A scoprire le spiagge più belle ci penseranno i vostri compagni di viaggio, voi concentratevi sulla terra, quella scura vulcanica di Santorini. E sui suoi vini: ecco i migliori dell'isola.
Un tempo i metodi di viticoltura erano tanti: non c'erano solo le spalliere o gli alberelli, ma tanti altri modelli ormai difficili da incontrare. Questo è la bellussera del Piave.
Un arcipelago vulcanico e i suoi vini. Malvasia delle Lipari, corinto nero, nocera. Sono gli autoctoni che tra le isole e la terraferma caratterizzano questa parte di Italia.
Nulla racconta meglio la storia, la cultura, i sapori veri di un territorio, di un vino realizzato con le uve che da secoli fanno parte di una specifica tradizione agricola. Parliamo del vino prodotto sul Mongibello, ovvero l'Etna.
Un autoctono d'Abruzzo praticamente sconosciuto: la cococciola. Si coltiva nella provincia di Chieti, in pochissimi comuni, ma qualche tracci asi trova anche nell'area nord della Puglia. Effetti della transumanza
Fermo, vivace, passito, ma soprattutto spumante. Le uve durella, l'autoctono dei Monti Lessini, si vinificano in tanti modi. Ma è forse il Metodo Classico quello che le valorizza meglio.
Fivi, ovvero Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti: gli artigiani della vite e del vino si sono riuniti a Piacenza, nella mostra-mercato che ha portato in assaggio oltre 2.000 etichette. Quali? Leggete qui
La rinascita della viticoltura dell'Etna passa anche attraverso questo vitigno: il carricante. Un autoctono a bacca bianca che costituisce la base principale dell’Etna Bianco Doc.
Dalle sue origini a oggi, lo Champagne non perde di fascino. È stato celebrato giovedì 8 ottobre a Milano, dal Comité Champagne. Gli assaggi più interessanti? Leggeteli qui
Ha acini piccoli e di colore verde-giallognolo, ama le temperature rigide e si è adattata perfettamente alle altitudini elevate della Valle d'Aosta che regalano alla petite arvine il suo bel corredo aromatico.