Anteprima Vini d'Italia 2019. Premi speciali: i vini dell'Anno

24 Ott 2018, 12:11 | a cura di Gambero Rosso

Quali sono i migliori vini d'Italia? Ecco un focus sulle etichette che hanno conquistato il premio come Bollicina dell'Anno, Bianco dell'Anno, Rosso dell'Anno, Rosato dell'Anno, Dolce dell'Anno.

 

Dopo avervi raccontato, regione per regione, il panorama vitivinicolo con i vini che hanno conquistato i Tre Bicchieri 2019, massimo riconoscimento nella guida Vini d'Italia 2019, siamo arrivati al top della classifica, i campioni tra i campioni che si sono aggiudicati i premi speciali. Quelli assegnati ai migliori in assoluto delle nostre batterie d'assaggio, che si sono distinti nella loro categoria. Bianco, rosso, bollicine, dolce. E da quest'anno anche rosato. Oggi vi raccontiamo proprio questi vini, dando voce ai loro produttori.

Bollicine dell'Anno. Franciacorta Nature 61 '11. Guido Berlucchi & C.

Si deve alla geniale visione di Franco Ziliani, all'inizio degli anni Sessanta, la nascita della moderna Franciacorta, divenuta terroir d'elezione per le Cuvée Metodo Classico. Oggi alla cantina Guido Berlucchi ci sono i figli di Franco, che stanno affrontando con successo il passaggio generazionale: Arturo, enologo, Cristina al marketing e Paolo, al commerciale.“La produzione del Franciacorta è iniziata nelle cantine Guido Berlucchi, da un’idea di nostro padre” raccontaCristina“La prima annata, storica, del 1961, ha segnato un momento di profonda trasformazione di tutto il territorio e ha dato il via a quella che è oggi una delle aree di produzione di Metodo Classico più qualitative al mondo”. Un'azienda capace di esprimere al meglio il potenziale del territorio, puntando su qualità e sostenibilità: “Attenzione, amore e rispetto per il territorio e per la terra, sono le fondamenta culturali su cui nostro padre Franco ha costruito l’azienda e ha cresciuto noi. Già nel 2000 l’azienda ha iniziato a usare prodotti a basso impatto, privilegiando quelli che salvaguardano gli insetti utilie ricorrendo a essenze erbose che bloccano il propagarsi di varietà infestanti; nel 2006 il progetto Mille1Vigna ha permesso di eliminare gli appezzamenti non conformi ai nostri severi standard qualitativi e nel 2016 la Guido Berlucchi ha concluso la conversione all’agricoltura biologica di tutti i vigneti di proprietà”. Il premio come Bollicine dell'Anno va al Franciacorta Nature 61 '11: “un Franciacorta Millesimato, cuvée di chardonnay (70%) e pinot nero (30%) prodotta con uve provenienti esclusivamente da alcuni dei nostri migliori vigneti aziendali: Arzelle, Rovere, San Carlo e Ragnoli; vigne con una media di 20 anni e ad alta densità di impianto. Le uve sono state raccolte a mano alla maturità ottimale nella seconda decade di agosto 2011” continua Cristina “Siamo prima di tutto molto orgogliosi che il riconoscimento come Bollicine dell’Anno sia stato meritato da un Franciacorta, a testimonianza del grande percorso qualitativo che della nostra regione in questi -soli- 57 anni. La scelta di un Dosaggio Zero sottolinea la qualità intrinseca del territorio, che permette di ottenere dei Metodo Classico di straordinario equilibrio e personalità senza sciroppo di dosaggio”.

Berlucchi - Borgonato di Corte Franca (BS)- piazza Duranti, 4 –  030 984381 - https://www.berlucchi.it/

Bianco dell'Anno. Capo Martino '16. Jermann

Erano gli anni Settanta quando Silvio Jermann assunse le redini aziendali da lì l'escalation che ha consacrato i suoi vini non solo nel panorama nazionale ma anche mondiale. Sono nati il celebre W... Dreams..., il Vintage Tunina e soprattutto il Capo Martino, quest'anno per noi Bianco dell'Anno: “Il Capo Martino prende il nome dalla omonima collina di Ruttars, nel cuore del Collio goriziano, acquistata nel 1991 e già utilizzata come punto di osservazione durante la Guerra” afferma Silvio Jermannun appezzamento di 7,5 ettari dove si coltivano varietà tradizionali autoctone, friulano in maggior parte poi ribolla gialla, malvasia e picolit. Il Capo Martino nasce dall’idea di ottenere un bianco da diverse varietà vinificate in modo tradizionale, come faceva mio padre Angelo, con breve macerazione sulla buccia e una fermentazione e affinamento per 12-16 mesi in botti di rovere di Slavonia da 7-8 ettolitri arrivando, quindi, sul mercato due anni dopo la vendemmia”. E così che l'annata 2016 ci regala questo vino di grande fragranza e sapidità marina. “Grande annata la 2016, l’ottima sanità delle uve, ottenuta con condizioni metereologiche ideali, ci ha permesso di scegliere ancor meglio il momento di vendemmia consentendo il raggiungimento di un’interessante bouquet aromatico. La nostra filosofia è ancorata alle tradizioni di famiglia e a un forte legame con il territorio di confine in cui ci troviamo, incrocio di culture mitteleuropee che da sempre cerchiamo di riflettere nei nostri vini e il Capo Martino esprime questi concetti con eleganza, corpo e complessità. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti e investiamo costantemente in progetti innovativi al fine di migliorare sempre la qualità dei nostri vini per non fermarci e raggiungere nuovi obiettivi”. Un degno riconoscimento per un duro lavoro.

Jermann - Ruttars, Dolegna del Collio (GO) - Località Trussio Ruttars, 11A - 0481 888080 - https://www.jermann.it/

Rosato dell'Anno. Valtènesi Chiaretto Molmenti '15. Costaripa

Terza generazione di viniviticoltori, da sempre dediti al rosato “perché è la vocazione di questo territorio” spiega Mattia Vezzola dell'azienda Costaripa che racconta la Valtenesi come una terra di cultura provenzale, cui è vicina idealmente e non solo per il clima. Col sud della Francia condivide l'attitudine ai rosé, oggi oggetto di nuovo interesse. Tanto che, in soli 4 anni, si è passati da un milione a quasi 2 milioni di bottiglie. Merito di un mercato che riscopre i rosati, “un antidoto al formalismo” li definisce lui: “vini riservati, amati da chi non ama mettersi in mostra”, versatili e capaci di grandi sorprese, soprattutto quando prodotti in zone vocate. Come il Valtènesi Chiaretto Molmenti '15, che si aggiudica il nuovo premio Rosato dell'Anno. Un vino che rompe con il pregiudizio che questi vini vadano bevuti giovani: “volevamo dargli carattere, personalità e longevità”. Per farlo hanno fatto scelte precise: vigne di 45 anni, 5500 piante per ettaro, equivalenti a circa 70 quintali e 35-37 ettolitri per ettaro, per complessive 5500 bottiglie. Due anni di tonneau e un lungo affinamento in bottiglia. Il risultato è un vino dal colore tenue, “un cipria perla leggermente carico”, profumi primari di viola, pepe, frutti rossi e legno d'ulivo, melograno e pesca di vigna. Un vino lungo, persistente, dalla tessitura più sostenuta dei provenzali che accettano un 20% di uve bianche. Qui no, ci sono groppello al 50% - “il vitigno più vicino in assoluto al pinot nero” - e un 30% di marzemino, 10 di barbera e 10 di sangiovese. E “il cuore di ogni acino, la parte più nobile”. Tutto questo è supportato da due parole: longevità e leggerezza: “noi facciamo foulard, non cappotti né pantaloni”.

Costaripa - Moniga del Garda (BS) - via Della Costa, 1/a - 0365 502010 - http://costaripa.it/

Rosso dell'anno. Brunello di Montalcino Duelecci Ovest Ris. '12. Tenuta di Sesta

"Mio nonno ha piantato le prime vigne negli anni '60; le nostre prime bottiglie riportano in etichetta l'annata '66, poco prima che la Doc Brunello di Montalcino fosse istituita": Andrea Ciacci, insieme alla sorella Francesca e al padre Giovanni, è alla guida di Tenuta di Sesta, l'azienda ilcinese che quest'anno si è guadagnata il Premio Speciale Rosso dell'Anno con il Brunello di Montalcino Duelecci Ovest Riserva 2012. "Ci prendiamo cura di 35 ettari vitati nella zona di Sesta, a sud di Montalcino, tra Sant'Angelo in Colle e Castelnuovo dell'Abate, su terreni magri, ricchi di calcare e inserti argilloso-ferrosi". Le vigne esposte a sud permettono una perfetta maturazione delle uve, anche nelle annate più fresche e, mentre sono aperte verso il mare per il passaggio di brezze calde, una catena di colline le difende dall'aria fredda proveniente dall'Appennino. "La 2012 è la prima annata della Riserva Duelecci; le uve provengono da un vigneto omonimo di circa tre ettari, ma a seconda dell'andamento climatico dell'annata, volta per volta decidiamo quale sezione dedicare a questa etichetta. Nella 2012, annata abbastanza calda, insieme a Lorenzo Landi, il nostro enologo, abbiamo optato per la parte ovest; per la 2013 invece abbiamo scelto la parte est". Secondo Tre Bicchieri della storia aziendale e subito un Premio Speciale: "un riconoscimento inaspettato, che rappresenta il frutto del rinnovamento, agronomico e enologico, che abbiamo intrapreso dal 2007".

Tenuta di Sesta -Castelnuovo dell'Abate Montalcino (SI) - Loc. Sesta - 0577 835612 - http://www.tenutadisesta.it/

Dolce dell'Anno. Piemonte Moscato Passito Doc La bella estate '16. Vite Colte

Ci sono vent'anni di esperienza dietro il Piemonte Moscato Passito Doc “La bella estate”. Il Dolce dell'anno, premio speciale per la guida Vini d'Italia del Gambero Rosso 2019, nasce da molto lontano. L'annata 2016, quella che ha ottenuto il favore degli esperti, è un mix di tecnica in vigna e di arte enologica. Ed è anche la sintesi del lavoro di Vite Colte, il progetto avviato a Barolo due anni fa che coinvolge 180 viticoltori su 300 ettari di vigneto e mette assieme il sapere contadino e la più moderna agronomia. Un'idea di alta qualità, come spiega il presidente Piero Quadrumolo, che si concretizza già alla base: “Ogni socio mette a disposizione una piccola parte di vigneto, che viene curato in modo particolare, solitamente si trova in posizioni ventilate per difendere le piante dalla peronospora. Nel caso del nostro Moscato passito, abbiamo scelto di giocare sugli aromi varietali”. In due decenni di produzione, la sola surmaturazione in pianta non ha dato i risultati sperati “ma col tempo” spiega Quadrumolo “siamo riusciti a trovare un equilibrio, bilanciandola con un appassimento delle uve in fruttaia. L'obiettivo era ottenere un vino aromatico, col timbro varietale del Moscato, non stucchevole e con una discreta acidità”. Oggi La bella estate, la cui produzione media è di 15 mila bottiglie (formato 0,75 litri, con prezzo franco cantina di 20 euro), è particolarmente apprezzato negli ambienti dell'alta cucina piemontese, dalle Langhe all'Alto Novarese e Verbano. “Ci piacerebbe produrne qualche bottiglia in più ma non è così automatico, dal momento che le quantità dell'annata 2016 sono state decise nel 2012. Siamo convinti che questo premio di cui siamo orgogliosi determinerà un aumento degli ordini” conclude Quadrumolo “e vorrà dire che staremo per un po' più a lungo senza il nostro prodotto”.

Vite Colte - Barolo (CN)- Via Bergesia, 6 - 0173 564611- http://www.vitecolte.it/

 

 

 

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