Hanno iniziato qualche anno fa, riscoprendo con passione e consapevolezza il lavoro di una vita: la coltivazione di cereali. Poi l'idea di trasformare il prodotto, di farlo al meglio. E tutta quella serie di domande che un imprenditore agricolo consapevole dovrebbe farsi, ma che nel vortice del mercato moderno finiscono nel cassetto del profitto, veloce, facile. Da che semi partire? In che modo coltivare i cereali? Come ottenere un prodotto puro, vivo, sano e naturale? La famiglia Poggi non ha avuto dubbi. Alessandro e Paolo si sono dedicati sin da subito alla ricerca di semi antichi, quelli che non sono stati sottoposti a incroci genetici per intenderci, come il grano tenero Solina. Poi un metodo di coltivazione naturale al 100% e un mulino scelto con un obiettivo ben preciso: ottenere farine vive, ricche, ma soprattutto che fanno bene. Un mulino con motore originale anni '50, con pietra naturale La Fertè. Hanno iniziato in silenzio, lasciando che a parlare fossero i loro prodotti, con profumi e sapori quasi dimenticati. E sono stati proprio i loro prodotti ad arrivare dritti a personaggi attenti come Gabriele Bonci, che da bravo promotore del territorio (sono a Ciciliano, in provincia di Roma), li ha valorizzati al meglio.
Questa mattina Paolo e Alessandro hanno raccontato la loro storia a Uno Mattina e finalmente il concetto di farine vere, di grani antichi esce dalle righe e dalle parole che ci scambiano in pochi, e prova a raggiungere il grande pubblico. Ad accompagnarli in questo percorso alla scoperta del grano che fa bene l’ex ricercatore universitario Eugenio Barbieri, oggi contadino e artigiano a tempo pieno.
“Avere un bacino d’utenza così ampio per un discorso così delicato come quello dei grani antichi, oggi ci regala grandi soddisfazioni oltre che speranze” racconta Alessandro Poggi “che il messaggio arrivi e che porti l’utente comune a prendere in considerazione un prodotto diverso, più sano, migliore dal punto di vista nutritivo e organolettico. Con le farine vive, poi, ci si possono fare esattamente le stesse cose che siamo abituati a fare con i prodotti industriali, con sapori e profumi completamente diversi”.
Può esistere un futuro con farine buone e sane per tutti? “Sperare di soppiantare la produzione industriale è certamente un’utopia, per non parlare del fatto che sarebbe necessario un intervento politico che blocchi le ingenti quantità di grano importato dall’America. E poi ci sarebbe il solito problema della quantità e della stagionalità del prodotto”, spiega Alessandro, “ma con un consumo e una produzione più consapevole la strada sarebbe certamente in discesa, lunga, lunghissima, ma in discesa”.
A casa Poggi si continua a lavorare sodo. In realizzazione un interessante progetto in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma per la valorizzazione organolettica e nutritiva del grano saraceno tartarico di cui sono state scoperte importanti proprietà (sembra influire sulla pressione del sangue e avere un effetto regolatore del colesterolo). È partito quest’anno il primo campo di coltivazione sperimentale e dall’anno prossimo, dopo un’attenta valutazione dell’andamento e della resa agronomica si partirà con la trasformazione del prodotto, dalla pasta ai biscotti, dalla birra alle farine. E tante altre novità. Come la fantastica farina di orzo (con un indice glicemico molto basso, perfetta per delle frolle fragranti) e la pasta di orzo, Senatore Cappelli e farro.
a cura di Sara Bonamini
Azienda Agricola Poggi |via del Castagneto, snc | Ciciliano (RM)