono circa 710 ml), porzioni da associare ad aumenti significativi del BMI".

Le linee guida nutrizionali da seguire

In generale, a partire dalle indicazioni fornite dagli esperti a livello nazionale, sia adolescenti che adulti non dovrebbero bere più di 8 ounce (circa 236 ml) al giorno di succo di frutta. E nei casi in cui viene assunto come 'porzione di frutta', la dose consigliata non deve eccedere la mezza tazza al giorno. Così come viene suggerito fortemente di non considerare la sua assunzione un modo sano per dissetarsi (sempre meglio l'acqua quando si ha sete).

Ad ogni modo, sebbene preferibile a bibite gassate e soda, non una bevanda da bere quotidianamente. Solo occasionalmente, considerato che non apporta significativi e specifici benefici per la salute. Anzi, in ragione dell’allarmante tasso di obesità infantile, l’American Academy of Pediatrics invita genitori a non comprare succhi ai bambini di età inferiore a 1 anno, a limitarne il consumo a massimo 4 once al dì per quelli di età compresa fra 1 e 3 anni e a non più di 6 nel caso di bambini dai 4 ai 6 anni.

Insomma, come sostiene la dottoressa Hannon appellandosi al buon senso delle famiglie "non c’è davvero alcun motivo di salute per bere succhi piuttosto che mangiare frutta intera". Del resto, l’aumento di adolescenti in sovrappeso, come in una certa misura anche di giovani con neoplasie gastrointestinali (dati del Wall Street Journal), dovrebbe suonare come un campanello d’allarme. Il segnale che qualcosa del nostro stile di vita vada cambiato. In questo caso, a partire da ciò che mangiamo e beviamo tutti i giorni.

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