Ikea, l'industria alimentare e la ristorazione
L'ultimo anno ha visto Ikea sempre più lanciata su un terreno che fino a qualche tempo fa gli apparteneva solo marginalmente, e più che altro per il folclore di una ristorazione veloce in stile scandinavo che ha plasmato l'immaginario di un fast food alternativo a quello a stelle e strisce, tutto polpette con salsa ai frutti di bosco e salmone al vapore. Un'attività di supporto al core business dell'azienda, insomma, la più celebre e capillare rivendita di mobili e soluzioni d'arredo (made in Sweden) del mondo. Eppure le cronache degli ultimi mesi parlano di uno sforzo significativo per portare l'attenzione sul rinnovato interesse per una proposta di ristorazione a firma Ikea che possa brillare di luce propria, intercettando i trend gastronomici internazionali e costruendo una strategia di comunicazione ad hoc che possa accrescere l'appeal del brand anche quando si tratta di considerare il cibo in tavola (e non solo i piatti in cui è servito, o il tavolo intorno a cui ci si riunisce). Si pensi alle formule pop up inaugurate in diverse capitali internazionali, al restyling degli spazi di ristorazione all'interno di molte filiali, alle iniziative improntate sul modello del social eating, ai proclami per il futuro. Ma c'è di più, e i primi a rendersene conto saranno, dopo l'estate, i primi ammessi al Bootcamp che Ikea sta sviluppando come acceleratore d'impresa per start up giovani e innovative.
Ikea Bootcamp. Obiettivo: innovazione. Anche a tavola
Il progetto prenderĆ forma in Svezia, ad Almhut, in collaborazione con Rainmaking, con l'obiettivo di ācostruire un futuro migliore per tuttiā. Di fatto la selezione delle dieci fortunate start up ammesse alla prima edizione del campus passerĆ per una ricerca che premia chi sarĆ in grado di risolvere i ābig problemsā individuati da Ikea. Ed ecco che, accanto a soluzioni d'avanguardia per logistica, customer experience ed energia sostenibile, si fa strada una chiamata specifica per i potenziali innovatori del cibo. Food innovation ĆØ la sezione che riunisce gli ambiti di ricerca presi in considerazione dai selezionatori di Ikea: urban farming, sviluppo di nuovi prodotti e ingredienti, sistemi innovativi di conservazione del cibo, packaging all'avanguardia, sostenibilitĆ alimentare, healthy food, realtĆ virtuale applicata all'esperienza gastronomica. Un pacchetto completo degli orientamenti più pertinenti in materia di innovazione alimentare (e a proposito di food tech segnaliamo la sede romana di Startupbootcamp, che, con la collaborazione del Gambero Rosso, sta per avviare la seconda edizione).
Le candidature (su scala internazionale) sono giĆ aperte: l'ultima data utile ĆØ il 6 agosto. Poi, nel corso del mese, si procederĆ alla scrematura; il bootcamp si protrarrĆ per tre mesi, dal 18 settembre all'8 dicembre 2017. Le startup vincitrici lavoreranno allo sviluppo del concept sotto la guida di mentori e tutori nelle aule e laboratori dell'Ikea Range and Supply Democratic Design Center. E ognuno riceverĆ 20mila euro per l'avvio dell'attivitĆ . Ikea, che non chiede di partecipare agli utili, si riserva la possibilitĆ di investire nella start up qualora i risultati fossere particolarmente interessanti. Chiaramente, la vetrina che il colosso svedese ĆØ in grado di offrire ai potenziali innovatori rappresenta la posta in gioco più allettante, vista la diffusione globale del brand e l'agenda dei contatti commerciali che Ikea sarĆ in grado di condividere con i suoi āprotettiā: una rete di investitori da oltre 40 Paesi del mondo.
http://ikeabootcamp.rainmaking.io/
a cura di Livia Montagnoli