Nella Giornata del made in Italyย Radio1 Rai lancia un podcast firmato da Massimo Cerofolini e dedicato a un genio italiano quasi sconosciuto al grande pubblico: Angelo Dalle Molle, creatore negli anni ’50 del Cynar (insieme a Rino Dondi Pinton), che mezzo secolo fa costruiva anche auto elettriche e progettava stazioni di car sharing e di ricarica e che poi si dedicรฒ allo studio e alla ricerca sull’intelligenza artificiale e sul mondo digitale. La storia di questo uomo, nato a Mestre nel 1908 e scomparso nel 2001, ha dell’incredibile. Dalle Molle mise il suo vulcanico estro e la sua geniale curiositร al servizio del futuro: inventando, comunicando, studiando come migliorare la vita dei suoi simili. Tutto andando continuamente e ostinatamente controcorrente.
Il podcast in 5 puntate di Massimo Cerofolini ricostruisce la vita di questo personaggio cui sono debitori sia Musk con le sue Tesla che Sam Altman per la sua ChatGpt. Ma raccontiamolo passo passo questo personaggio cui la modernitร deve molto e che ha incarnato l’ideale di imprenditore illuminato purtroppo ignorato dal mainstream. Nel 1935, ancora ventenne, Angelo molla gli studi e convince i familiari a comprare l’azienda Pezziol che era in crisi e aveva in casa distillati famosi come il Vov. Dodici anni dopo dร vita all’iniziativa AvioBar nell’ambito del progetto Grandi Marche Associate (sempre di sua creazione): un aereo cargo americano viene trasformato in un bar volante che nel 1947 compie il giro dโItalia in 10 tappe. Una promozione non riguarda solo il Gruppo Grandi Marche Associate ma anche altre realtร del settore. Lโiniziativa ottiene un enorme successo. Angelo rimane personalmente molto colpito dalla desolazione – vista dall’alto – di unโItalia ridotta in macerie dalla guerra appena finita e matura il desiderio di aiutare concretamente la ricostruzione. L’anno successivo Dalle Molle compie l’impresa dai piรน ritenuta impossibile: creare un liquore con il carciofo, ortaggio mai usato prima nel settore, scelto per le sue virtรน benefiche. Dopo due anni di sperimentazioni insieme al chimico Rino Dondi Pinton, Dalle Molle vince lo scetticismo generale e nel 1950 lancia la sua creazione, il Cynar, con una campagna spettacolare che conquista lโintera Penisola, grazie a unโorganizzazione ramificata e innovative campagne di marketing. Il successo dellโamaro travolge ogni aspettativa: due milioni di bottiglie vendute in appena un anno.
Nel 1966 Angelo ingaggia Ernesto Calindri e nasce lo spot “contro il logorio della vita moderna” in cui l’attore beve tranquillo in mezzo al traffico. Le campagne pubblictarie per Cynar si trasformano rapidamente anche in slogan di comunicazione sociale con messaggi sulla sicurezza stradale e campagne di protesta politica. Nel 1958 fonda “La via aperta”, rivista dove chiama a scrivere importanti figure culturali e politiche del Novecento, come Don Sturzo o Schuman. All’inizio degli anni ’70 le vendite del Cynar e degli altri prodotti aziendali superano i 40 milioni di bottiglie annue, ma proprio allโapice del successo Dalle Molle perde interesse per lโattivitร imprenditoriale e sceglie due nuovi campi di interesse: l’informatica e lโambiente. Dopo aver ceduto le sue quote nel 1973, acquista una spettacolare villa in stile palladiano vicino Padova e si dedica a tempo pieno ai suoi visionari progetti. ร qui che si mette su un’officina meccanica e comincia a costruire auto elettriche e a progettare una rete di stazioni di car sharing e di ricarica.
Il progetto suscita forte interesse in molte cittร italiane, con tanto di piani esecutivi, e si concretizza a Bruxelles, dove per anni collega due sedi universitarie. Ma nonostante le promesse, la burocrazia e la politica italiana affossano l’iniziativa. Le amministrazioni frenano, i pretesti per non procedere si moltiplicano e a metร degli anni ’80 Dalle Molle รจ costretto ad abbandonare lโidea del trasporto elettrico a noleggio. ยซL’Italia dovrร attendere vent’anni per vedere timidi tentativi di quello che lui ha giร realizzatoยป, racconta l’autore del podcast di Raiplaysound, Massimo Cerofolini.
Negli anni ’70, dopo lโuscita dallโazienda familiare del Cynar, insieme al progetto sul car sharing di auto elettriche, Angelo Dalle Molle orienta la sua ricerca sullโinformatica, anticipando il futuro di decenni. Oltre alla Fondazione Dalle Molle sulla qualitร della vita, crea nella Svizzera italiana tre istituti pionieristici sui temi dell’intelligenza artificiale: l’ISCO a Ginevra (1976) per gli studi semantici e cognitivi, l’IDSIA a Lugano (1988) dedicato all’intelligenza artificiale e alle reti neurali, e un centro a Martigny (1991) sull’intelligenza artificiale percettiva. Sono gli anni bui della ricerca, in cui i diversi stati abbandonano il finanziamento di ricerche sull’intelligenza artificiale: ma lui, Angelo, non si arrende e continua il suo percorso ostinato e solitario. Dalle Molle finanzia ricerche fondamentali sul linguaggio, sulle reti neurali e sul machine learning e il tempo ne consacra l’intuizione: la sua Fondazione viene riconosciuta come fondamentale nella storia che porta alle attuali rivoluzioni dell’intelligenza artificiale, come ChatGPT. Giร nel 1997, Business Week la indica tra i cinque centri di ricerca sull’IA piรน influenti al mondo, accanto a monumenti come il Mit di Boston o lโuniversitร di Berkeley.
Il podcast di Cerofolini non puรฒ trascurare il lato umano del genio. Dalle Molle, infatti, ha avuto una vita privata burrascosa: nel giro di un lustro tradisce la moglie con quattro donne diverse, lโuna allโinsaputa dellโaltra, da cui avrร cinque figli… per poi sposarsi in seconde nozze a 90 anni con la sua collaboratrice storica, Eleonora. Nel lavoro – spiega Massimo Cerofolini – rivela molti tratti in comune con lโimprenditore-umanista Adriano Olivetti: tratta i collaboratori con profondo rispetto, promuove la loro creativitร e dignitร individuale rifiutando una logica puramente produttiva e anteponendo sempre l’uomo alla macchina. ยซร un leader accessibile ma esigente, capace di ispirare adesione ai suoi progetti, spesso controcorrente rispetto alle logiche dominanti. Mecenate e pensatore a lungo termine, dialoga con la cultura del suo tempo ma resta una persona intrinsecamente riservata, preferendo l’ombra alla ribaltaยป. Lo ritrae cosรฌ l’autore del podcast. Sarร proprio questa sua ritrosia e la particolaritร di carattere – unita certamente a una certa superficialitร collettiva – a contribuire a renderlo un “genio dimenticato“, la cui ereditร piรน preziosa rimane l’invito a mettere sempre l’essere umano, e non il mero profitto, al centro di ogni progresso.
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