cantine del Bel Paese, e centinaia di migliaia di vini assaggiati.
Una vera enciclopedia, che ha registrato tutto quello che di buono è accaduto dal 1987 in poi. Erano anni difficili, quelli degli inizi, ma l’Italia del vino aveva bisogno di scrollarsi di dosso un’immagine non troppo brillante, aveva voglia di confrontarsi con i più grandi vini del mondo, e c’era bisogno di qualcuno che raccontasse tutto questo.
La prima edizione, quella del 1988, fu realizzata con una passione infinita e grande spirito pionieristico, e arrivò a colmare un vuoto che c’era dagli anni Settanta, dai tempi del Catalogo Bolaffi dei vini d’Italia del grande Gino Veronelli. Si trattava di quasi 500 cantine e di 1500 vini, circa. Con 30 vini premiati con i Tre Bicchieri. La sua importanza e la sua autorevolezza nel mondo degli appassionati e dei professionisti nel giro di pochi anni divenne fondamentale, grazie anche alle traduzioni in lingua tedesca e inglese comparse nelle edizioni immediatamente successive.
Da quest’anno poi Vini d’Italia - prima tra le guide italiane - è pubblicata anche in lingua cinese, in joint-venture con il primo gruppo editoriale di quel paese, la Guandong Big Coast Publishing & Trade Co. Ltd. Non si tratta solo di uno sforzo editoriale. Vini d’Italia vuole essere sopratutto un veicolo di informazione e di promozione delle straordinarie capacità dei viticoltori, degli enologi e dei produttori italiani. Oggi, 25 anni dopo, Vini d’Italia recensisce 2350 produttori e circa 20mila vini. Siamo cresciuti noi, è cresciuto in maniera esponenziale il segmento del vino di qualità, e tutto questo è potuto avvenire perché contemporaneamente sono cresciuti per numero e soprattutto per cultura e competenza i consumatori. E’ cambiato il gusto, sicuramente, in questi cinque lustri.
Dai vini innovativi, maturati nei legni nuovi, dalla rincorsa ai vitigni migliorativi o internazionali abbiamo compiuto tutti un percorso gustativo che alla fine del viaggio ci ha portato a essere consapevoli della grande ricchezza del nostro patrimonio ampelografico. Abbiamo riscoperto vitigni e territori, sistemi di lavorazione tradizionali, tecniche ancestrali. Ma tutto questo è avvenuto senza sacrificare le conquiste della nuova enologia, senza demonizzare il legno nuovo e le tecniche più innovative. La ricerca dell’armonia, dell’equilibrio, della finezza e dell’eleganza era il nostro obbiettivo di allora ed è il nostro obbiettivo di oggi. Un lavoro, insomma, che affrontiamo anno dopo anno con uno spirito assolutamente laico, cercando di non cadere preda di ideologie, schieramenti, mode. E oggi come ieri cerchiamo di raccontare il grande lavoro, i sacrifici, la passione, ma anche la visione di uno sviluppo sostenibile che molti vignaioli e molti produttori hanno maturato in questi anni. L’Italia del vino è cambiata e sta cambiando ancora, e noi siamo qui a raccontare tutto questo con Vini d’Italia.
E poi i novantacinque Tre Bicchieri Verdi (lo scorso anno erano 83) confermano che la tendenza verso una viticoltura più naturale e sensibile alle istanze ambientaliste è un fenomeno ormai innescato.
Quest’anno il numero complessivo dei Tre Bicchieri è sceso, i vini premiati sono 375, ma i Tre Bicchieri sotto i 15 euro sono lo stesso numero dello scorso anno, ben 52, a conferma della competitività delle nostre migliori aziende vinicole.
Questa in sintesi è la venticinquesima edizione di Vini d’Italia. Un’opera collettiva, che sarebbe impossibile senza l’apporta di un gruppo di collaboratori straordinariamente motivati e competenti, che sacrificano tempo libero e ferie per dare un contributo a questo grandissimo lavoro. Nel giro di pochi mesi abbiamo assaggiato con loro oltre trentamila vini, sempre alla cieca, in commissioni territoriali. Le degustazioni in genere vengono organizzate con enti e in sedi istituzionali, come consorzi, camere di commercio, istituti regionali, che hanno collaborato con noi garantendo anche la correttezza del nostro lavoro.
Nella prima fase delle degustazioni sul territorio selezioniamo circa mille e trecento vini che approdano alla degustazioni finali per i Tre Bicchieri, e ottengono come minimo il punteggio di due bicchieri colorati. Alla fine di questo percorso si riunisce la commissione che decide i premi, composta dai curatori e dai responsabili delle commissioni locali. Ancora una volta i vini vengono degustati anonimamente, e questo avviene a Roma alla Città del gusto, presso la sede del Gambero Rosso. Quest’anno accanto ai curatori Nino Aiello, Alessandro Bocchetti, Antonio Boco, Francesco Beghi, Dario Cappelloni, Giuseppe Carrus, Paolo De Cristofaro, Nicola Frasson, Massimo Lanza, Giorgio Melandri, Gianni Ottogalli, Nereo Pederzolli, Pierpaolo Rastelli, Carlo Ravanello, Leonardo Romanelli, Lorenzo Ruggeri, Riccardo Viscardi, Paolo Zaccaria. Grazie a tutti e un saluto, infine, a Daniele Cernilli, inventore di questa guida, che già da qualche anno ce ne aveva trasferito la responsabilità.
Marco Sabellico, Gianni Fabrizio, Eleonora Guerini
ottobre 2011