Blocco del vino e degli alcolici? Ecco cosa sta succedendo davvero in Russia

12 Lug 2016, 15:09 | a cura di

Un problema burocratico con i contrassegni di accisa crea il panico fra gli importatori di vini ed alcoolici: un ulteriore passo indietro per gli scambi commerciali? Non proprio. E intanto arrivano i primi timidi segnali di ripresa per il 2016


L'affaire contrassegni

รˆ bastato un breve articolo pubblicato la scorsa settimana dal quotidiano โ€œKommersantโ€ per gettare nel panico anche i nostri esportatori di vini in Russia. La notizia (ripresa anche dal nostro settimanale Tre Bicchieri), citando funzionari governativi e rappresentanti del mercato, paventava che la fornitura di bevande alcoliche in un prossimo futuro potrebbe essere sospesa, perchรฉ c'รจ una grave carenza dei necessari contrassegni di accisa da applicare alle bottiglie. Andiamo ancora indietro per capire il perchรฉ di questa situazione: dal 1 luglio 2016 gli alcolici di importazione devono avere i contrassegni di tipo nuovo, questo per renderli compatibili pienamente con il nuovo sistema di controllo anticontraffazione denominato Egais (ne abbiamo parlato qui).Solitamente i contrassegni e i valori bollati sono stampati (come in molti altri Paesi) dalla Zecca dello Stato. Ora รจ successo che la stessa, denominata Goznak, sia stata recentissimamente riorganizzata in forma di Societร  per Azioni, a forte partecipazione statale, ma di fatto come societร  di diritto privato. Il servizio delle Dogane si รจ pertanto trovato nellโ€™impossibilitร  di passare lโ€™ordinazione direttamente, come in precedenza, in quanto la legge impone che di fronte a soggetti privati, si svolga una gara dโ€™appalto.

Goznak non รจ ancora pienamente attiva, dal punto di vista giuridico, e quindi non puรฒ partecipare tecnicamente alla gara. Morale: le Dogane non hanno potuto indire la gara, mettendo a rischio le forniture degli alcolici dโ€™importazione in Russia. I piรน pessimisti paventano addirittura che le riserve di alcolici si sarebbero potute esaurire verso Capodanno, periodo in cui si smercia piรน della metร  delle importazioni annuali.

 

Timidi segnali di ripresa per il vino nel 2016

La notizia di questo ulteriore ostacolo, arriva in un periodo che sembrava essere partito col passo giusto. Secondo i dati Istat elaborati da Ismea per l'Osservatorio del Vino, nel primo trimestre 2016 l'export di vino italiano in Russia sarebbe in netta ripresa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: +11,6% a volumi, +6,1% a valore. Certo siamo ben lontani delle performance pre-embargo, quando si viaggiava sui 260 milioni di euro (2013). Si consideri, solo, che il 2015 si รจ chiuso a 181 milioni di euro: praticamente un dimezzamento. Sarร  il 2016 l'anno della ripresa?

 

La proroga dell'Embargo

In ogni caso lโ€™embargo sui prodotti alimentari europei e occidentali resterร  in vigore fino al 31 dicembre 2017. Lo ha deciso e annunciato il Cremlino qualche settimana fa in seguito al rinnovo, per altri sei mesi, delle sanzioni economiche che l'Ue ha imposto alla Russia relativamente alla crisi geopolitica con lโ€™Ucraina.

La Coldiretti ricorda che in questi due anni l'Italia in Russia ha perso 600 milioni di euro: non solo a causa del completo azzeramento delle spedizioni di ortofrutta, formaggi, latticini, carni e salumi, ma anche per il calo dei prodotti non toccati dall'embargo. Tra cui anche il vino.

 

I rischi per tutti

Il direttore generale dellโ€™Associazione degli operatori del settore, Aleksandr Romanov, in una recente intervista al canale televisivo โ€œ360 gradiโ€ aveva spiegato come, secondo lui, si sarebbe potuta salvare la situazione: โ€œAbbiamo il decreto del Governo n.331 del 20 aprile 2016 sulla modifica di questi contrassegni, che dovevano essere rilasciati giร  dal 1 luglio scorsoโ€ha detto Romanov โ€œcon una semplice modifica al Decreto in questione, la Goznak puรฒ essere messa in condizione di continuare a stampare contrassegni del tipo vecchio, fino a che la situazione burocratica non sarร  stata sistemataโ€.

Elementare Watson! D'altronde il Governo non avrebbe avuto nessun motivo per non accettare una soluzione del genere. Infatti, un reale blocco metterebbe in crisi, non solo gli operatori del settore, ma anche il bilancio statale, che gode di grossi introiti dalla vendite delle accise. รˆ noto, infatti, che prima che gli alcolici vengano importati, lโ€™operatore deve preventivamente acquistare i contrassegni di accisa, pagando tutte le imposte e tutti i diritti: i dazi doganali, lโ€™accisa stessa e lโ€™iva. Questo vuol dire che in caso di blocco, lo Stato non incasserร  anticipatamente questa importante componente del Bilancio pubblico. Quindi, tanto polverone per nulla? Sembrerebbe proprio di sรฌ, visto gli interessi in ballo che in questo caso accomunano gli operatori del settore, Stato e anche i consumatori. Come suonava la frase che rese celebre Viktor Cernomirdin, allora Capo del Governo? โ€œVolevamo fare il meglio, ma ci รจ venuto come sempre!โ€

 

Gli ultimi sviluppi

Ed ecco le ultime novitร  arrivate proprio in questi giorni. Un decreto esecutivo del Governo Russo รจ stato preparato e giร  approvato dai Ministeri competenti, in modo da autorizzare la Zecca di Stato a stampare i nuovi contrassegni di accisa senza che debba essere effettuata la preventiva gara di appalto. Si รจ andati oltre le aspettative, insomma. Il vice Primo Ministro, Alexander Khloponin, ha incaricato il Ministero delle Finanze di operare tutte le procedure necessarie affinchรฉ il problema sia risolto senza ulteriori intoppi o ritardi. D'altronde, lo avevamo detto, nessuno avrebbe avuto l'interesse a stoppare totalmente l'import di alcolici. Adesso possiamo tutti - operatori del settore ed esportatori italiani - brindare al nuovo corso?

 

 

a cura di Gianguido Breddo*

*giornalista enogastronomico che vive e opera in Russia

Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 7 luglio

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