Dai film di Dino Risi al passito. La storia dell'attrice francese che è diventata una vignaiola nell'isola di Pantelleria

5 Gen 2024, 13:59 | a cura di
Da attrice a vignaiola. La storia di Carole Bouquet che ha trovato in un'isola italiana il luogo ideale per creare il suo vino

Come tante altre star e attori che producono vini per hobby o passione, Carole Bouquet ha scelto l’Italia. Francese di nascita, ha “adottato” ed è stata adottata dall’Isola di Pantelleria, seguendo una passione che l’ha portata a diventare un’apprezzata vignaiola che produce il Passito di Pantelleria Sangue d’Oro. Una scelta per nulla scontata in quanto su questa terra si parla di viticoltura eroica.

Carole Bouquet, da attrice a vignaiola

Carole Bouquet ha una lunga carriera da attrice teatrale e cinematografica con presenze in diverse pellicole italiane e internazionali dirette da registi come Luis Buñuel o Dino Risi. Eppure il caso l’ha portata a ricoprire il ruolo di produttrice di vino, mettendosi in prima linea a coltivare la terra e ancora oggi cura alcuni appezzamenti dell’isola di sua proprietà. L'attrice 27 anni fa notò un piccolo dammuso (una struttura in pietra) in vendita immerso nel paesaggio dell'isola di Pantelleria e ne rimane affascinata

Un percorso in salita e ostico, come racconta in un'intervista al Corriere della Sera: «La terra, abbandonata da molto tempo, era dura per l’ossidiana delle rocce, le viti basse come bonsai, non era possibile utilizzare strumenti tecnologici». Eppure in un paesaggio poco clemente, è riuscita a tradurre una passione in un vino che le è valso nel 2011 il premio Luigi Vernonelli per il miglior vino italiano prodotto da uno straniero.

La viticoltura nell’Isola di Pantelleria

Il suolo roccioso, vulcanico, i forti venti a cui sono esposti i vigneti, la scarsa piovosità, i terrazzamenti, e la vendemmia forzatamente manuale sono alcune caratteristiche che danno l’idea di una viticoltura difficile, impervia, eroica appunto. Tocca venire a patti con l’ambiente, ed ecco allora i muretti a secco, l’aberello pantesco “bonsai” e le conche dove sono piantati profonde 20 centimetri. Un paesaggio che però offre la possibilità di creare vini unici e irripetibili in altre parti del mondo.

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