New York mangia italiano. Il nuovo Nishi, Vini e Fritti e il raddoppio della Pecora Bianca

16 Ott 2017, 10:00 | a cura di

David Chang ripensa il suo ultimo ristorante all’insegna della cucina italiana, con un menu degustazione dedicato alla pasta; Danny Meyer inaugura l’ennesima insegna ispirata a Roma e all’Italia; la Pecora Bianca raddoppia a Midtown. È un momento d’oro per la cucina italiana a New York. 


Nishi. La ripartenza

Nelle intenzioni del suo ideatore, chef eclettico e imprenditore altrettanto capace, Nishi avrebbe dovuto essere l’ennesimo tassello della fortunata famiglia Momofuku. E invece, a dispetto delle aspettative, l’insegna di Chelsea inaugurata all’inizio del 2016 si è rivelata il tallone di Achille di David Chang, deus ex machina della ristorazione fusion newyorkese. Le premesse per fare bene, all’epoca, c’erano tutte: fusion d’autore giocato sull’insolito asse Estremo Oriente – Italia, approccio informale, ambiente rilassato, pur con prezzi adeguati al livello dell’offerta. Eppure, già qualche mese dopo, incassata un’infilata di recensioni negative, Chang era costretto al mea culpa, e si diceva pronto a rimettere in sesto l’attività con tutti gli accorgimenti del caso. Quasi un anno dopo, solo qualche giorno fa, Nishi ha riaperto i battenti dopo un restyling che ha interessato gli spazi, e, soprattutto, il concept di ristorazione dell’insegna. Nella settimana di chiusura per rinnovo locali, infatti, lo spazio è stato ripensato all’insegna del comfort, sostituendo sgabelli e panche in legno con divanetti imbottiti e sedie dal design nordico in pelle.

La cucina italiana di David Chang

Ma è il nuovo menu la vera novità del Nishi 2.0, ora dichiaratamente devoto alla cucina italiana e alle sue tradizioni più celebri (all’esordio, invece, Chang aveva più volte ribadito l’intenzione di discostarsene, per sperimentare risultati inediti). A cominciare dalla pasta homemade, di cui lo chef Josh Pinsky è sempre stato accanito sostenitore, sin dai tempi del Momofuku: recentemente, la sua passione, gli è valsa il premio della James Beard Foundation per il miglior piatto di pasta di New York. La proposta, però, rispecchierà sempre il twist di casa Chang, “perché l’ultima cosa che abbiamo intenzione di fare è l’ennesimo ristorante italiano, e la proposta sarà un’interpretazione molto personale di Josh di quello che il cibo italiano potrebbe essere”, sulla scia di altri esperimenti in partenza negli Stati Uniti, e a New York (Chang cita esplicitamente Mark Ladner, e il suo Pasta Flyer). Tra le alternative in carta, anche un menu degustazione dedicato alla pasta, con quattro portate a 58 dollari, dalle pappardelle con ragù agli agnolotti ripieni di fegatini di pollo, alle orecchiette con polpo, cime di rapa e chili. In menu anche pesce all’acquapazza e costolette di maiale con salsa bbq, e il piatto più caro di tutti, l’aragosta Fra Diavolo, spaghettoni aglio, olio e peperoncino con aragosta fritta. Da bere una selezione di vini di giovani produttori europei. E la promessa che Nishi “sarà il ristorante più attinente alla filosofia Momofuku che abbiamo”.

Vini e fritti. La vineria di Danny Meyer

Del resto la cucina italiana sembra vivere una seconda giovinezza in città (mentre proprio il 21 ottobre il Gambero Rosso si appresta a lanciare la prima guida online dedicata alla ristorazione italiana nel mondo: Top Italian Restaurants). Al Redbury Hotel, Danny Meyer ha mantenuto la promessa, inaugurando il wine bar dei suoi sogni, Vini e Fritti, ispirato ancora una volta alla cucina romana e ai suoi costumi. Una vineria in stile italiano che, con il nuovo Caffè Marchio, completa il polo della gastronomia made in Italy firmato Meyer, insieme all’adiacente pizzeria Marta. Cinquanta coperti in tutto, tra bancone e sgabelli in sala, e un menu che rispecchia le aspettative, con baccalà e costolette di maiale con miele al peperoncino calabrese, bagna cauda e supplì al telefono, mozzarella in carrozza e gnocco fritto con prosciutto e parmigiano, in abbinamento a champagne e bollicine per lo spritz.

La Pecora Bianca raddoppia

Ed è proprio il caso di dire non c’è due senza tre, senza neanche spostare troppo lo sguardo. A Midtown, infatti, due giorni fa ha debuttato il secondo locale della Pecora Bianca, insegna fondata da Mark Barack nell’estate 2015 a NoMad e subito premiata dai newyorkesi, che l’hanno eletta tra le tavole italiane di riferimento in città. Ora il ristorante raddoppia in Second Avenue, senza troppi stravolgimenti rispetto alla formula originale, e con un menu ideato dallo chef Cruz Goler per esaltare la cucina tricolore. Il nuovo locale, aperto per cena, ma presto in attività dalle prime ore del mattino per colazione, brunch, pranzo e servizio take away, potrà accogliere 150 commensali (il doppio rispetto al locale di NoMad) e funzionerà anche da caffè, per pasti veloci, panini, insalate, gelato. In menu diversi “spuntini” – bomboloni con prosciutto, arancini, polpette – e poi spaghetti al pomodoro, gnudi di ricotta alle erbe, tagliatelle al ragù, gramigna con salsicce e broccoletti, galletto e bistecca con funghi cardoncelli, polenta e burro all’nduja. Tra i vini una selezione di etichette italiane, spritz per l’aperitivo, una carta dedicata al Negroni, la drink list della casa. 

Nishi – New York, Chelsea – 232, 8thAvenue - https://nishi.momofuku.com/

Vini e Fritti – New York – 30, East 30thstreet – www.viniefritti.com

La Pecora Bianca (seconda sede) – New York, Midtown – 950, 2ndAvenue at 50 Street - www.lapecorabianca.com

 

a cura di Livia Montagnoli

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram