È nata prima la gallina...forse di Oscar Farinetti. L’ottimismo nella sua vita e nel suo nuovo libro

11 Dic 2022, 15:58 | a cura di
52 storie sull’ottimismo e il suo contrario, sulla gente, il cibo, il vino, la vita e l’amore, è il sottotitolo. Ecco di cosa parla il libro di Oscar Farinetti, e la sua visione sul futuro del settore: una bella dose di ottimismo!

Oscar Farinetti 

Classe 1954 di Alba, terra di tartufo e ottimi vini, Natale Farinetti, meglio conosciuto come Oscar, è un imprenditore noto in tutto il mondo per aver fondato Eataly e per aver poi lanciato il nuovo progetto Green Pea, megastore dedicato al vivere sostenibile. Attivissimo da diversi anni nel panorama enogastronomico italiano, ha anche scritto molti libri: dal primo Coccodé (Giunti, 2009) a Never Quiet (Rizzoli, 2021) tra gli ultimi, passando per Mangia con il pane (Mondadori, 2015), Ricordiamoci il futuro (Feltrinelli, 2017) e tanti altri. Nell'autunno 2022 è tornato in libreria con il suo nuovo volume È nata prima la gallina...forse di Slow Food Editore.

è nata prima la gallina...forse
È nata prima la gallina...forse.
Il nuovo libro di Oscar Farinetti

A una prima lettura, il nome del libro non ne esplicita le intenzioni, ma una volta che Oscar ce lo spiega risulta immediatamente chiaro: “Si intitola “è nata prima la gallina”, perché la prima caratteristica dell’ottimista è scegliere, e crisi deriva dal latino crisis, che significa appunto scelta. Davanti alle crisi (e quindi alle scelte) ci dividiamo in tre categorie: chi sceglie la strada giusta, chi quella sbagliata e chi non sceglie proprio. La terza è la peggiore, meglio una cattiva decisione di una non decisione; infatti, ho aggiunto “forse”, perché non sono sicuro ma almeno ci ho provato. Ho scelto il dilemma dei dilemmi, quello apicale e irrisolvibile. Scientificamente è difficile da dimostrare se sia nata prima la gallina o l’uovo, e per questo ci hanno argomentato sopra filosofi e sociologi. Aristotele e Darwin che hanno scelto la gallina, Platone e Schopenhauer che hanno scelto l’uovo. Gli ottimisti contro i pessimisti, in genere i primi rispondono la gallina perché è decisione e movimento, e i secondi l’uovo che rappresenta la staticità e l’immobilità. Ecco, questo era il senso di questo libro". Questo racconta il libro di Farinetti: 52 storie sull’ottimismo e il suo contrario, sulla gente, il cibo, la vita e l’amore.

Di cosa parla il libro

È nata prima la gallina...forse è il frutto di un anno di lavoro, una storia a settimana, qualcuna molto breve, qualcuna un po’ più lunga, in cui il fil rouge è l’ottimismo che assume varie forme ma è sempre presente. “Mi è venuta voglia di fare un libro sull’ottimismo perché vedo in giro tanta malinconia, si parla solo di brutte notizie. Al posto di un saggio, ho pensato di scrivere 52 storie: racconti brevi che mettono a confronto varie forme di ottimismo, e narrano di personaggi famosi e non, presentati in un momento cruciale del loro percorso. Si parla di vicende storiche, di sogni, di ambienti e generazioni. Un libro che attraversa tanti periodi storici, in cui avvengono le suddette vicende, e che secondo me fanno venire voglia di essere ottimisti”.

La simbologia della gallina: l’animale più intelligente del mondo”

Non è la prima volta che l’autore cita la gallina, di cui accenna anche nell’introduzione: “e poi già che c’ero dovevo pur chiudere con una gallina...no?” Anche nel libro Coccodè, dove parla del suo marketing-pensiero e di com’è nato Eataly, c’è di mezzo una gallina. Perché? “La gallina effettivamente è un po’ un mio mantra”, ci confessa Oscar, “è colei che ha inventato il marketing, l'animale più intelligente del mondo: fa l’uovo e poi dice coccodè. Il contadino sente il verso e va a prendere l’uovo fresco, mentre il tacchino per esempio è stupido, fa l’uovo e rimane zitto. Secondo me la gallina è un po’ il simbolo di tante cose belle e quindi la uso molto.”

Le storie e i protagonisti del libro

Non è la prima volta che Farinetti “sfrutta” le storie nei suoi libri, già con il libro Serendipity. 50 storie di successi nati per caso, ma anche con Ricordiamoci il futuro. “Sono un fanatico delle storie, mi piace scrivere racconti brevi, anche se sembra facile non lo è affatto. Il romanzo è orizzontale, mentre la storia è verticale, devi riuscire in poche parole a raccontare tutte le cose importanti, è qui che sta la vera capacità dell’autore. La tecnica ce l’ha spiegata bene Hemingway con le sue 49 storie, quella dell'iceberg: tu racconti 1⁄8 della storia, che è la punta dell’iceberg che si vede fuori, ma devi riuscire a far capire i 7⁄8 che stanno sotto l’acqua”.

Tutti i protagonisti sono persone in grado di prendere una decisione, e al tempo stesso (il forse del titolo) preservare il dubbio affinché, se si dovesse sbagliare, si possa tornare indietro e cambiare strada. “Si comincia da Giacomo e Catlina dove si racconta l’ottimismo primordiale del godere di ciò che hai. Si passa poi attraverso il confronto tra l’ottimismo egotico di Napoleone e quello delle alleanze di Wellington, tra quello di Maria Vittoria II e quello di Garibaldi. Si parla della storia della penna a sfera, quindi di Biro e di Bic. Ma racconto anche storie tristi e andate male, come il processo di Kafka, ma che comunque si chiudono con una nota di ottimismo. Parlo anche della nascita dell’Illuminismo con Kant, e metto a confronto l’ottimismo di Hegel contro il pessimismo stratosferico di Schopenhauer, per dimostrare la ragione del primo”. Insomma, Farinetti racconta di un'umanità (da sempre) alle prese con scelte molto importanti. Nei suoi racconti, ai grandi personaggi si mescolano figure quotidiane, come contadini di Langa, postini e galline parlanti, che sottolineano come l’ottimismo possa essere una scelta di vita per tutti.

Greenpea

Greenpea. L’ultimo progetto di Oscar Farinetti

Tra le novità non ci sono però solo progetti editoriali; infatti Greenpea “sta andando molto bene”, ci racconta Oscar. Parliamo del primo Green Retail Park al mondo che si trova a Torino, un centro commerciale ecologio interamente dedicato al tema del rispetto e della sostenibilità. 15.000 m2 su 5 piani con l’obiettivo di introdurre un nuovo modo di consumare, e che “sta cominciando a ingranare bene, nonostante l’apertura avvenuta in un momento di pandemia totale...ma noi Farinetti si sa, siamo gente così...ci piacciono le sfide eroiche!”. Un progetto molto attuale, si spera che la sensibilità riguardo a certi temi cresca sempre di più: “le persone saranno sempre più disponibili ad acquistare oggetti di un certo tipo, che magari costano di più ma che sono stati costruiti in armonia con l’acqua, la terra e l’aria”. Un format che è sicuramente replicabile; infatti, l’intenzione è quella di esportarlo all’estero, ma nel frattempo “lo stiamo perfezionando, dobbiamo ancora fare qualche cambiamento, perché è un format talmente nuovo che è necessario prendere la giusta quadra. Un po’ com’è stato con Eataly 15 anni fa, non c’era niente di simile, e ci abbiamo messo 3 anni a mettere a punto il tutto. Quando sarà pronto e funzionerà perfettamente, saremo pronti per aprirne altri all’estero.”.

eataly

Una visione d’insieme sul panorama gastronomico italiano

Dopo tanti anni nel mondo dell'enogastronomia, Oscar Farinetti ha visto molti cambiamenti, e li ha vissuti sulla sua pelle. “L’enogastronomia italiana è migliorata da matti negli ultimi 15 anni. Oggi la produzione italiana di vini e di cibo è alle stelle sia nei numeri che nella qualità; infatti, abbiamo sfondato il tetto dei 50 miliardi di export nel mondo. Siamo gli artefici dei migliori prodotti a livello mondiale, io sono molto soddisfatto, sta andando sempre meglio”. Parla di un miglioramento a 360 °, di un’evoluzione tecnologica importante e di una sempre maggiore attenzione ai temi di attualità, “anche i media sono cambiati, voi siete uno di questi, sono sempre più puntuali e attenti. L’altro giorno mi sono messo a catalogare le trasmissioni televisive che parlano di cibo (ride), e quando sono arrivato a 136 mi sono fermato. Quando è partito il primo Eataly non c’erano, e in ognuna trovo comunque qualcosa di interessante per il nostro mondo, un mondo molto affascinante.”

Sono tanti i progetti che sta portando avanti: “tra Greenpea, 10 aziende agricole, il contributo a Eataly, di cui mio figlio è Presidente...insomma, ne stiamo facendo di tutti i colori”. Inoltre, Oscar si occupa di due Università, quella di Scienze Gastronomiche a Pollenzo e la Holden a Torino, senza dimenticare le due Fondazioni: una a Fontanafredda di libri, e una a Verona di arte. Ha le idee ben chiare sul futuro dell’enogastronomia italiana, e si conferma ottimista anche in questo: “L’enogastronomia è la grande vocazione del nostro paese e secondo me finalmente l’abbiamo scoperto. La rete delle osterie, delle trattorie e dei ristoranti, sta migliorando ogni giorno (voi come Gambero lo sapete bene, avete una bella guida che li raccoglie) malgrado tutte le difficoltà attuali. All’estero i ristoranti italiani stanno facendo faville, oggi nel mondo sono i più ricercati. Per non parlare dell’agricoltura, che si sta spostando sempre più verso il biologico e sta facendo molto bene.

È nata prima la gallina...forse – Oscar Farinetti – Slow Food Editore – 285 pp. - 18,80 €

a cura di Vivian Petrini

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