Processo Rudy Kurniawan. Truffa miliardaria&grandi vini. La resa dei conti

12 Dic 2013, 18:23 | a cura di
Romanée Conti, Château Lafleur, Lafite, Petrus: una truffa da 50 milioni di dollari che ha i contorni di un film di Arsenio Lupin, tra vini introvabili, miliardari esotici e collezionismo d’alta quota. A New York è in scena in questi giorni in processo a Rudy Kurniawan per molti Dr. Conti.

New York. Si pensava che in meno di 7 anni Rudy Kurniawan avesse architettato ed eseguito, come un genio solitario, una truffa valutabile trai 30 e i 33 milioni di dollari, riproducendo, falsificando ad arte e vendendo migliaia di prestigiose e rarissime bottiglie di vino francese da collezione. Un affair degno di Arsenio Lupin, giunto in questi giorni al suo atto finale, ovvero alla Corte Federale di Manhattan dove si svolge il processo al 37enne indonesiano di origine cinese, che ora rischia decenni di carcere. Dopo il quarto giorno di dibattito, grazie alle testimonianze in aula dei vari collezionisti gabbati, si è scoperto che la truffa, tra case d'asta e vendite private, ammonterebbe a circa 50-55 milioni di dollari.
L'indonesiano è da 21 mesi in carcere, il giudice gli ha negato la cauzione e gli arresti domiciliari in quanto il pericolo di fuga all'estero è altissimo, una ipotesi da non scartare conoscendo la sua astuzia e l’intelligenza criminale con le quali ha truffato le più famose case d'asta americane e inglesi. Tra l’altro la sua cattura da parte dell’FBI è legata al reato di clandestinità: nel 2003 gli era stato infatti negato l’asilo negli Usa. Solo in un secondo momento si è risaliti all’intera vicenda e all’incredibile elenco di truffe ai danni dei più importanti collezionisti americani.
Il piano di Kurnianwan era quasi perfetto: spacciandosi per un rampollo di una famiglia indonesiana di origine cinese, prima ha acquistato interi lotti di vino francese spendendo milioni e milioni di dollari senza battere ciglio, per consolidare la sua fama di miliardario, collezionista e grande esperto di vini francesi. Poi ha fatto scattare la fase due: ha iniziato lui a vendere una parte della sua grandissima collezione, incassando decine e decine di milioni di dollari per ogni suo lotto. Falso, naturalmente.
L'agenzia economica-finanziaria Bloomberg aveva scritto nel 2005 che Kurniawan possedeva la più grande cantina al mondo ("The greatest cellar on Earth", era il titolo dell'articolo). Il Los Angeles Times, sempre in quell'anno, aveva soprannominato il giovane miliardario indonesiano come il "Dr.Conti", per la foga da cow-boy che mostrava nell’aggiudicarsi interi lotti di bottiglie prestigiose e rare di Domaine de la Romanée-Conti, pagandoli milioni di dollari. E superando sempre le offerte di famosi collezionisti americani, anche loro miliardari, anche loro pronti a non badare a spese pur di assicurarsi grandi vini e annate irripetibili.

Nel 2006 è scattata la fase della vendita: alla Acker, Merral&Condit un lotto di Romenée Conti posseduto da Kurnianwan è stato battuto per 10,6 milioni di dollari. Seguìto da un secondo lotto di diversi vini, venduto per 24,7 milioni di dollari, record tutt'ora imbattuto. Tra le rarità offerte dall'indonesiano c'erano otto magnum del 1947 dello Château Lafleur, bottiglie introvabili e uniche, ovviamente false.
L'indonesiano ha voluto sbalordire sempre più i collezionisti americani e, nelle aste di Christie's di Los Angeles del 2007, si è inventato una dozzina di magnum introvabili del 1982 dello Château Le Pin. Ma l'allora direttore generale dello Château francese, interpellato da alcuni collezionisti, ha subito comunicato a Chtistie's che si trattava di falsi, e il lotto è stato annullato.
Dopo poche settimane, al Taste 3, la più importante conferenza americana sul mondo del vino che si organizza a Napa, l'allora presidente del wine department di Sotheby's, David Molyneux-Berry, spiegò senza giri di parole che i Lafleur 1947 venduti da Kurniawan erano tutti falsi. Di nuovo nel 2008 Kurniawan consegna alle aste di Acker, Merral&Condit decine di bottiglie di Clos St. Denis Gand Cru prodotte da Domaine Ponsot dal 1945 al 1971. Peccato che la produzione di questo pregiatissimo vino fosse iniziata soltanto nel 1982. Poi nel 2008 l'indonesiano vende privatamente al miliardario Bill Koch (è lui ad avere la più grande e preziosa collezione di vini francesi negli Usa) circa 10 milioni di dollari di bottiglie rarissime quali il Petrus 1921 e 1947, Lafite Rothschild 1959 e 1982, Latour a Pomerol 1947, Château Mounton-Rothschild 1945 e 1966.

Ovviamente tutte bottiglie falsificate ad arte, ma che non sfuggono agli occhi di Maureen Downey, una californiana di 43 anni, la più grande esperta di vini francesi al mondo. Mrs. Downwy, indicata da Wine Spectator come una delle 10 donne più importanti e influenti al mondo nel wine business, con un passato da wine-director da Lidia Bastianich nel ristorante Felidia a Manhattan, ha aperto dal 2007 un'agenzia di consulenza a San Francisco, Chai Consulting.
Visti i tantissimi falsi in giro, specie nelle case d'aste che dovrebbero garantire autenticità e valore,è chiamata ora dai più grandi collezionisti americani e cinesi ad analizzare i tantissimi lotti immessi sul mercato da Kurniawan e da altri furboni. E l'analisi è sempre uguale: tutte le sue bottiglie sono dei grandi falsi. "Non c'è bisogno di assaggiare il vino, basta analizzare la bottiglia e studiarla attentamente" ha spiegato Mrs. Downey che ora è diventata anche l'esperta in materia dell'Fbi, ribattezzata dalla Cnn la wine detective. "Spessissimo i vetri e anche le etichette sono originali, ma la capsula parla chiaro, è impossibile falsificarla. Cosi il tappo di sughero. E troppe volte queste bottiglie di annata sono troppo piene, dopo 30-40 anni di invecchiamento il vino evapora almeno fin sotto il collo. Non sono la migliore sui vini francesi, ma quella più attenta ai piccoli particolari", ripete la Downwy che la prossima settimana verrà chiamata a testimoniare.
Intanto nei giorni scorsi, l'agente speciale dell'Fbi James Wynne, che ha condotto le indagini con l'aiuto di Mrs Downey, ha mostrato ai giurati popolari e al giudice Bernam il frutto della perquisizione nella villa di Kurniawan che ha condotto una vita da miliardario nell'esclusiva cittadina di Arcadia in California. L'agente ha aperto diversi sacchetti e scatole appartenenti all'indonesiano con migliaia di capsule e tappi di sugheri tutti contraffatti ed etichette stampate in California, ma fatte invecchiare sapientemente con diversi trucchi, che rispondono a nomi prestigiosi. Tra gli altri Petrus, Romanée Conti, Mouton Rothschild, Pomerol a altri grandi cru francesi.
L'avvocato difensore, Jerome Mooney, che ieri a preso la parola, ha affermato invece che il suo cliente è la prima vittima di questa colossale truffa che va avanti da molti anni nelle case d'aste americane. "Mr. Kurniawan era un semplice uomo d'affari che comprava queste bottiglie francesi da terzi, senza sapere che erano false, e le rivendeva alle case d'asta le quali mai hanno obiettato sulla reale autenticità: venivano subito battute a Los Angeles, New York, Londra e Hong Kong".

a cura di Giorgio Morelli

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