È morto il "Signor Peck". Angelo Stoppani, proprietario del tempio della gastronomia milanese che lanciò Carlo Cracco

3 Gen 2024, 20:04 | a cura di
Aveva ceduto l'azienda dieci anni fa, ma a Milano resterà per sempre un simbolo delle eccellenze culinarie in città. Puntò sull'allora giovane e sconosciuto chef veneto, che con lui vinse due stelle Michelin

L’azienda l’aveva lasciata oltre dieci anni fa, quando l’aveva ceduta definitivamente alla famiglia Marzotto. Ma per i milanesi Angelo Stoppani, morto all’età di 86 anni, resterà per sempre il “signor Peck”. Fu lui, infatti, con i fratelli Mario e Remo, a trasformare una nota salumeria in via Spadari, a due passi dal Duomo, in quello che è oggi: un vero tempio della gastronomia.

La storia del signor Peck

Stoppani aveva rilevato il negozio nel 1970, quando aveva 33 anni ma già da vent’anni lavorava nelle salumerie, dapprima come garzone nella natia Brescia, e poi a Milano, dove aveva aperto con i fratelli il suo primo negozio. Ma fu con lo sbarco in via Spadari il vero salto di qualità. Gli Stoppani presero la salumeria fondata nel 1882 dal boemo Francesco Peck e pian piano allargarono l’offerta, poi riunirono le piccole botteghe sparse nella strada in un unico corpo e infine, con una grande ristrutturazione a cavallo del millennio, fecero di Peck il colosso che è ora.

Il negozio di via Spadari oggi si sviluppa su tre piani: nel sotterraneo la cantina con una delle più belle e fornite cantine della città, al piano terra la grande botteghe con tutte le più pregiate merceologie golose (salumi, formaggi, pane, dolciumi, conserve, carni, pesce, verdure), al primo piano due ristoranti, il più elegante al peck e il bistrot Piccolo Peck.

La collaborazione con Cracco

Una delle tante illuminazioni di Angelo Stoppani fu quella di puntare sull’allora giovane chef Carlo Cracco, che in via Spadari aprì il suo ristorante (inizialmente) che ottenne una stella Michelin e poi due, prima che lo chef veneto decidesse di trasferirsi dapprima nella vicina via Victor Hugo e poi nell’attuale location in Galleria.

Altra trovata, che contribuì all’internazionalizzazione del marchio, la collaborazione con Takashimaya, noto gruppo giapponese specializzato nei department store: è grazie a questa partnership se oggi Peck ha numerosi punti vendita in Estremo Oriente, in Giappone e a Singapore. Peck si è negli ultimi anni allargato anche a Milano, con l’apertura di altri punti vendita a City Life e a Porta Venezia.

Se non era da Peck non esisteva

Peck è un nome che ai milanesi, soprattutto quelli più avanti negli anni, evoca prodotti esotici e sapori altrimenti inespugnabili. Per molti decenni se una cosa non era disponibile da Peck semplicemente non esisteva. «Negli anni del boom economico - è il ricordo del presidente della Regione, Attilio Fontana - Peck è diventato un marchio in grado di promuovere a livello internazionale la gastronomia di qualità di Milano oltre a cibi e sapori di tutta l’Italia. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 2003, Angelino è stato insieme ai fratelli una delle colonne dell’azienda che si avvale di oltre 130 dipendenti e contribuisce alla promozione del miglior Made in Italy. Regione Lombardia esprime il cordoglio a tutta la famiglia e agli amici. Riposi in pace».

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