Guida Michelin Italia. L’edizione 2021
Sessantaseiesima edizione per la guida Michelin Italia, prima presentazione delle nuove stelle esclusivamente in diretta streaming, e senza pubblico, né passerella dei premiati invitati a ritirare di persona le casacche impreziosite dai macaron. Tutto come emergenza sanitaria comanda, ma con la ferma volontà di non sospendere il giudizio (a proposito di andare avanti, anche Gambero Rosso, solo pochi giorni fa, ha presentato la sua guida Ristoranti d’Italia 2021, omaggiando la resilienza della ristorazione). Mentre in Francia - all’indomani dell’annuncio del presidente Macron che sancisce lo stop al settore almeno fino al 20 gennaio - si discute sull’opportunità di posticipare l’appuntamento più significativo per la Rossa (l’uscita della guida dedicata alla ristorazione francese), per l’Italia gastronomica lo spettacolo tiene comunque banco. E va in scena da Milano. Apre le danze Marco Do, direttore comunicazione della guida: “Anche quest’anno vogliamo raccontare i talenti del nostro Paese, mai come quest’anno vogliamo essere vicini ai protagonisti della nostra guida, che ogni giorno fanno dell’accoglienza e del gusto italiano un’arte ammirata in tutto il mondo. L’Italia è andata avanti e i ristoranti, pur in condizioni difficili, si sono sforzati di lavorare. Perché non dargli il giusto merito?”
I nuovi due stelle
Dopo tre annate sempre contraddistinte dalla crescita della squadra tristellata (St. Hubertus nel 2018, Uliassi nel 2019, Enrico Bartolini al Mudec nel 2020), che ha portato a 11 il totale delle insegne nazionali a tre macaron, il 2021 - com’era forse prevedibile dopo un anno così travagliato - non fa registrare aggiunte nella categoria più ambita.
Sale invece il gruppo dei bistellati (un anno fa c’erano state due novità). Festeggia un Matteo Metullio in lacrime per il riconoscimento del secondo macaron al lavoro iniziato non troppo tempo fa al Grand Hotel Duchi d’Aosta di Trieste, nella cucina dell’Harry’s Piccolo. Seconda stella anche al ristorante Santa Elisabetta del Brunelleschi Hotel di Firenze, per la cucina di Rocco De Santis. E per Davide Oldani - presente in studio - e il suo D’O, alle porte di Milano.
Le prime stelle
Sono 26 le prime nuove stelle, di cui ben 5 arrivano in Toscana, e 14 vanno a cucine guidate da cuochi under 35. In generale, sono pochi i movimenti nelle principali città d’Italia (e completamente assenti le isole, Sicilia e Sardegna). Pareggio tra Milano e Roma, con una new entry a testa (ma nella Capitale perde la stella Achilli al Parlamento): Aalto a Milano, con la cucina di Takeshi Iwai, e Zia, di Antonio Ziantoni a Roma (sempre nel Lazio, prima stella per Simone Nardoni e il suo Essenza, nella nuove sede di Terracina). Primo macaron anche per Juan Camilo Quintero al Poggio Rosso di Castelnuovo Berardenga (scuderia di Enrico Bartolini, che firma anche questa edizione), per Giuseppe Gasperoni che riporta la stella all’Osteria del Povero Diavolo di Torriana, per Alfio Ghezzi nella nuova casa al Mart di Rovereto (Senso), per Peter Brunel Gourmet ad Arco, per il San Brite di Cortina d’Ampezzo. A Torino la nuova stella è al trentacinquesimo piano del grattacielo di Renzo Piano (Piano35, col la supervisione di Marco Sacco); al Sud, riconoscimento immediato per Luigi Salomone, alla guida di Re Santi e Leoni, e prima stella per il ristorante del gruppo Don Alfonso a San Barbato.
In tutto i ristoranti stellati sono 371 (un anno fa erano 367).
I premi speciali
Tra i premi speciali, il giovane chef 2021 è Antonio Ziantoni (Zia, Roma), mentre chef mentore, per l’impegno dedicato da molti anni alla formazione, è Niko Romito. Chef donna 2021 è Marianna Vitale, miglior sommelier è Matteo Circella della Brinca di Ne, mentre il riconoscimento per la qualità del servizio di sala arriva ad Arco, in casa di Peter Brunel (premiato Novità dell’anno da Gambero Rosso), per il lavoro di Christian Rainer. E arriva anche nell’edizione italiana la stella verde alla sostenibilità, che spetta a Gardenia, Don Alfonso 1890, Osteria Francescana, Dattilo, Lazzaro 1915, Virtuoso Gourmet Le Tre Virtù, Joia, D’O, I’ Ciocio Osteria di Suvereto, Casa Format, St. Hubertus, Caffè La Crepa, Lanterna Verde.
Guida Michelin Italia 2021. Le stelle
Tre Stelle
Enrico Bartolini al Mudec, Milano
St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina, San Cassiano (BZ)
Piazza Duomo, Alba (CN)
Le Calandre, Rubano (PD)
Da Vittorio, Brusaporto (BG)
Dal Pescatore, Canneto sull’Oglio (MN)
Osteria Francescana, Modena
Uliassi, Senigallia (AN)
Enoteca Pinchiorri, Firenze
La Pergola, Roma
Reale, Castel di Sangro (AQ)
I Nuovi Due Stelle
Harry’s Piccolo, Trieste
Santa Elisabetta, Firenze
D’O, Cornaredo (MI)
I Nuovi Una Stella
Don Alfonso 1890 San Barbato, Lavello (PZ)
Relais Blu, Massa Lubrense (NA)
Re Santi e Leoni, Nola (NA)
Lorelei, Sorrento (NA)
Osteria del Povero Diavolo, Torriana (RN)
Zia, Roma
Essenza, Terracina (LT)
Nove, Alassio (SV)
Impronta d’Acqua, Cavi di Lavagna (GE)
Kitchen, Como
Aalto, Milano
Borgo Sant’Anna, Monforte d’Alba (CN)
Piano 35, Torino
Casa Sgarra, Trani (BAT)
Poggio Rosso, Castelnuovo Berardenga (SI)
Gabbiano 3.0, Marina di Grosseto
Franco Mare, Marina di Pietrasanta (LU)
Sala dei Grappoli, Montalcino (SI)
Linfa, San Gimignano (SI)
Peter Brunel, Arco (TN)
Prezioso, Merano (BZ)
Senso, Rovereto (TN)
Vecchio Ristoro, Aosta
San Brite, Cortina d’Ampezzo (BL)
La Cru, Romagnano (VR)
Amistà, San Pietro in Cariano (VR)