Niente Corvina manifesto, la consueta anteprima del Chiaretto, posticipata a data da destinarsi, ma tanti progetti nel cassetto per rilanciare le Dop del Consorzio vini Bardolino. Il mandato del neopresidente Fabio Dei Micheli, che ha preso il testimone da Franco Cristoforetti, si è aperto col rebranding del logo consortile, come primo segnale di cambiamento nell'immagine del distretto veronese (900 soci in 2.500 ettari) da circa 20 milioni di bottiglie, ed è proseguito con la novità sui calendari. Per i vini gardesani, la kermesse in rosa di inizio marzo alla Dogana veneta di Lazise è stata posticipata e si resta in attesa di un evento sul Garda che riunirà esperti, wine lover e turisti. Mentre per i soli vini rossi (il Bardolino e le tre sottozone Sommacampagna, Montebaldo e La Rocca) è allo studio un evento ad hoc che punti alla loro valorizzazione.
Un mercato in calo ma l'Italia tiene
Il mercato dei vini di Bardolino dice che sul fronte imbottigliamenti, il contesto difficile per il vino italiano ha presentato il conto anche da queste parti. «Abbiamo contenuto il calo tra 8 e 10%», spiega Dei Micheli, ricordando che nel 2023 sono stati imbottigliati 150mila ettolitri di vino dell'annata 2022. «Sul fronte giacenze - aggiunge - registriamo una progressiva riduzione e questo è un buon segnale. Stiamo già imbottigliando i vini di un 2023 con meno volumi (95 q.li/ettaro in media; ndr) ma di grande qualità». All'estero transita il 60% della denominazione, con un 50% in Ue (Germania in primis) e un 10% in extra-Ue (Stati Uniti, Canada e Giappone): «Dopo la riqualificazione del nostro Chiaretto (rosato che il Gambero Rosso ha premiato di recente per il miglior rapporto qualità-prezzo) gli Stati Uniti non hanno dato i risultati attesi; pertanto - osserva il presidente - occorrerà puntare sui mercati storici e più conosciuti». Le vendite in Italia, invece, sono riuscite a mantenersi stabili, grazie al consumo locale.
La redditività dei viticoltori
Da circa cinque anni, il Consorzio ha scelto di limitare la resa di uve per ettaro a 100 quintali (120 per il bio), per evitare il dannoso effetto altalena sui prezzi delle uve. Attualmente il valore è di 0,50 euro per quelle del Bardolino, di 0,55 euro per il Bardolino Classico e di 0,70 euro per le uve biologiche. «Limitare le rese ha stabilizzato i prezzi. Ma il nostro obiettivo è incrementare la redditività dei viticoltori che, ora, è compresa tra 7.500 e 8.500 euro per ettaro. Vorremmo arrivare a 10mila euro», sottolinea Dei Micheli che non nasconde le difficoltà: «Dobbiamo riuscire a trovare una sostenibilità economica, alla luce del costante aumento dei costi di produzione». Un percorso che passa anche per quella ambientale: 200 gli ettari bio e altrettanti quelli condotti con protocollo Sqnpi (il sistema di qualità nazionale per la produzione integrata).
L'idea dell'Osservatorio prezzi
Un monitoraggio di prezzi e quotazioni di Bardolino e Chiaretto potrebbe contribuire a migliorare le strategie dell'ente. «Lo realizzeremo entro il 2024: con numeri precisi avremo un'idea più chiara dei punti forti e dei punti deboli della Dop, per migliorare l'identità dei prodotti. Non dimentichiamo che il Bardolino è soprattutto - rimarca Dei Micheli - un vino da bere giovane, con una moderata gradazione alcolica, grazie a un disciplinare che ammette gli 11 gradi».
Tema importante, quello della formazione ai soci, che passerà per i contributi scientifici. Il Consorzio vini Bardolino, annuncia Dei Micheli, sta avviando collaborazioni con le università venete per studiare, da un lato, la stabilità del colore del Chiaretto e, dall'altro, le migliori tecniche di vinificazione per esaltare l'identità dell'uva corvina nei vini giovani d'annata. Non è escluso che si punti anche a identificare i migliori contenitori per affinare i vini delle tre sottozone: «Condivideremo queste informazioni coi produttori, nel segno di una crescita culturale su ciò che significhi fare vino a Bardolino».
I progetti sull'enoturismo
Con 13 milioni di presenze turistiche, il Lago di Garda è tra le più importanti destinazioni turistiche del Veneto. Il vino è uno dei biglietti da visita. E il Consorzio rinnoverà a breve il sito web (non sarà più statico come l'attuale) per far sì che il turista, attraverso il portale, possa prenotare le visite in cantina: «Intendiamo poi fare rete - conclude il presidente Dei Micheli - con la ristorazione locale e le aziende agroalimentari».
L'articolo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 15 febbraio 2024
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