Sapori dei Parchi, il sito dei prodotti tipici dei Parchi nazionali italiani

12 Gen 2020, 15:00 | a cura di
Lo slow travel - il modo di viaggiare lento - è ormai una tendenza in voga da tempo. Fra le destinazioni, i Parchi nazionali. Un portale raduna prodotti tipici ed esperienze gastronomiche da scoprire presso le aree protette italiane.

Sapori dei Parchi: i prodotti tipici delle aree protette

117 prodotti tipici tra Doc, Dop e Igp, attraverso i quali costruire degli itinerari golosi alla scoperta dei Parchi nazionali italiani. Si chiama Sapori dei Parchi ed è il nuovo portale realizzato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con Unioncamere, un progetto pensato per promuovere il legame tra specialità gastronomiche e patrimonio naturale nei 24 Parchi della Penisola.

Turismo lento e sostenibile

Con il portale, gli utenti possono accedere a una mappa che collega i diversi Parchi, scoprendo i prodotti del territorio e optando per un turismo sostenibile, grazie alle tante informazioni disponibili sul sito, dalle escursioni agli eventi, senza dimenticare le degustazioni organizzate. Un'iniziativa nata per tutelare queste zone incontaminate, con le loro biodiversità e identità culturali, incoraggiando "un turismo strettamente collegato all'attrattività enogastronomica", come hanno spiegato il ministro Sergio Costa, il sottosegretario Roberto Morassut e i presidenti dei Parchi Nazionali durante la presentazione del portale.

I prodotti tipici dei Parchi nazionali

Burrata, Caciocavallo, Pallone di Gravina, capperi di Pantelleria, zafferano dell'Aquila, fagiolo cannellino di Atina: queste e molte altre le specialità promosse su Sapori dei Parchi, piattaforma che riunisce il meglio delle varie gastronomie regionali, a sostengo degli agro-ecosistemi ricchi di biodiversità, che per il proprio mantenimento richiedono "la costante e attiva opera dell'uomo".

L'importanza dell'agricoltura

Sono zone peculiari, i Parchi, aree protette in cui l'interazione tra agricoltura e territorio da sempre "contribuisce alle economie delle aree rurali", ma dove la marginalità e l'abbandono di pascoli e coltivazioni hanno nel tempo causato fenomeni di dissesto idrogeologico e perdita di habitat per le specie. Per questo è necessario incentivare un turismo legato a queste zone, partendo proprio dal cibo, non solo per il benessere dell'ambiente ma anche per quello delle comunità che vi abitano.

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