estero) e un fatturato che supera ormai i 200 milioni di euro.
Una denominazione in salute che, tuttavia, porta con sรฉ i difetti della notorietร . Quelli che Sandro Boscaini (patron di Masi Agricola) evidenzia da tempo: โPer quanto puรฒ durare questo aumento incontrollato di superfici e produzione? Il risultato รจ che oggi l'Amarone รจ venduto a prezzi non degni di questo nomeโ.
Secondo dati del Consorzio della Valpolicella, al 31 marzo scorso il prezzo medio di un Amarone in Italia รจ pari a 15,81 euro. โAlla luce della polarizzazione dei prezzi (fascia alta e fascia bassa) i timori piรน grandi โ dice a Tre Bicchieri il presidente del Consorzio, Emilio Pedron โ sono legati al fatto che la fascia piรน bassa possa prevalereโ. Ed รจ su questo che sta lavorando l'Osservatorio dei prezzi del Consorzio che โentro settembre fornirร i reali prezzi di vendita dell'Amarone in tutto il mondoโ.
Nel frattempo, la disputa sul โlow costโ, ha fatto finire sotto lente di ingrandimento le sette cantine cooperative (tra cui le storiche Negrar, Val Pantena e Soave), che detengono circa la metร dei volumi prodotti e, secondo alcuni, hanno il demerito di aver deprezzato il vino veronese.
โChi ci accusa โ risponde Daniele Accordini, direttore generale della Cantina di Negrar (230 soci e un fatturato a 26,5 milioni) โ non capisce che noi riusciamo a comprimere i costi garantendo qualitร alta e reddito ai viticoltori. Ci sono, invece, realtร industriali ma anche piccole aziende agricole che stanno abbassando i prezzi. Il vero problema รจ che molti produttori fanno sรฌ Amarone, ma lo sacrificano e lo usano come testa d'ariete per vendere altri vini. Ricordo che anche tra i vini delle Famiglie storiche dell'Amarone non c'รจ grande omogeneitร di prezzo. E' troppo facile criticare una coopโ.
Aggiunge Bruno Trentini, direttore della Cantina di Soave: โIl fenomeno Amarone va governato, soprattutto in tempi di crisi anche a causa di una mancata coesione internaโ. Per la Valpolicella, come per altre denominazioni, la mancata coesione รจ un rischio, proprio ora che le funzioni erga omnes danno piรน forza al Consorzio, a cui ancora non aderiscono etichette come Masi Agricola e Allegrini.
โNon escludo ripensamentiโ rivela il presidente Pedron che, tuttavia, ricorda come nei periodi floridi gli egoismi soppiantino spesso la condivisione dei meriti. Intanto, dopo la recente approvazione del bilancio, il Consorzio ha in serbo due mosse: prorogare il blocco dei nuovi vigneti per altri tre anni e abbassare ulteriormente da 50 a 45 quintali la resa per ettaro.
โDue tasselli che assieme al lavoro dell'Osservatorio โ conclude il direttore del Consorzio, Olga Bussinello โ ci consentiranno di garantire il difficile e delicato equilibrio tra domanda e offertaโ.
Gianluca Atzeni
02/05/2012