Barolo: le nuove strategie del consorzio di tutela. Rese da 80 a 70 quintali per le Mega, riserva vendemmiale, incentivi a imbottigliare. Il piano punta a ridurre il commercio di sfuso e le bottiglie che finiscono in discount a prezzi troppo bassi. Pronta anche una nuova campagna promozionale itinerante.
Il mondo del Barolo รจ oggi un’isola felice. Per viticoltori, produttori, imbottigliatori, commercianti di vino. Le presenze dei turisti in aumento, alimentate dal riconoscimento Unesco per Langhe, Roero e Monferrato; la ristorazione che aggiunge ogni anno ulteriori riconoscimenti al proprio palmares; gli occhi degli imprenditori italiani e stranieri che puntano a questi straordinari territori, dove il valore dei vigneti si aggira in media sul milione e mezzo di euro. In questo momento, la filiera della Docg รจ in una sorta di equilibrio estremanente redditizio. Da sei anni, la produzione oscilla tra 13 e 14 milioni di bottiglie (dieci anni fa erano 11,5 milioni) e le discussioni sugli eccessi dell’offerta e sugli eventuali allargamenti dell’areale della Dop fanno meno rumore rispetto al passato. Il buon momento, insomma, fa passare in secondo piano tematiche piรน complesse e spinose.
Tuttavia, proprio in una situazione ideale, il Consorzio di tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani ha scelto di agire e di studiare il modo per migliorare ulteriormente il profilo di uno dei piรน noti vini al mondo. In un mercato schizofrenico, altamente competitivo e che sta mettendo alla prova i grandi vini italiani (basti guardare al calo dell’export registrato a novembre), le imprese devono poter contare su una macchina decisionale snella, al passo coi tempi, che sappia rispondere tempestivamente alle esigenze dei produttori.
Matteo Ascheri, che guida il Consorzio di tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani da meno di un anno, ha sul tavolo un ambizioso programma che punta a dare ulteriore lustro al Barolo. A cominciare da un robusto piano per ridurre progressivamente la presenza sul mercato degli oltre 5 milioni di bottiglie vendute nel canale della grande distribuzione organizzata.
Il consorzio ha una sorta di piano contro l’eccesso di low cost, da attuare in varie tappe: riducendo le rese delle menzioni geografiche aggiuntive (Mega), introducendo la riserva vendemmiale e, soprattutto, incentivando il maggior numero di aziende vitivinicole a imbottigliare il proprio Barolo.
Una mossa che sarร accompagnata da diverse novitร in materia di comunicazione. La prima sarร la presentazione itinerante delle nuove annate, a partire dal prossimo anno: uno schema che rompe una tradizione ben radicata e che guarda non piรน solo al trade. Il segno inequivocabile, della volontร di voltare pagina.
Presidente Ascheri, si รจ appena conclusa Grandi Langhe, per la prima volta a gennaio: formula riuscita o prevedete cambiamenti?
Sia per le cantine sia per i visitatori il bilancio รจ andato oltre le aspettative. E stiamo giร ragionando di riproporre Grandi Langhe nel prossimo anno, a gennaio. Le aziende vorrebbero trasformarla da biennale ad annuale, sempre assieme a Nebbiolo Prima, giร dal 2020. La stragrande maggioranza dei produttori รจ d’accordo.
Ad aprile 2018 avevate annunciato un evento specifico su Barolo e Barbaresco distinto da Grandi Langhe. A che punto siamo?
Ci stiamo lavorando. Grandi Langhe รจ stato fatto seguendo la consueta logica, ma dal prossimo anno, dal 2020, parte il nuovo piano di comunicazione, con la presentazione delle nuove annate di Barolo e Barbaresco che diventa itinerante. Abbiamo scelto per questa prima volta la cittร di New York.
Vi rivolgerete solo al trade?
Non sarร un evento per il trade, ma per il grande pubblico. Sarร l’occasione per dare il giudizio sull’annata, con la presentazione dei dati, nell’ambito di una comunicazione generalista. Sarร a inizio gennaio, mentre a fine gennaio ci sarร Grandi Langhe, con Barolo e Barbaresco, ma per un target diverso.
Questa รจ, a mio avviso, una grande svolta: non rivolgerci tanto a chi compra e rivende il vino, ma a chi lo compra dal trade e poi stappa la bottiglia.
Che necessitร hanno due Docg in salute come Barolo e Barbaresco di compiere questo passo?
Le Docg Barolo e Barbaresco hanno bisogno di una comunicazione a parte. Sono denominazioni di successo ma le alternative sono due: o ci accontentiamo oppure cerchiamo di fare meglio.
Ci sono precise ragioni economiche?
Sรฌ, ci sono. Una parte del Barolo sul mercato รจ venduta su alcuni canali a prezzi medi relativamente bassi. A volte anche appena sotto i dieci euro, in alcuni discount. Il Barbaresco, invece, si dimostra piรน stabile.
In pratica, il sistema Barolo lascia andare una parte del vino agli imbottigliatori scegliendo di non etichettarlo in proprio?
Sรฌ. Tutto questo sistema, paradossalmente, รจ ora in equilibrio: le aziende vitivinicole vendono Barolo sfuso a 8 euro al litro e guadagnano bene; cosรฌ come guadagnano gli imbottigliatori, che vendono importanti quantitativi alla grande distribuzione.
Perchรฉ cambiare, allora?
Secondo il Consorzio bisogna fare di piรน. Vorremmo che nei discount ci fosse meno Barolo. Allo stesso tempo, bisogna migliorare la domanda. Pertanto, fare in modo che queste bottiglie siano ricollocate in altri mercati.
Quanto Barolo sfuso c’รจ oggi in Gdo a prezzi relativamente bassi?
Circa un terzo della denominazione.
Il vostro รจ un progetto ambizioso, ma ci vorranno altri interventi. Quali?
Si parte dalle campagne. Stiamo lavorando a una riduzione secca sulle rese delle Mega che sono una particolaritร nella nostra Dop. Vogliamo passare dagli 80 quintali per ettaro a 70 quintali. Allo stesso tempo, occorrerร attivare la riserva vendemmiale. Un passo necessario per la Docg Barolo, ma solo nella versione base e non sulle Mega.
Si spieghi meglio
Faremo in modo che, sugli 80 quintali per ettaro, siano disponibili 72 quintali, mentre i restanti 8 quintali costituiranno la riserva. In tal modo, sarร piรน facile regolare la disponibilitร del prodotto a seconda delle richieste del mercato, avvicinando il momento della decisione a quello dell’efficacia della stessa.
Non si rischia di penalizzare le piccole aziende che oggi imbottigliano e vendono tutto il proprio vino?
Se l’azienda vende il suo vino in bottiglia non sarร interessata dal provvedimento. Diversamente, se lo vende come sfuso, i quantitativi a disposizione saranno ridotti secondo i termini della riserva.
Non temete ripercussioni legali?
Gli aspetti legali di questo eventuale provvedimento li stiamo discutendo con la Regione Piemonte.
Quali tempi vi siete dati per queste misure?
Sulle rese stiamo lavorando per essere pronti per il 2019.
Con quali coperture economiche?
Stiamo lavorando sui fondi pubblici, ma dobbiamo agire sfruttando l’erga omnes. Oggi la rappresentativitร รจ all’80%. In particolare, per il piano di promozione stimiamo un impegno di risorse per 2 milioni di euro l’anno.
Presidente, parliamo di nuovi impianti. Attualmente vengono concessi con bandi regionali. Potrebbe cambiare qualcosa?
Finora abbiamo autorizzato ogni anno 30 ettari in piรน a Docg Barolo. Ma se metteremo in pista il controllo delle rese penso che il sistema dei bandi vada rivisto. Una delle ipotesi su cui si discute รจ l’annullamento di quello per il 2020, in concomitanza con la riduzione delle rese.
Quindi, il famoso tetto dei 14 milioni di bottiglie รจ o non รจ un limite per il Barolo?
Prima di passare a 15 a 16 milioni abbiamo il dovere, come produttori, di ricollocare e vendere meglio quella parte di Barolo che giร esiste e che รจ venduta a prezzi piรน bassi. Piรน che aumentare i volumi รจ necessario migliorare il posizionamento.
Ciรฒ significa che il prezzo medio attuale non vi soddisfa?
C’รจ una forbice troppo elevata, nel senso che ci sono prezzi altissimi che si alternano a prezzi molto bassi.
Il 2019 รจ l’anno del Dolcetto. E ad Alba e a Diano nel 2018 si registrano alcuni tra i piรน bassi livelli di imbottigliamento da dieci anni a questa parte. Perchรฉ queste difficoltร ?
C’รจ stata una minore fiducia in questa Doc. Ora ritengo che la filiera del Dolcetto debba lavorare, all’interno del Consorzio, per individuare che cosa comunicare e a quali target fare riferimento. L’anno del Dolcetto sarร una occasione per farlo al meglio.
Dai dati produttivi emerge la forte avanzata della Doc Langhe, spinta dal Nebbiolo. C’รจ una relazione?
Sono molti i viticoltori che hanno scelto Langhe Nebbiolo al posto del Dolcetto. Il momento di mercato รจ buono, c’รจ attenzione sul vitigno, il nome Langhe รจ interessante. E vogliamo lavorarci. Inoltre, il Nebbiolo ha una vasta gamma di interpretazioni. Per chi รจ fuori dalla Docg Barolo, il Langhe Nebbiolo รจ una sorta di Barolo.
Puรฒ il Langhe Nebbiolo, arrivato a circa 6 milioni di bottiglie, danneggiare il mercato del Barolo?
Ci deve essere una convivenza. E sarร importante vedere quale sarร l’atteggiamento delle aziende.
L’intervista completa con interventi sulla sostenibilitร e l’enoturismo, i commenti dei maggiori produttori di Barolo, รจ uscita sul numero di Tre Bicchieri uscito il 28 febbraio.
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a cura di Gianluca Atzeni
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