Tre Bicchieri 2023, le new entry: Etna Bianco Aedes '21 di I custodi delle vigne dell'Etna

18 Apr 2023, 11:45 | a cura di
Con l'Etna Bianco Aedes '21, I custodi delle vigne dell'Etna ha conquistato per la prima volta i Tre Bicchieri nella guida Vini d'Italia 2023.

Una grandissima passione per il vino e la malìa dell'Etna hanno indotto Mario Paoluzi, intraprendente imprenditore romano, a dare una svolta alla sua vita, che si sviluppa oggi, in massima parte, tra le sue vigne sul vulcano. All'Etna Banco Aedes '21 sono andati i primi Tre Bicchieri (massimo riconoscimento nella guida Vini d'Italia) dell'azienda.

Persone-Mario Paoluzi pianta centenaria

La storia di I custodi delle vigne dell'Etna

La potenza della terra che si amalgama col fuoco incendia la curiosità degli uomini da quando hanno iniziato a camminare su questo pianeta. Il vulcano è qualcosa da temere, un pericolo, ma allo stesso tempo attrae come una calamità proprio per questo alone di energia che riesce a trasmettere. È così ancora oggi, e proabilmente questo sarà stato uno dei motivi che ha spinto Mario Paoluzi a spostarsi da Roma a Castiglione di Sicilia per creare la sua azienda vinicola, "anche se all'inizio mi sono trasferito a Catania per lavoro intorno ai primi anni del 2000" ci spiega. "Sono da sempre appassionato di vino: pensa che avevo solo 21 anni quando ho fatto il corso da sommelier".

La svolta nella vita di Mario avviene dopo qualche tempo passato all'ombra del vulcano: "tra il 2006 e il 2007, l'azienda di Mick Hucknall, leader dei Simply Red, che si chiamava Il Cantante, seguita da Salvo Foti, cercava un partner locale per la cantina; il suo commerciale, che era un mio amico, mi chiese se potessi essere interessato. Con l'occasione ho avuto modo di conoscere Salvo e il territorio dell'Etna". La malìa de "a Muntagna" inizia ad agire: "ho deciso che invece di investire in quel progetto avrei voluto iniziarne uno mio". Le fasi preparatorie sono accompagnate proprio da Salvo Foti, una sorta di "genius loci" del vino etneo, un sodalizio che tutt'ora è in corso "e che si basa sì su un rapporto professionale, ma soprattutto su una condivisione di valori". L'azienda piano piano cresce: nel 2016 viene inaugurata la nuova cantina: "ad oggi abbiamo messo insieme circa una ventina di ettari vitati, cinque dei quali entreranno in produzione nei prossimi anni".

Centenaria-con-vignere. I custodi delle vigne dell'Etna

Il territorio e le vigne dell'Etna

"Mi sono trasferito per lavoro ma poi ho sposato il territorio" continua Mario: "in realtà non solo il territorio: mia moglie è catanese e mia figlia è nata a Catania. La mia famiglia è qui. Per quanto riguarda l'Etna, mi hanno stregato le caratteristiche dei suoi vini, soprattutto il fatto che in uno spazio relativamente piccolo, c'è una grande variabilità pedoclimatica secondo quelli che sono i versanti, le altitudini, le esposizioni, l'influenza del mare. La cosa incredibile quindi è di poter fare in una denominazione grandissimi rossi e altrettanto grandi bianchi".

La parte principale e storica della cantina si trova sul versante nord: siamo in contrada Moganazzi nel comune di Castiglione di Sicilia. Qui, zona molto ventilata, ci sono circa dieci ettari, due dei quali sono i primi acquistati nel 2007, "una vigna centenaria, da cui produco l'Aetneus. Poi, sempre sul versante nord, abbiamo una vigna unica, poco meno di un ettaro, che, con ogni probabilità, è la vigna più antica dell'Etna, in Contrada Feudo di Mezzo, uno dei cru più importanti del territorio etneo; le piante hanno circa 200 anni, alberi altri tre metri, davvero una vigna monumentale. Gli altri otto ettari sono concentrati in Contrada Puntalazzo, nel comune di Mascali, sul versante est, tutti affacciati sul mare: "qui abbiamo due vigne, una storica, a 750 metri di altitudine, che ho acquisito dall'azienda Il Cantante, che nel frattempo aveva cessato l'attività, una vigna bellissima, tutta a terrazze, piantata al 100% a carricante; l'altra vigna, che stiamo sviluppando ora, è più bassa, 550 metri, e ci sono sia carricante, sia nerello mascalese.

 

I Custodi dell'Etna. Nel nome una vocazione

Anche la scelta del nome non è stata casuale: "fondamentalmente la nostra è una missione: mi sento di fare un lavoro di tutela per poter trasmettere, un giorno, la mia azienda a mia figlia, ma soprattutto un territorio a tutte le generazioni future. Lo sforzo che facciamo con Salvo è recuperare quelle che sono le tradizioni della vigna ad alberello, anche facendo un grosso lavoro di formazione sui giovani per insegnare loro a coltivare la vite in questo modo antichissimo. Cerchiamo inoltre di preservare il territorio: muretti a secco, terrazze, pali in castagno; non è solo estetica, è soprattutto custodire una tradizione. Ovviamente ci sono anche motivazioni tecniche: con queste soluzioni riusciamo a ottenere uve qualitativamente eccellenti".

Aedes - I custodi delle vigne dell'Etna

I primi Tre Bicchieri dell'azienda: l'Etna Bianco Aedes '21

E questo lavoro si riverbera nella qualità dei vini che sempre di più ci sembrano scalare i vertici della qualità sul territorio. L'Aedes '21, per esempio, ha raggiunto i suoi primi Tre Bicchieri, un vino di spiccata personalità che profuma di lavanda, pesca, elicriso e menta, raffinato e lunghissimo al palato, dove il frutto è sorretto da una veemente acidità. "Nasce dall'idea di realizzare un bianco etneo come si faceva tradizionalmente. Le vecchie vigne, prima, erano coltivate con tante varietà diverse, che germogliavano e maturavano anche in tempi differenti: era un modo per cercare di poter portare sempre a casa almeno una parte di raccolto nel caso qualche malattia o condizioni meteorologiche avverse creassero qualche problema. Con l'Aedes volevamo fare un vino che fosse pronto fin da subito ma che potesse comunque avere un buon potenziale di invecchiamento. E allora a un 60% di carricante abbiamo aggiunto alcune delle varietà bianche che col tempo stavano andando a scomparire, come per esempio la minella, il grecanico o il catarratto. Sono varietà che smorzano un po' la grande acidità del carricante e ampliano lo spettro aromatico. Questo non significa che non possa invecchiare bene: queste varietà stempereranno la loro identità e piano piano sarà il carricante a venire fuori". Conclude Mario: "non ci aspettavamo affatto i Tre Bicchieri. È stato un piacevole fulmine a ciel sereno. Inoltre questo vino è alla sua seconda uscita: per noi è stata una conferma che abbiamo intrapreso il percorso giusto".

a cura di William Pregentelli

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