Meloni annuncia l'esenzione dall'Irpef agricola per i redditi fino a 10mila euro. "Blocchiamo il cibo coltivato in Europa"

9 Feb 2024, 16:31 | a cura di
La presidente del Consiglio parla alle associazioni agricole riunite a Palazzo Chigi. Annuncia la reintroduzione (ma solo parziale) dell'esenzione dall'imposta e chiede di rivedere la Pac europea

Giorgia Meloni conferma di voler reintrodurre l'esenzione dell'Irpef agricola, non rinnovata durante l'esame dell'ultima legge di Bilancio. La norma però non sarà per tutti; solo gli agricoltori più "deboli" potranno accedervi. A quanto si apprende, la presidente del Consiglio ha confermato la decisione del governo durante l'incontro con le organizzazioni agricole che si è svolto a Palazzo Chigi. Una decisione presa in tempi stretti anche per arginare le continue proteste dei trattori, che ormai da settimane invadono l'Italia.

La nuova esenzione Irpef

Negli ultimi anni, "l'esenzione Irpef - ha detto Meloni, secondo quanto riferiscono fonti di Governo - è stata una misura iniqua e ha favorito soprattutto i grandi imprenditori e le imprese con volumi di affari elevati". La proposta dunque è quella di aiutare gli agricoltori "che ne hanno bisogno" limitando l'esenzione Irpef ai redditi agrari e domenicali che non eccedono l'importo di 10mila euro. In altre parole, ha detto Meloni agli agricoltori, "l'esenzione dell'Irpef deve essere un intervento per i più deboli che risulti un sostegno concreto a chi produce e non un privilegio".

La misura del governo Renzi

La misura dell'esenzione fiscale sui redditi dominicali e agrari per le imprese del settore primario era stata introdotta dal governo Renzi ed era stata attivata dal 2017 con proroghe successive fino al 2023. Nell'ultima Legge di bilancio 2024, il governo a guida Fratelli d'Italia aveva scelto di non rinnovare la proroga. Lo aveva spiegato il 24 gennaio scorso la premier Giorgia Meloni, sottolineando come la misura favorisse più le aziende proprietarie di grandi appezzamenti di terreno, rappresentando una sorta di privilegio, rispetto a quelle più piccole per le quali, a conti fatti, era poco incisiva per come era strutturata.

Niente prodotti coltivati

La premier, sempre durante la riunione a Chigi, ha ribadito il "no" alla Carne coltivata, ma soprattutto ha annunciato che il governo italiano si batterà in Europa per bloccare qualsiasi tipo di cibo sviluppato in laboratorio da cellule animali. "L’Italia ha fatto da capofila e ha animato una maggioranza di 17 nazioni che sta appoggiando la nostra posizione e dice insieme a noi che la carne sintetica, la carne prodotta in laboratorio, è una minaccia dal punto di vista etico, sociale, ambientale e per la salute", ha detto Meloni. "A difesa del settore serve anche un blocco europeo al cibo a base cellulare prodotto in laboratorio". Su questo - promette agli agricoltori - "continueremo a batterci batteremo per una legge europea".

Il regolamento sui pesticidi

Meloni, a quanto si apprende, ha rivendicato anche la decisione della Commissione europea di ritirare il regolamento sull'utilizzo dei fitofarmaci. "Sono fiera di dire che è anche una vittoria del governo italiano", ha detto il premier. "Su questo siamo riusciti a convincere la Commissione che eliminare i fitofarmaci così come si voleva fare non avrebbe comportato una riduzione dell’inquinamento, ma solo avvantaggiato altre economie rispetto a quella europea".

In Europa il governo - ha aggiunto Meloni - "ha difeso gli agricoltori e contestato fin dall’inizio le scelte sbagliate imposte dalla Commissione". Un messaggio chiaro agli agricoltori che, oltre a contestare le regole della Politica agricola comune (Pac), osteggiano anche le norme previste dal Green Deal, in particolare sull'ambiente. "Noi siamo sempre stati favorevoli alla difesa dell’ambiente e alla transizione ecologica, ma sempre nettamente e fermamente contrari a quella che è diventata una transizione ideologica, fatta da diktat e da regole frutto di posizioni ideologiche e per le quali si sacrifica la produzione, mettendo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile".

Meloni ha più volte rivendicato durante la riunione l'azione decisiva dell'esecutivo - "Il nostro governo ha cambiato passo in Europa" - spiegando che "si è fatto sentire su tanti dossier sui quali l’orientamento è progressivamente cambiato e sui quali sta progressivamente prevalendo il buon senso. Penso alle norme sulle emissioni, sul packaging, sui fitofarmaci, sulla rotazione forzata o sulla messa a riposo obbligatoria".

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