Stagisti del vino: imparare il mestiere all'estero

14 Ott 2011, 17:13 | a cura di

Il futuro è una terra straniera. Almeno potrebbe esserlo per i molti aspiranti enologi e viticoltori che decidono di andare all'estero per arricchire la propria esperienza in campo vitivinicolo. Tra le società che si occupano degli “scambi agricoli” (viticoltura, ma anch

e orticoltura, equitazione e perfino gestione dei campi da golf), vi è la Caep fondata in Minnesota dal danese Milt Smedsrud nel 1985 e che fino ad oggi ha attirato negli States ben 20mila tirocinanti da tutto il mondo.

 

Tre Bicchieri ha sentito il responsabile dell'unica  filiale  italiana, che si trova a  Mazara del Vallo, l'enologo  Francesco Ditta. “Nel nostro programma la viticoltura rappresenta la voce preponderante con un centinaio di richieste l'anno, anche se ne riusciamo ad accontentare solo una trentina – spiega il direttore, che ci rivela di aver provato qualche anno fa in prima persona l'esperienza con un soggiorno americano nell'azienda Flowers Vineyards & Winery, nella Sonoma Coast, California: “Un'esperienza che consiglierei a tutti, tanto che al ritorno fondai la sede italiana della Caep per dare anche ai nostri giovani stagisti la possibilità di avere  un interlocutore fisico nel nostro Paese”.

 

Oggi sono 450 le aziende-hosts associate alla Caep, situate nelle maggiori regioni vinicole americane (come California, Oregon e Missouri) e tra queste spiccano Opus One di Oakville in Napa Valley , Flowers Vineyards&Winery e Kendall Jackson nella Sonoma Coast, e il colosso Constellation con base a FairPort, New York (oltre a 600 ettari di vigneto suddivisi tra Napa Valley, Sonoma e Carnero,oltre 4mila dipendenti e  30 strutture nel mondo). Ai giovani stagisti viene offerta un'esperienza Oltreoceano che va da un minimo di 4 a un massimo di 11  mesi con una retribuzione mensile di circa  900 dollari al mese. I maggiori settori di impiego? “Lavori in  cantina, soprattutto nel periodo della vendemmia, e nei laboratori – spiega Ditta -  con una minoranza di stagisti impiegata come wine seller”. A carico loro le spese di viaggio vitto e alloggio (qualora non previste dalla stessa azienda).Uno dei partner italiani del progetto è l'Istituto Regionale Vite e Vino della Sicilia che ogni anno propone quindici enologi (o aspiranti tali) per il tirocinio, facendosi completamente carico delle spese.

 

Tra questi anche Milena Rizzo, 25 anni di Altavilla Milicia (Palermo) con una laurea  in enologia e quattro vendemmie alle spalle (in aziende come Settesoli e  Duca di Salaparuta), che oggi è in stage nella filiale californiana del gruppo Constellation.  “Sono arrivata in azienda il 10 agosto  - racconta Milena dagli States -  e dovrei restare fino a dicembre. Con me ci sono altri 18 ragazzi che provengono da diverse parti del mondo, dall'Argentina alla Bulgaria, dall'Uruguay alla Cina. Abbiamo iniziato tutti come cantinieri e quattro di noi sono diventati assistenti enologi. Io, tra questi, mi occupo dei vini rossi: non potevo desiderare di meglio”.Milena ci spiega come la  multi-etnicità americana passi anche dall'integrazione in Cantina:“Ho trovato un ambiente molto aperto al dialogo dove la diversa provenienza viene considerata una possibilità di arricchimento e  - ammette soddisfatta - ho anche trovato un posto dove non si fa nessuna differenza tra uomo e donna, mentre da noi, ancora oggi, il lavoro di enologo è visto come prettamente maschile e una ragazza deve sempre dimostrare qualcosa in più per far vedere che la differenza in realtà non esiste”.

 

Il prossimo passo di Caep Italia sarà rivolto ai programmi di in-coming in Italia da parte di tirocinanti stranieri. I prima a venire nelle nostre Cantine nel 2012 saranno i giovani sudamericani, ma ci sono già flotte di richiesta da India e Cina.

 

Chi invece è già impegnato sui due fronti (partenze e arrivi) è la Cia, che da quattro anni ha inserito la viticoltura nel più ampio programma Eye (Erasmus Young Entrepreneurs) promosso dall'Unione Europea con destinatari giovani e aspiranti imprenditori di tutti i settori cui viene data la possibilità di passare da uno a sei mesi in uno dei 27 Stati Membri a costo zero.  Secondo i dati diffusi da Bruxelles, il nostro è tra i Paesi che meglio hanno accolto l'iniziativa con il 24% di imprenditori in erba in giro per l'Europa e il  23% di stranieri ospitati nelle nostre realtà. “Le aziende vitivinicole italiane sono in testa alle liste di preferenza degli stranieri. – evidenzia Roberto Scalacci, responsabile Cia di Bruxelles -  I giovani, infatti, sono attratti dalla curiosità di scoprire le alchimie che portano al successo del made in Italy rurale».

 

Lo Stivale sembra essere una destinazione appetibile soprattutto per i Nuovi Stati dell'Ue: Romania, Bulgaria, Slovacchia e Polonia. Di contro, le mete preferite dai nostri futuri imprenditori agricoli sono i Paesi del Nord Europa. Tre Bicchieri ha sentito un produttore-ospitante,  Roberto Del Buono, titolare dell'Azienda  Vitivinicola la Cignozza di Chianciano Terme che lo scorso anno ha  aperto le porte della sua azienda all'aspirante imprenditore bulgaro, Ivan Petkov. “Per me è  stato un appuntamento al buio di cui sono completamente soddisfatto – spiega Del Buono -  Il giovane Ivan, laureato in Economia, ha il sogno di avviare  un'attività vitivinicola nel proprio Paese e credo che l'esperienza in Italia gli sia stata molto utile. Ma il nostro è stato soprattutto uno scambio bilaterale: insieme abbiamo analizzato i nuovi mercati per adottare appropriate strategie di marketing.  Ed è anche grazie a lui che oggi sono più orientato verso il mercato estero”.

 

di Loredana Sottile

14/10/2011

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